Agnello: differenze tra le versioni

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*Era domenica, stavamo mangiando agnello arrosto per pranzo ed era la stagione degli agnelli, con tutti quei meravigliosi agnellini che saltellavano qua e là nel pascolo. Al che abbiamo guardato l'agnello nel piatto, poi di nuovo gli agnellini là fuori e abbiamo pensato: "Stiamo mangiando una di quelle creaturine che sgambettano allegramente qua fuori". La cosa ci stese, e ci siamo detti: "Aspetta un attimo, non vogliamo mica fare una cosa del genere". Eccola qua, la svolta epocale: non abbiamo mai più mangiato carne. ([[Paul McCartney]])
*– Hai mai ucciso un agnello, mio re? <br>– No. <br>– Se l'agnello vede il coltello si impaurisce, la paura penetra nella sua carne, la scurisce e rovina il sapore. <br>– Ne avrai uccisi molti. <br>– E nessuno ha visto la lama. (''[[Il Trono di Spade (terza stagione)|Il Trono di Spade]]'')
*Ho visto come ammazzano gli agnelli e i maiali. L'ho visto e ho sentito i loro lamenti. Loro sentono la morte. Me ne sono andato per non vedere la morte. Non lo sopportavo. Piangevo come un bambino. Sono salito su per una montagna e non riuscivo a respirare. Mi sono sentito mancare il respiro. Ho sentito la morte dell'agnello. Mentre salivo sulla montagna piangevo. Avevo scelto una montagna dove non c'era gente. Avevo paura di essere deriso. ([[Vaclav Fomič Nižinskij]])
*La sua carità {{NDR|di [[Francesco d'Assisi|San Francesco]]}} si estendeva, con cuore di fratello, non solo agli uomini provati dal bisogno, ma anche agli animali senza favella [...]. Aveva però una tenerezza particolare per gli agnelli, perché nella Scrittura [[Gesù Cristo]] è paragonato, spesso e a ragione, per la sua umiltà al mansueto agnello. ([[Tommaso da Celano]])
*[[Lupo|Lupu]] malatu agneddu salvatu.<ref>«[[Lupo]] malato agnello salvato.»</ref> ([[modi di dire siciliani|modo di dire siciliano]])
*Ogni agnello è un individuo che può suscitare empatia e tenerezza, se preso come tale: ciascuno di noi lo sa, per esperienza diretta o semplicemente per immedesimazione. Ne arriva un'eco addirittura sui giornali, proprio nei giorni che precedono la [[Pasqua]], con le immancabili notizie sugli agnelli sfuggiti al mattatoio e ritrovati su un prato o per strada. Ogni volta c'è chi se ne prende cura, dà loro un nome e fa conoscere ai cronisti l'edificante storia del condannato a morte che trova la salvezza grazie a un casuale benefattore. ([[Lorenzo Guadagnucci]])
*{{NDR|Descrivendo un mondo ideale}} Ora l'uomo non uccide più l'agnello dai dolci occhi; ha smesso di divorarne le carni macellate che, per vendetta delle violate leggi naturali, sprigionano nel suo corpo putridi umori, tutte le malefiche passioni, i vani pensieri, l'odio e la disperazione, la ripugnanza e, nella sua mente, i germi della sofferenza, della morte, della malattia e del crimine. ([[Percy Bysshe Shelley]])