Indro Montanelli: differenze tra le versioni

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*Kipling diceva: "un italiano, un bel tipo; due italiani, una discussione; tre italiani, tre partiti politici". I suoi concittadini, invece, li definiva così: "un inglese, un cretino; due inglesi due cretini; tre inglesi, un popolo". Vorrei avere a che fare con dei cretini che, insieme, facessero un popolo.<ref>Citato in Cristina Taglietti, ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1998/dicembre/17/Montanelli_cari_studenti_volete_spaccate_co_0_98121712510.shtml Montanelli: cari studenti, se volete spaccate tutto ma è inutile]'', ''Corriere della Sera'', 17 dicembre 1998.</ref>
*La cosa curiosa di [[Antonino Caponnetto|Caponnetto]] è che si va a schierare con [[Leoluca Orlando|Orlando]] che è stato il paggior denigratore di [[Giovanni Falcone|Falcone]]. E poi dice che fa l'antimafia, io vorrei sapere i voti a Orlando chi glieli ha dati.<ref>Citato in Riccardo Chiaberge ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1994/marzo/21/Montanelli_voce_controcorrente_co_0_94032115801.shtml Montanelli la voce controcorrente]'', ''Corriere della Sera'', 21 marzo 1994.</ref>
*La [[cultura]], per un giornalista, è come una puttana: la puoi frequentare ma non devi ostentarla. La cultura si tiene nel cassetto. Il lettore non va trattato dall'alto in basso, ma preso per mano come un amico e portato dove vuoi.<ref>Citato in [[Roberto Gervaso]], ''Ve li racconto io'', Mondadori, Milano, 2006, p. 294., ISBN 88-04-54931-9.</ref>
*La cultura si è chiusa nella torre eburnea. Rimane lì, arroccata in sé stessa, perché ha orrore dei contatti col pubblico, si crede diminuita dai contatti col pubblico. Questa è la cultura italiana. È una cultura di cretini.<ref name="montecarlo">Radio Montecarlo, [https://www.youtube.com/watch?v=A77mrwIjSSs Intervista a Indro Montanelli], di Roberto Arnaldi, 1973.</ref>
*La [[democrazia]] è sempre, per sua natura e costituzione, il trionfo della mediocrità.<ref>Citato in ''Oggi'', 11 ottobre 2000.</ref>
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*Sta arrivando l'uomo della provvidenza. E io, in vita mia, di questi personaggi ne ho già conosciuto uno. Mi è bastato. Per sempre.<ref name=Provvidenza></ref>
*Una cultura che perde i contatti col pubblico si sterilisce e muore. Questa è la verità. E la nostra cultura è assolutamente sterile. Noi culturalmente non contiamo più nulla nel mondo. Perché? Perché è chiusa in sé stessa, la cultura, ha perso i contatti col pubblico, con la vita. Non c'è più. Sono mummie. Non è più cultura: è mafia.<ref name="montecarlo" />
*{{NDR|Su [[Aldo Moro]]}} Un generale che, sfiduciato del proprio esercito, credeva che l'unico modo di combattere il nemico fosse quello di abbracciarlo.<ref>Citato in [[Roberto Gervaso]], ''Ve li racconto io'', Mondadori, Milano, 2006, p. 310., ISBN 88-04-54931-9.</ref>
*Un giorno fui convocato a Palazzo Venezia, era il 1932 e avevo 23 anni, perché il duce voleva vedermi. Ero emozionatissimo, entrai e mi misi sull' attenti, e il duce che faceva finta di scrivere mi lasciò lì per un quarto d'ora e alla fine mi disse: "Ho letto il vostro articolo sul razzismo (avevo scritto un articolo contro il razzismo). Bravo, vi elogio. Il razzismo è roba da biondi (non si era accorto che ero biondo), continuate così. Sei anni dopo fece le leggi razziali. Perché questo era [[Benito Mussolini|Mussolini]], diceva una cosa e ne faceva un'altra, secondo il vento del momento. Non creava il vento, vi si accodava da buon italiano.<ref>Citato in Gianna Fregonara, ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2010/gennaio/24/Dal_balcone_Mussolini_bianco_sorriso_co_9_100124324.shtml Dal balcone di Mussolini al bianco sorriso di Belen]'', 24 gennaio 2010, p. 34.</ref>
*{{NDR|Su [[Giorgio La Pira]]}} Un pasticcione ben intenzionato che, nel nome del Signore, appoggia le peggiori cause appellandosi ai migliori sentimenti.<ref>Citato in [[Roberto Gervaso]], ''Ve li racconto io'', Mondadori, Milano, 2006, p. 236., ISBN 88-04-54931-9.</ref>
 
===Citazioni tratte da suoi libri===