Mikha'il Nu'ayma: differenze tra le versioni

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*Lasciate che gli uomini e le donne che ancora si discostano poco dallo stallone e dalla giumenta e dal daino e dalla daina, si cerchino gli uni e le altre nell'oscuro isolamento della carne. Lasciate che essi attenuino la licenziosità dell'alcova con la licenza del [[matrimonio]]. Lasciate che essi si rallegrino della fertilità dei loro lombi e della fecondità dei loro grembi. Lasciate che propaghino la specie. La [[Natura]] stessa è contenta d'esser loro madrina e levatrice; ed è la Natura a preparar loro letti di rose, senza tuttavia dimenticar le spine. (p. 147)
*Nutrirsi della Morte, significa diventare cibo per la Morte. Vivere sulle altrui pene, vuol dire divenire preda del dolore. Così è stato decretato dal Volere Supremo. Sappi ciò, Micayon, e regolati di conseguenza. (p. 157)
*Sappi che per chi anela, la vita della carne è solo un ponte che conduce alla Vita senza carne. E coloro che agognano sanno che i grossolani ed inadeguati [[sensi]] sono solo spiragli aperti sul mondo del finissimo e adeguato senso. E coloro che desiderano ardentemente sanno che tutta la [[carne]] che essi lacerano deve presto o tardi essere riparata con la loro carne; ed ogni osso che essi schiacciano dev'essere ricostruito con le loro ossa; ed ogni goccia di sangue che essi versano dev'essere rimpiazzata dal loro sangue. Poiché, tale è la legge della carne. (p. 158)
*Sappi che per chi anela, la vita della carne è solo un ponte che conduce alla Vita senza carne. (p. 158)
*E coloro che desiderano ardentemente sanno che tutta la carne che essi lacerano deve presto o tardi essere riparata con la loro carne; ed ogni osso che essi schiacciano dev'essere ricostruito con le loro ossa; ed ogni goccia di sangue che essi versano dev'essere rimpiazzata dal loro sangue. Poiché, tale è la legge della carne. (p. 158)
*Mentre il non-aspirante cerca avidamente d'afferrar più che può per riporlo nelle tasche o nella pancia, l'aspirante va per la sua strada senza tasche e con la pancia libera dal sangue e dalle convulsioni di qualsivoglia creatura. (p. 158)
*Di due uomini che spartiscono con un [[vitello]] il latte della mucca, uno di essi guarda il vitello pensando che la sua carne costituirebbe buon cibo per se stesso e per i suoi compagni nei festeggiamenti del proprio imminente compleanno; l'altro considera il vitello come il proprio fratello di latte ed è pervaso d'affetto per il giovane animale e per sua madre. Io vi dico: mentre il secondo è veramente nutrito dalla carne di quel vitello, il primo è da essa avvelenato. Sì, molte delle cose che vengono messe nella pancia, dovrebbero esser poste nel cuore. (p. 159)