Mario Monicelli: differenze tra le versioni
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*Solo gli stronzi muoiono.<ref>Nella trasmissione radio ''Viva Radio 2'', 4 dicembre 2006.</ref>
*Non avevo mai girato documentari e in un certo senso non ho girato nemmeno questo. C'erano con me un operatore, un fonico... e il vero autore dei documentari è sempre il montatore: in questo caso [[Valentina Romano]].<ref>Citato ne ''l'Unità'', 31 agosto 2008.</ref>
*Come finisce non lo so. [...] Io spero che finisca in una specie di... quello che in Italia non c'è mai stato: una bella botta
*Gli italiani sono fatti così: vogliono che qualcuno pensi per loro. Se va bene va bene, se va male poi l'impiccano a testa sotto.<ref name= raiperunanotte/>
*Il [[Neorealismo]] nel suo filone impegnato conteneva una serietà che non era quella del popolo italiano. Era una cosa finta che nasceva dai reduci della rivista ''Cinema''. C'era [[Giuseppe De Santis|De Santis]] che si impegnava... C'erano i [[Luchino Visconti|luchinisti]] che si impegnavano molto, facendo anche delle cose egregie. Ma l'Italia non era così. Né erano così i contadini e gli operai che loro mettevano in scena. Non ci si riconosceva nessuno, se non una piccolissima cerchia di malati del cinema.<ref>Citato in ''Duellanti'', n. 67, gennaio-febbraio 2011, pp. 82-83.</ref>
*La commedia all'italiana è finita, quando i registi hanno smesso di prendere l'autobus.<ref>Citato in Carlo Faricciotti, ''[http://ilgiornaleoff.ilgiornale.it/2015/05/15/monicelli-muoiono-soltanto-gli-stronzi/ Monicelli: "muoiono soltanto gli stronzi"]'', ''IlGiornaleOff.IlGiornale.it'', 15 maggio 2015.</ref>
*La speranza di cui parlate è una trappola, è una brutta parola, non si deve usare. La speranza è una trappola inventata dai padroni. La speranza è quella di quelli che ti dicono
*Mai avere [[speranza]]: la [[speranza]] è una trappola, è una cosa infame inventata da chi comanda.<ref name= raiperunanotte/>
*Siamo senza speranza. L'aveva già spiegato [[Pier Paolo Pasolini|Pasolini]]: la speranza è una trappola, usata dal potente politico e religioso per ingabbiare i poveretti, con promesse di futuro benessere o di paradisiaci aldilà. Non c'è alcuna speranza di riscatto per il Paese. Il vero problema non è tanto la classe politica, che è una minoranza, ma questa generazione, che manda giù tutto senza protesta, cullandosi sulle promesse. È tutta una generazione che va cambiata, anzi rigenerata con urgenza.<ref>Citato in ''Duellanti'', n. 67, gennaio-febbraio 2011, p. 85.</ref>
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