Indro Montanelli e Mario Cervi: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Riga 145:
 
==''L'Italia del Millennio''==
====[[Incipit]]====
Questo libro, io e Cervi, l'abbiamo concepito e scritto come un libro «di servizio», cioè per fornire ai nostri lettori il «tracciato» delle grandi vicende politiche del millennio, attraverso le quali l'Italia si è formata, e che ne spiegano la condizione attuale: pregi (pochi) e difetti (molti). La difficoltà non è stata d'individuarle: lo abbiamo già fatto nei volumi precedenti; ma di scartare quelle che avrebbero snaturato, dilatandolo, il carattere di «sommario» che volevamo dare alla nostra modesta impresa. Fra gli altri accadimenti, per esempio, abbiamo dovuto scartare quelli relativi alla cultura, all'arte, al pensiero che per tre o quattro secoli fecero la grandezza del nostro Paese e ne assicurarono il primato nel mondo. Ci siamo limitati ad accennare soltanto a quelli che sulla politica esercitarono qualche influsso. Sacrificando, per esempio, [[Ludovico Ariosto|Ariosto]] e [[Torquato Tasso|Tasso]], [[Niccolò Machiavelli|Machiavelli]] e [[Francesco Guicciardini|Guicciardini]] che del loro tempo furono testimoni e ritrattisti. Nessun critico potrà essere, su questa nostra fatica, più severo di noi. A più riprese siamo stati al punto di rinunciarvi. Poi ha finito sempre per prevalere l'impegno (o l'illusione) del «servizio». Crediamo di averne reso uno, anche se umile, al comune lettore, aiutandolo a riconoscere e a dipanare gl'ingarbugliati fili di un millennio fra i quali è difficile individuare quali furono i più importanti e decisivi. Noi ci siamo provati. Al lettore, il giudizio.
 
====Citazioni====
*Dapprima il governo [[Massimo D'Alema|D'Alema]] poté contare su Ciampi come ministro del tesoro: ma poi – con un consenso molto alto, e con riconoscimenti unanimi al suo prestigio, alla sua autorevolezza, alla sua imparzialità – Ciampi venne eletto presidente della repubblica (13 maggio 1999) e [[Giuliano Amato]] ne prese il posto al Tesoro. Con il suo piglio scostante e a volte presuntuoso, D'Alema che ha doti politiche notevoli non era fatto per catturare simpatie né tra la folla né nel Palazzo. In alcuni passaggi difficili – come la partecipazione dell'Italia all'intervento della Nato in Kosovo, premessa necessaria alla caduta, nell'ottobre 2000, del dittatore Milosevič – aveva dimostrato risolutezza, polso e senso dello Stato. Ma la sua compagine era indebolita dal fatto di non essere tale, perché al suo interno ognuno diceva e faceva quanto gli passava per la testa, le anime postcomunista e postdemocristiana faticavano a convivere, e gli andirivieni trasformisti disorientavano i cittadini.