Konrad Lorenz: differenze tra le versioni

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*Come l'origine dell'[[uomo]] è passata attraverso la condizione [[animale]], così la chiave della comprensione dell'uomo passa attraverso la conoscenza degli animali.<ref>Citato in Parisini, p. 37.</ref>
*Dunque gli animali si riconoscono fra di loro? Certamente sì...<br />Ogni allevatore di [[gallina|galline]] sa che... esiste un ordine ben preciso, secondo il quale ognuna ha paura di quelle che le sono superiori di grado. Dopo pochi contrasti, che non comportano necessariamente scontri violenti, ognuna sa quali sono quelle di cui deve aver paura e quali invece quelle che le devono rispetto. Non solo la forza fisica, ma anche il coraggio personale, l'energia e persino la sicurezza di sé di ogni uccello contribuiscono decisivamente a mantenere l'ordine di beccamento.<ref>Citato in [[Peter Singer]], ''Gli allevamenti intensivi'', in Tom Regan, Peter Singer, ''[[Diritti animali, obblighi umani]]'', Gruppo Abele, Torino, 1987, p. 33. ISBN 88-7670-097-8</ref>
*Esistono alcune cose nella natura nelle quali la bellezza e l'utilità, come la perfezione artistica e tecnica, si combinano in modo quasi incomprensibile: la tela del [[ragno]], l'ala della [[libellula]], il corpo stupendamente affusolato del [[delfino]], e i movimenti del [[gatto]].<ref>Citato in Parisini, p. 84.</ref>
*La cosa più importante è che la persona diventi ricettiva alla [[bellezza]].<ref>Citato in Parisini, p. 10.</ref>
*La peggiore tortura cui una [[gallina]] [[allevamento intensivo|di batteria]] è sottoposta è l'impossibilità di ritirarsi in disparte per deporre le uova. Chiunque abbia un minimo di conoscenza degli animali sa quanto è straziante vedere una gallina che tenta ripetutamente di nascondersi dietro le sue compagne di prigionia alla vana ricerca di un riparo.<ref>Da ''Animals are Sentient Beings: Konrad Lorenz on Instinct and Modern Factory Farming'', ''Der Spiegel'', 17 novembre 1980; citato in [[Jeffrey Moussaieff Masson]], ''Chi c'è nel tuo piatto?'', traduzione di Nello Giugliano, Cairo editore, Milano, 2009, p. 68. ISBN 978-88-6052-218-4</ref>
*Neppure le conoscenze che fanno epoca, quelle di cui siamo debitori a un [[Giordano Bruno]] o a un [[Galileo Galilei]], hanno avuto un profondo influsso sulla nostra concezione del mondo...<br />Con troppa facilità gli uomini si considerano il centro dell'universo, qualcosa di estraneo e di superiore alla natura... Questo atteggiamento ci preclude quella forma di riflessione su noi stessi di cui oggi avremmo tanto bisogno. Le grandi scoperte delle scienze naturali inducono l'uomo a un senso di umiltà: proprio per questo vengono a volte avversate. Da Galilei l'uomo ha appreso suo malgrado che la Terra gira intorno al Sole e non viceversa; e sempre suo malgrado ha appreso da Giordano Bruno che il Sole non è che un granello di polvere tra innumerevoli altri granelli di polvere. Ma la cosa per lui più detestabile è sapere di non essere altro che un'escrescenza del grande albero della vita...<ref>Da ''Natura e destino'' (''Das Wirkungsgefüge der Natur und das Schicksal des Menschen'', 1978); citato in Gino Ditadi, ''I filosofi e gli animali'', vol. 1, Isonomia editrice, Este, 1994, p. 103. ISBN 88-85944-12-4</ref>
*Sarà molto difficile per l'orgoglio umano riconoscere che l'«homo sapiens» non ha semplicemente qualche interesse per gli animali: lui è un animale!<ref>Citato in Parisini, p. 19.</ref>