Antonio Manzini: differenze tra le versioni

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==La costola di Adamo==
 
*Italo annuì condividendo in pieno l’opinione del suo capo. Sapeva infatti che le seccature o rotture di coglioni della vita, il vicequestore le aveva catalogate per gradi. Dal sesto in su.<br/>Nella sua personalissima scala di valori al sesto grado c’erano i bambini che urlano nei ristoranti, i bambini che urlano nelle piscine, i bambini che urlano nei negozi, in generale i bambini che urlano. Poi le telefonate che offrono impossibili contratti convenienza per luce-acqua-gas-cellulare, la coperta che scappa dal materasso e scopre i piedi in una fredda notte d’inverno e gli apericena. Al settimo grado c’erano i ristoranti lenti nel servizio, gli intenditori di vino e il collega che aveva mangiato aglio la sera prima. All’ottavo gli spettacoli che andassero oltre l’ora e un quarto, fare o ricevere regali, le macchinette dei videopoker e Radio Maria. Al nono grado c’era l’invito a un matrimonio, a un battesimo, a una comunione o anche semplicemente a una festa. I mariti che si lamentano delle mogli, le mogli che si lamentano dei mariti. E al decimo grado, sul podio più alto delle rotture di coglioni, il massimo che la vita bastarda gli poteva propinare per rovinargli le giornate, regnava sovrano il caso di omicidio sul groppone.
*Non esistono [[Delitto|delitti]] perfetti. E sa perchè? Perchè sono stati commessi. E tanto basta. Semmai esistono colpevoli molto fortunati.
*Cornacchie magre volavano in circolo sopra le sterpaglie in cerca di cibo. Qualcuna si avventurava anche al centro della carreggiata deserta se c'era da piluccarela carcassa di qualche animaletto sfortunato appena maciullato da un'auto. Rocco odiava quegli uccelli. anche a Roma avevano preso il sopravvento sugli altri volatili. Sbranavano le uova di passeri, pettirossi, cinciallegre ed erano sempre più numerosi. Stavano diventando i padroni dei cieli italiani, a Roma ormai gli unici a tenergli testa erano i gabbiani e i pappagalli verdi che avevano colonizzato i grandi parchi cittadini. Quelli erano rapaci veri, venivano dal Brasile e in quanto a fame non avevano certo da imparare da una cornacchia italiana. Ogni volta che a Villa Borghese o a Villa Ada li vedeva volare in formazione come degli stuka, verdi e rossi coi loro richiami sgraziati, pensava al primo scemo che aveva aperto la gabbia e s'era fatto scappare il Pappagallo Alfa, il pioniere di quella che ora era un'enorme colonia aggressiva e micidiale che stava finendo di massacrare i passeri e gli altri uccellini romani. Comunque, in quanto a bellezza, i pappagalli erano assolutamente superiori a quelle cornacchie spelacchiate e sgraziate. Rocco aspettava trepidante il momento in cui a Roma il cretino di turno si sarebbe lasciato scappare un anaconda. L'Anaconda Alfa. Lì sì che le cose si sarebbero fatte interessanti. Se non altro sarebbe diminuita in maniera esponenziale la popolazione dei ratti romani, ormai grossi come alani e davanti ai quali qualsiasi gatto scappava a zampe levate. Ecco, gli sarebbe piaciuto vederli di fronte ad un anaconda del delta delle Amazzoni, lungo una decina di metri, che ingoia in pochi minuti una bufala campana. Anche questo sarebbe stato un effetto collaterale della globalizzazione, un effetto benefico secondo Rocco Schiavone. Certo poi sarebbe stato un pò complesso affrontare serpenti abbarbicati sui rami dei platani del lungotevere ma almeno il nemico era visibile, meno subdolo, elegante e bello da guardare. In più non era portatore di malattie infettive come i sorci. Magari avrebbe anche incrementato la produzione di borse e scarpe. Chissà.