Mikha'il Nu'ayma: differenze tra le versioni

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==''Il libro di Mirdad''==
*''Meno [[possesso|possiedi]], meno sei posseduto. | Più possiedi, più sei posseduto. | Più sei posseduto, meno sei valutato. | Meno sei posseduto, più sei valutato.'' (p. 21)
*Se, quindi, il vostro mondo è un tale sconcertante enigma, è perché voi siete quello sconcertante enigma. E se il vostro dialogo è un tale doloroso labirinto, è perché voi siete quel doloroso labirinto. Lasciate le cose come stanno e non vi sforzate di cambiarle, poiché esse sembrano quello che sembrano solo perché voi apparite come apparite. Esse non vedono né parlano se voi non prestate loro la vista e la parola. (p. 45)
*Il vostro è un mondo di culle che diventano tombe e di tombe che diventano culle; di giorni che divorano notti e di notti che rigurgitano giorni; di [[pace]] che dichiara guerra e di [[guerra]] che sollecita la pace; di sorrisi galleggianti sulle lacrime e di lacrime rischiarate da sorrisi. Il vostro è un mondo in continuo travaglio, con la [[Morte]] come levatrice. Il vostro è un mondo di setacci e di vagli, in cui non ci sono due setacci e due vagli che siano uguali. Voi soffrite costantemente setacciando l'insetacciabile e vagliando l'invagliabile. Il vostro è un mondo diviso contro se stesso, poiché è l'Io in voi ad esser diviso. Il vostro è un mondo di barriere e recinzioni, poiché è l'Io in voi ad avere barriere e recinzioni. Alcune cose, esso preferisce porle fuori dal recinto, perché estranee a se stesso; altre, le pone dentro al recinto, perché ad esso affini. Ma quelle che stanno fuori dal recinto, irrompono continuamente dentro; e quelle che stanno dentro, non fanno altro che uscire. Poiché esse, essendo prole di una stessa madre – che è il vostro stesso Io – non vogliono esser separate. E voi, invece di gioire per la loro felice unione, vi cingete di nuovo nel vano tentativo di separar l'insepararible. Invece di fasciare la spaccatura che c'è nell'Io, tagliuzzate la vostra vita sperando di ricavarne un cuneo da inserire fra quello che credete essere il vostro Io, e ciò che immaginate diverso da esso. Pertanto, le parole dell'uomo sono immerse nel veleno. Perciò, i suoi giorni sono così ebbri di [[dolore]]. Per questo, le sue notti sono così tormentate dalla [[sofferenza]]. (p. 50)
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*Credi forse che questa [[Terra]] sia la unica dimora dell'Uomo? I vostri corpi, anche se circoscritti nel [[Tempo]] e nello [[Spazio (fisica)|Spazio]], sono tratti da tutto ciò che si trova nel Tempo e nello Spazio. Quanto di voi proviene dal [[Sole]], vive nel Sole. Quanto di voi procede dalla Terra, vive nella Terra. E così con tutte le altre sfere ed infiniti spazi intermedi. Solo gli sciocchi amano credere che la Terra sia l'unica dimora dell'Uomo, e che le miriadi di corpi fluttuanti nello Spazio non siano altro che ornamenti per la sua residenza e distrazioni per i suoi occhi. La Stella del Mattino, la Via Lattea, le Pleiadi, non sono le dimore dell'Uomo meno di quanto lo sia questa Terra. Ogni volta che esse inviano un raggio al suo occhio, innalzano lui a se stesse. Tutte le volte che egli passa sotto di esse, le attira verso di sé. Tutte le cose sono incorporate nell'uomo ed egli, a sua volta, è incorporato in esse. L'[[universo]] è solo un singolo corpo. Entrate in comunione con la sua più minuta particella, e sarete in comunione con tutto. E come voi, da vivi, morite continuamente, così, da morti, vivete incessantemente; se non in questo corpo, in un altro di diversa forma. Ma voi continuerete a vivere in un corpo finché non vi dissolverete in Dio; il che è come dire, fino a quando non prevarrete su ogni mutamento. [...] Il Tempo ha, come legge, la ripetizione. Una volta accaduta nel Tempo, una cosa è destinata a continue ripetizioni; gl'intervalli, nel caso dell'uomo, possono essere lunghi o brevi a seconda dell'intensità dei desideri di questi e della sua volontà per la ripetizione. Se voi, passando dal ciclo noto come vita a quello conosciuto come morte, vi porterete dietro brame inestinte per la Terra ed appetiti insoddisfatti per le sue passioni, allora la calamita della Terra vi attirerà nuovamente al proprio seno. E la Terra vi allatterà, ed il Tempo vi svezzerà, vita dopo vita e morte dopo morte, finché, consenzienti e d'accordo, non vi svezzerete da soli una volta per tutte. (pp. 133-134)
