Hans Ruesch: differenze tra le versioni

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*Fin da quando ero bambino mio padre mi aveva fatto notare come le [[formica|formiche]] portano via i cadaveri delle loro compagne. Mi diceva: «Vedi, non le abbandonano. Chissà che non le sotterrino con qualche rito?» Ho rivisto da allora varie volte lo spettacolo delle formiche che s'incamminano per chissà dove trasportando tra le mascelle una compagna morta. Ma è soltanto da poco che ho capito che la domanda di mio padre era forse più che una battuta: quando ho letto che le formiche compiono anche interventi chirurgici. [...] l'entomologo russo Marikovskij [...] ha potuto osservare due formiche che resecavano un'escrescenza dal corpo d'una "paziente". Inoltre ha osservato tre formiche che estraevano una minuscola scheggia dal fianco d'una compagna. Gli interventi furono eseguiti in uno spazio antistante il formicaio. Mentre i "chirurghi" operavano, le altre formiche della colonia facevano cerchio intorno alla paziente. Tutto ciò non solo dimostra un alto livello d'intelligenza, ma anche di altruismo, perché è lecito assumere che le formiche-chirurgo non abbiano in seguito presentato una salata parcella alla consorella operata. <!--(p. 72)-->
*Ci sono i [[ratto|ratti]] di città i quali, quando scoprono cibi avvelenati, sparsi espressamente dall'uomo, vi fanno sopra i loro bisogni, per avvertire i compagni meno sagaci. C'è l'esempio di molti animali selvaggi che si rifiutano d'accoppiarsi in cattività, come se non volessero mettere al mondo figli in tale triste condizione, e di quelli che, avendone messi al mondo, preferiscono lasciarli morire, rifiutandosi di allattarli o addirittura divorandoli alla nascita; sebbene allo stato libero questi stessi animali, ad esempio le [[tigre|tigri]], curino i propri figli con una tenerezza e un'abnegazione che molti esseri umani dovrebbero prendere ad esempio.<br />L'uomo potrebbe prendere ad esempio anche la saggezza e l'abnegazione di cui fanno mostra gli animali nell'allevare la [[prole]], senza mai cercare di dominarla, e poi se ne staccano gradualmente, osservandola a distanza, a sua insaputa, per renderla indipendente. Solo quando vedono uno dei loro piccoli in serie difficoltà, accorrono in suo aiuto. <!--(p. 73)-->
*Le [[scimmia|scimmie]] portano al sicuro le compagne ferite dai cacciatori, anche a rischio della propria vita. Il loro dolore per la morte di un membro del gruppo è così umano, così commovente, che molti cacciatori che hanno ucciso una scimmia, non ne uccidono mai più. <!--(p. 74)-->
*È il senso morale a spingere l'uomo verso la [[pietà]]. Pietà significa compassione, la capacità di avvertire la sofferenza altrui quasi fosse la propria. La mancanza di pietà è sempre un segno di ottusaggine: dell'incapacità d'immedesimarsi in altri che soffrono o subiscono sopraffazioni. L'uomo ha o dovrebbe avere pietà soprattutto degli orfani, dei bambini maltrattati, dei vecchi, dei malati, di tutti gli indifesi e i sopraffatti. Tra questi ultimi figura la più parte degli animali. E noi non dobbiamo domandarci se essi hanno un'anima, o se sono capaci di ragionare, o di parlare, o di contare, ma dobbiamo domandarci una cosa sola: «Sono capaci di soffrire?» E per loro sfortuna essi ne sono fin troppo capaci. <!--(p. 162)-->
<!--===[[Explicit]]===