Elsa Morante: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
* Ma mi sarei vergognato di inginocchiarmi, o di fare altre simili cerimonie, o di pregare, anche solo col pensiero: quasi davvero io potessi credere che quella era la casa di Dio, e che Dio è in comunicazione con noi, seppure esiste! (Capitolo primo, ''Le Certezze Assolute''.)
* La loro sola speranza, era di diventare le spose d’un eroe: di servirlo, di stemmarsi del suo nome, di essere la sua proprietà indivisa, che tutti rispettano; e di avere un bel figlio da lui, somigliante al padre. (Capitolo primo, ''Donne.'')
* Mio padre non scriveva mai lettere, non faceva mai sapere sue notizie, né mandava nessun saluto. Ed era favolosa per me la certezza che pure egli esisteva, e che ogni istante da me vissuto a Procida, lo viveva lui pure in chi sa quale paesaggio, in chi sa quale stanza, fra compagni stranieri che io consideravo gloriosi e beati solo perché stavano con lui (non dubitavo, difatti, che la frequentazione di mio padre fosse il titolo di aristocrazia più ambito per tutte le società umane). (Capitolo primo, ''Attese e ritorni.'')
 
*[...] è meglio non viziare troppo il prossimo e mandarlo ogni tanto all'inferno, altrimenti, sarebbe la fine! {{sic|la}} nostra vita andrebbe avanti pesantemente, come un barcone carico di zavorra, e ci porterebbe a fondo a morire asfissiati... (Wilhelm: I, ''Altre notizie dell'Amalfitano''; p. 62)
*[...] il [[lavoro]] non è per gli uomini, è per i ciucciarelli. Anche una [[fatica]], magari, può dar gusto qualche volta, purché non sia un lavoro. Una fatica oziosa può riuscire utile e simpatica, ma il lavoro, invece, è una cosa inutile, e mortifica la fantasia. (l'Amalfitano: I, ''Un sogno dell'Amalfitano''; p. 65)