Benito Mussolini: differenze tra le versioni

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*La [[donna]] deve obbedire. [...] Essa è analitica, non sintetica. Ha forse mai fatto dell'architettura in tutti questi secoli? Le dica di costruirmi una capanna, non dico un tempio! Non lo può! Essa è estranea all'architettura, che è la sintesi di tutte le arti, e ciò è un simbolo del suo destino. La mia opinione della sua parte nello Stato è in opposizione ad ogni femminismo. Naturalmente essa non dev'essere una schiava, ma se io le concedessi il diritto elettorale, mi si deriderebbe. Nel nostro Stato essa non deve contare.<ref name=ludw>Citato in [[Emil Ludwig]], ''Colloqui con Mussolini'', traduzione di Tomaso Gnoli, Mondadori, 2000.</ref>
*La gente oggi non vuol governare; essa vuole esser governata, e avere la sua pace. Se fossero di più i grandi uomini di stato in Europa, ci sarebbero meno partiti.<ref name=ludw/>
*La [[massa]] ama gli uomini forti. La massa è donna.<ref name="biagi88">Citato in [[Enzo Biagi]], ''Amori'', Rizzoli, Milano, 1988, p. 139. ISBN 88-17-85139-6</ref>
*La massa per me non è altro che un [[gregge]] di pecore, finché non è organizzata. Non sono affatto contro di essa. Soltanto nego che essa possa governarsi da sé. Ma se la si conduce, bisogna reggerla con due redini: entusiasmo e interesse. Chi si serve solo di uno dei due, corre pericolo.<ref name=ludw/>
*Non posso avere amici, non ne ho. Ma non ne sento la mancanza.<ref name=biagi88/>
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*Tutti i nodi furono tagliati dalla nostra spada lucente e la vittoria africana resta nella storia della patria, integra e pura, come i legionari caduti e superstiti la sognavano e la volevano. (dal discorso di proclamazione dell'impero, 9 maggio 1936)
*Venti milioni di italiani sono in questo momento raccolti nelle piazze di tutta Italia. È la più gigantesca dimostrazione che la storia del genere umano ricordi. (dall'annuncio radiofonico della dichiarazione di guerra all'Etiopia, 2 ottobre 1935)
*Ebbene, dichiaro qui, al cospetto di questa assemblea e al cospetto di tutto il popolo italiano, che io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto (...). Se il fascismo è stato un'associazione a delinquere, io sono il capo di questa soggezione a delinquere! (...) Il governo è abbastanza forte per stroncare definitivamente la secessione dell'Aventino. (Discorso alla Camera, 3 gennaio 1925). <ref>Citato in Giovanni Sabbatucci e Vittorio Vidotto, <nowiki>''</nowiki>Il mondo contemporaneo. Dal 1848 a oggi<nowiki>''</nowiki>, Editori Laterza, Roma, 2008, <nowiki>ISBN 978-88-420-8741-0</nowiki>, pag. 332</ref>
 
===Attribuite===