Paolo Rumiz: differenze tra le versioni

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aggiungo citazioni.
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*Prendo l'unica decisione possibile: consumare un distacco dal [[libro]]. Temporaneo, almeno. Spesso ho sofferto per il fascino pervasivo della parola scritta che mi impediva di partire, imbrigliando la fantasia narrabonda. Il libro è come il padre: ti svezza, ti irrobustisce, ti fa crescere dentro la curiosità del mondo, ma è anche una trappola che ti spinge ad accontentarti delle meraviglie che contiene. Per partire devi talvolta rinnegare il padre, perché non puoi affrontare il mondo col suo peso sulle spalle. (da ''Annibale'')
*Sono su un Orient Express che non è un espresso e non è nemmeno Oriente. In [[Europa]] l'Oriente non c'è più, l'hanno bombardato a Sarajevo, espulso dal nostro immaginario, poi l'hanno rimpiazzato con un freddo monosillabo astronomico: 'Est'. Ma l'Oriente era un portale che schiudeva mondi nuovi, l'Est è un reticolato che esclude. (da ''È Oriente'')
 
== ''Annibale'' ==
*Il vero specchio ustorio di Siracusa è l'alba. Il sole che esce sul mare immobile del mattino ti schianta come lo scettro di un faraone egizio. È il disco incandescende di Ammon-Ra sopra le teste rapate dei costruttori di piramidi puzzolenti di cipolla e sudore. Non hai scampo. Nell'isola di Ortigia, d'estate, l'unica attività che ti viene concessa è scegliere il percorso per evitare il sole, sempre che tu non preferisca una sovrana immobilità. (p. 132)
*I ponticelli che la collegano [Ortigia] con la terraferma creano una frontiera mentale talmente invalicabile che persino il vicinissimo castello Eurialo, capolavoro di arte militare greca, alto sulla base militare Nato verso Megara Hyblaea, sembra un miraggio sahariano perso a distanze inarrivabili. (p. 132)
*Ortigia diventa un transatlantico dal quale non hai nessunissima voglia di scendere. (p. 132)
 
==''La leggenda dei monti naviganti''==