Dino Buzzati: differenze tra le versioni
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==Citazioni di Dino Buzzati==
*A farci stare in palpiti sono le favolose circostanze del dramma, quale non abbiamo finora conosciuto che nei libri e nei film di [[fantascienza]]? È la durata enorme dell'incertezza, che sembra doversi prolungare per giorni interi? È la spaventosa distanza che ci separa dai tre, librati in un mondo paurosamente straniero e nemico, per noi pressoché inconcepibile? È l'interrotto colloquio fra la Terra e la temeraria navicella che potrebbe trasformarsi in sepolcro, per cui rabbrividiamo al dubbio di dover ascoltare la spietata progressione di un addio?
*A Milano, diciamo la verità, i [[cane e gatto|cani]] hanno oramai raggiunto una solida posizione morale. [...] Noi {{NDR|[[gatto|gatti]]}}, come categoria sociale, siamo quasi completamente trascurati. Noi siamo i tipi poco raccomandabili, noi siamo gli zingari, noi siamo i fuori legge, ecco in che conto ci tenete, a Milano, come regola generale. [...] Che importa la nostra illustre tradizione nel mondo artistico e culturale? Che importa se tanti uomini di sublime ingegno hanno prediletto noi sopra ogni altra creatura vivente? Che conta la nostra intelligenza, che non ostentiamo puerilmente come i cani?<ref>Da ''Lo strano Natale di Mr. Scrooge {{small| e altre storie}}'', Mondadori, Milano, 1990, p. 184.</ref>
*{{NDR|Sull'[[alpinismo]]}} Chi ha dato tanto alla montagna, chi per la montagna ha rischiato con tanto accanimento la vita, a questo amore resterà legato per sempre.<ref>
*Ciascuno di noi forse porta scritta in una recondita particella del corpo, la propria finale condanna. Ma perché andare determinatamente a disseppellirla?
*E non nego che, sotto certi punti di vista, io, privatamente, possa essere anche considerato reazionario: in molte cose io sono attaccato alle vecchie cose, alla tradizione, piuttosto che alle cose del domani. Né sono uno che smania perché da domani mattina si scateni la rivoluzione per le strade, no, questo no.<ref>Da
*Ho visto correre il tempo, ahimè, quanti anni e mesi e giorni, in mezzo a noi uomini, cambiandoci la faccia a poco a poco; e la sua velocità spaventosa, benché non cronometrata, presumo sia molto più alta di qualsiasi media totalizzata da qualsiasi corridore in bicicletta, in auto o in aeroplano-razzo da che mondo è mondo.<ref>Da ''Corriere della sera'', 20 maggio 1949;
*Io voglio ricordarmi di essere stato [...]. Divenire un'[[anima]] felice che ignora di essere stato Dino Buzzati, è una fregatura.
*L'opportunismo e l'arrivismo filo-marxista dei miei colleghi mi fa venire il vomito, e come primo impulso mi fa diventare assertore della monarchia assoluta.<ref name=conserva>Citato in Marcello Veneziani, ''[http://www.ilgiornale.it/news/buzzati-conservatore-e-i-tartari.html Buzzati il conservatore e i Tartari]'', ''
*Lei {{NDR|[[Fausto Gianfranceschi]]}} parla troppo bene di me! Racconta, sintetizza nel modo più autentico le mie storie e ne descrive il significato, o meglio la direzione. Ragione per cui la noia a cui accennavo prima non si è affacciata menomamente. E sono rimasto sinceramente sorpreso, profondamente commosso.<ref>Da una lettera a
*{{NDR|Sulla [[Tragedia di Albenga]]}} Mentre si affollavano di bambini le corsie dell'ospedale di
*Pronte sono le biciclette lustrate come nobili cavalli alla vigilia del torneo. Il cartellino rosa dal numero è fissato al telaio coi sigilli. Il lubrificante le ha abbeverate al punto giusto. I sottili pneumatici lisci e tesi come giovani serpenti. Saldati i bulloni, disposto alla esatta inclinazione il sellino, calcolata al millimetro l’altezza del manubrio.<ref>Da ''Scattano cento corridori sulla strada di Garibaldi'', ''Corriere della sera'', 20 maggio 1949; citato in ''Dino Buzzati al Giro d'Italia'', Mondadori, Milano, 2014, [https://books.google.it/books?id=My2WAwAAQBAJ&pg=PT31#v=onepage&q&f=false p. 31].</ref>
*{{NDR|Sul [[Sessantotto]]}} Una cretineria bell'e buona.<ref name=conserva/>
*Voglia scusare il malscritto dovuto al fatto che giaccio in letto dopo una operazione (non risolutiva purtroppo) per una subdola, misteriosa e rara [[malattia]] il cui ultimo caso sicuramente accertato risale alla seconda dinastia dei Gorgonidi.<ref>Da una lettera inviata a [[Geno Pampaloni]]; citato in
==''Il deserto dei Tartari''==
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