Richard Dawkins: differenze tra le versioni

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*Bisogna cercare di ''insegnare'' generosità e altruismo, perché siamo nati egoisti. Bisogna cercare di capire gli scopi dei nostri geni egoisti, per poter almeno avere la possibilità di alterare i loro disegni, qualcosa a cui nessun'altra specie ha mai aspirato. (cap. 1, p. 5)
*Ma l'[[estinzione]] di un gruppo è un processo lento, in confronto alla rapida violenza della competizione individuale. Anche quando il gruppo sta declinando lentamente e inesorabilmente, a breve termine gli individui egoisti prosperano a spese degli altruisti. I cittadini dell'Inghilterra possono o no avere il dono della preveggenza, ma l'evoluzione è cieca. (cap. 1, p. 10)
*Se sia possibile porre l'etica dello «[[specismo]]», per usare il termine di [[Richard Ryder]], su di un terreno logico più saldo di quello del «razzismo» proprio non saprei. Quello che so è che non ha basi reali in biologia evolutiva. ([https://books.google.it/books?id=3hIa5iyUifcC&pg=PT37 p.])
*Se un gruppo di atomi, in presenza di energia, si dispone in un modello stabile, tenderà a rimanere così. La forma più precoce di selezione naturale fu semplicemente una selezione di forme stabili e un rigetto di quelle instabili. (1994, p. 14)
*Una scimmia è una macchina che conserva geni sugli alberi, un pesce è una macchina che conserva geni nell'acqua; esiste perfino un piccolo verme che conserva geni nei sottobicchieri di birra tedesca. Misteriose sono le vie del DNA! (1994, p. 20)
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*Il [[meme]] della fede cieca assicura la sua perpetuazione con il semplice espediente inconscio di scoraggiare l'indagine razionale. (p. 207)
*Siamo stati costruiti come macchine dei geni e coltivati come macchine dei memi, ma abbiamo il potere di ribellarci ai nostri creatori. Noi, unici sulla terra, possiamo ribellarci alla tirannia dei replicatori egoisti. (cap. 11, p. 210)
 
===[[Explicit]]===
Con un po' di fantasia possiamo immaginare il gene al centro di una ragnatela centrifuga di potere fenotipico esteso, mentre un oggetto nel mondo è il centro di una ragnatela centripeta di influenze di molti geni che si trovano in molti organismi. La lunga portata dei geni non conosce confini percepibili. Il mondo intero è attraversato in tutte le direzioni da frecce causali che uniscono i geni agli effetti fenotipici, vicini e lontani.</br> È un fatto ulteriore, troppo importante in pratica per essere chiamato incidentale ma in teoria non abbastanza necessario da essere chiamato inevitabile, che queste frecce causali abbiano formato dei fasci. I replicatori non sono più sparsi liberi nel mare ma sono uniti in enormi colonie – i singoli corpi. E le conseguenze fenotipiche, invece di essere distribuite uniformemente nel mondo, sono in molti casi congelate in quegli stessi corpi. Ma l'esistenza del singolo corpo, così familiare sul nostro pianeta, non era inevitabile. L'unica specie di entità che deve esistere perché esista la vita, in qualunque parte dell'universo, è il replicatore immortale.