*Lasciate che gli uomini e le donne che ancora si discostano poco dallo stallone e dalla giumenta e dal daino e dalla daina, si cerchino gli uni e le altre nell'oscuro isolamento della carne. Lasciate che essi attenuino la licenziosità dell'alcova con la licenza del matrimonio. Lasciate che essi si rallegrino della fertilità dei loro lombi e della fecondità dei loro grembi. Lasciate che propaghino la specie. La [[Natura]] stessa è contenta d'esser loro madrina e levatrice; ed è la Natura a preparar loro letti di rose, senza tuttavia dimenticar le spine. (p. 147)
*Nutrirsi della Morte, significa diventare cibo per la Morte. Vivere sulle altrui pene, vuol dire divenire preda del dolore. Così è stato decretato dal Volere Supremo. Sappi ciò, Micayon, e regolati di conseguenza. (p. 157)
*Sappi che per chi anela, la vita della carne è solo un ponte che conduce alla Vita senza carne. (p. 158)
*E coloro che desiderano ardentemente sanno che tutta la carne che essi lacerano deve presto o tardi essere riparata con la loro carne; ed ogni osso che essi schiacciano dev'essere ricostruito con le loro ossa; ed ogni goccia di sangue che essi versano dev'essere rimpiazzata dal loro sangue. Poiché, tale è la legge della carne. (p. 158)
*Mentre il non-aspirante cerca avidamente d'afferrar più che può per riporlo nelle tasche o nella pancia, l'aspirante va per la sua strada senza tasche e con la pancia libera dal sangue e dalle convulsioni di qualsivoglia creatura. (p. 158)
*Di due uomini che spartiscono con un [[vitello]] il latte della mucca, uno di essi guarda il vitello pensando che la sua carne costituirebbe buon cibo per se stesso e per i suoi compagni nei festeggiamenti del proprio imminente compleanno; l'altro considera il vitello come il proprio fratello di latte ed è pervaso d'affetto per il giovane animale e per sua madre. Io vi dico: mentre il secondo è veramente nutrito dalla carne di quel vitello, il primo è da essa avvelenato. Sì, molte delle cose che vengono messe nella pancia, dovrebbero esser poste nel cuore. (p. 159)
*Se voi, mangiando dal cuore della Terra, sarete guidati da tale spirito, allora, poco importerà ciò che mangerete. Ma se voi foste veramente guidati da tale spirito, allora avreste la saggezza e l'amore di non privar la Terra di alcuna delle sue creature, specialmente di quelle che son venute a sperimentare il piacere di vivere ed il dolore di morire, cioè di quelle che hanno raggiunto il segmento del Dualismo. Poiché anch'esse hanno da percorrere il loro lento e laborioso cammino verso l'Unità. E la loro strada è più lunga della vostra. Ritardate la loro marcia, ed esse ritarderanno la vostra. (p. 160)
*Vane saranno tutte le vostre regole, ed illegali tutte le vostre leggi, e caotico tutto il vostro ordine, se non imparerete a governare l'indocile uomo che è in voi, il cui passatempo preferito è quello di giocare con scettri e con corone. (p. 170)
*Stampare un nome sulle labbra degli uomini equivale a scolpirlo sulla sabbia della spiaggia. I venti e le maree lo cancelleranno dalla sabbia. Uno starnuto lo spazzerà dalle labbra. Se non vuoi essere spazzato via dagli starnuti degli uomini, guardati dallo stampare il tuo nome sulle loro labbra; marcalo invece a fuoco sui loro cuori. (p. 184)
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==Bibliografia==
*Mikhail Naimy, ''Il libro di Mirdad'', traduzione di Benito De Donno, Edizioni Mediterranee, Roma, 2009. ISBN 978-88-272-2012-2
 
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