Buddhismo Zen: differenze tra le versioni

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*C'è sempre qualcosa che ti ricopre di [[feci|merda]]. La merda c'è! […] E nelle diverse culture hanno trovato molte diverse risposte a questo, per esempio [...] in [[Giappone]], i buddhisti zen dicono: "Concentrati sul suono della merda che cade." (''[[Viaggio in India]]'')
*È un errore pensare che starsene seduto in calma contemplazione sia cosa essenziale per la liberazione. La verità dello Zen si dischiude da sé dall'interno e non ha nulla a che fare con la pratica del ''dhyāna''. Infatti si legge nel ''Vajracchedikā'' che coloro che cercano di vedere il Tathāgata riferendosi a lui come uomo in un qualche atteggiamento, quando sta seduto o quando è disteso, non capiscono ciò che fa di lui un Tathāgata, un Tathāgata essendo così designato perché non viene da nessun posto e non va in nessun posto, per questo è un Tathāgata. Non appare da un «donde» e non scompare passando altrove e questo è lo Zen. Quindi nello Zen non vi è nulla da raggiungere, nulla da capire; che cosa è, dunque, quello starsene a gambe incrociate a praticare il ''dhyāna''? Alcuni possono pensare che per rischiarare le tenebre dell'ignoranza sia necessario un uso speciale dell'[[intelletto]]; ma la verità dello Zen è un assoluto, nel quale il dualismo non esiste e che non ammette una qualche condizionalità. ([[Huìnéng]])
*Il beneficio principale dello Zen, nel contesto dei normali alti e bassi della vita, non sta nell'impedire gli svantaggi e nel favorire i vantaggi ma nell'indirizzare le persone verso la realtà fondamentale che non sottostà all'influenza degli alti e bassi. ([[Musō Soseki]])
*L'intera tecnica Zen è basata sulla quarta tecnica di [[Shiva]]. ([[Osho Rajneesh]])
*Le opere di Daisetz Teitaro Suzuki sullo Zen sono da annoverare tra i più alti contributi del secolo allo studio del Buddhismo attuale, così come lo stesso Zen rappresenta il frutto migliore germogliato dall'albero le cui radici sono raccolte nel [[Canone Pali]]. Non possiamo essere abbastanza grati all'autore sia perché egli ha reso lo Zen più accessibile alla cultura occidentale sia per il modo con cui egli ha raggiunto lo scopo. ([[Carl Gustav Jung]])