Henry Stephens Salt: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Henry Stephens Salt==
*Le vittime dei carnivori umani sono nutrite, [[Allevamento|allevate]], predestinate sin dall'inizio alla finale macellazione, così che il loro intero modo di vita è programmato a tal fine, è alterato dal suo standard naturale ed esse non sono più nient'altro che carne animata.<ref>1892; citato in [[Marina Baruffaldi]], ''Manuale del giovane animalista'', Mondadori, Milano, 1997, p. 44. ISBN 88-04-43323-X</ref>
*Non è una richiesta di pietà, ma di [[giustizia]]. [...] Occorre coltivare un ampio senso di universale giustizia (non di pietà) verso tutti gli esseri viventi.<ref name="Baccarini">Da ''Animals' Rights''; citato in Franco Baccarini, ''Bioetica animalista'', Edizioni Universitarie Romane, Roma, 2008, [http://books.google.it/books?id=05_uT8_eNuQC&pg=PA33 p. 33].</ref>
*Se i [[diritti]] esistono, e sentimenti e costumi indubbiamente provano che esistono, essi non possono coerentemente essere riconosciuti all'uomo e negati [[Diritti degli animali|agli animali]], giacché lo stesso senso di giustizia si applica in entrambi i casi.<ref name="Baccarini" />
:Se si è appurato che i "diritti" esistono [...] essi non possono essere concessi agli uomini e negati agli animali, poiché la giustizia e la compassione si applicano in entrambi i casi.<ref>Citato in Barbara De Mori, ''Che cos'è la bioetica animale'', Carocci, Roma, 2007, pp. 52-53. ISBN 978-88-430-4079-7</ref>
 
==''Henry David Thoreau''==
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*{{NDR|[[Amos Bronson Alcott|Amos Alcott]] era}} il più gentile e amabile degli uomini, stimatissimo da Emerson come da chiunque altro lo conoscesse (per quanto potevano sorridere del suo misticismo e della sua assoluta mancanza di circospezione terrena) per i suoi nobili scopi e la disinteressata sollecitudine verso il genere umano. (cap. 2)
*{{NDR|[[William Ellery Channing (poeta)|Ellery Channing]]}} Era poeta e uomo di genio, benché di indole così estrosa, umorale e instabile che non confermò mai la popolarità con cui i suoi amici continuamente lo presentavano. [...] Tra lui e Thoreau, di cui era più giovane di un anno, si stabilì subito un forte legame di simpatia e reciproca comprensione, originato forse dal fatto che si ponevano entrambi in antagonismo verso i canoni della società. (cap. 2)
 
==''I diritti degli animali''==
===[[Incipit]]===
Gli animali inferiori hanno «[[diritti degli animali|diritti]]»? Indubbiamente – se li hanno gli uomini. <!--(p. 175)-->
 
===Citazioni===
*L'oppressione e la crudeltà sono invariabilmente fondate su una carenza di simpatia immaginativa; il tiranno o il torturatore non possono provare alcun vero senso di affinità nei confronti della vittima della loro ingiustizia. Ma una volta che il senso di simpatia è risvegliato, risuona la campana a morto per la tirannia, e il definitivo riconoscimento dei diritti è semplicemente una questione di tempo. (p. 176)
*Il nostro rapporto con gli animali è complicato e avvelenato dalle innumerevoli abitudini tramandateci attraverso secoli di brutalità e di sfiducia; non possiamo, in tutti i casi, abbandonare improvvisamente queste abitudini o fare pienamente giustizia anche quando vediamo che giustizia deve essere fatta. Una perfetta etica umanitaria è quindi impraticabile, se non impensabile; e non possiamo fare niente di più che indicare in modo generale il fondamentale principio dei diritti degli animali, osservando allo stesso tempo le più flagranti violazioni di questi diritti e le linee secondo cui l'unica riforma valida può d'ora in avanti essere effettuata. D'altra parte però, si deve ricordare a conforto ed incoraggiamento di coloro che operano per questo fine umanitario, che questi ostacoli sono dopotutto soltanto quelli inevitabili in ogni campo del progresso sociale; poiché ad ogni stadio di qualunque grande riforma è stato sostenuto ripetutamente da osservatori indifferenti o ostili che un ulteriore progresso è impossibile; e invero quando gli oppositori di una grande causa cominciano a dimostrare la sua «impossibilità», l'esperienza insegna che quella causa è già sulla strada della sua realizzazione. (p. 177)
*Se iesistono [[dei «diritti]]» esistono, e sentimentitanto eil costuminostro indubbiamentesentire provanoche la consuetudine dimostrano indubbiamente che esistono, essi non possono essere coerentemente essereaccordati riconosciutiagli all'uomouomini e negati [[Diritti degli animali|agli animali]], giacchédato che lo stesso senso di giustizia e di compassione si applica inad entrambi i casi.<ref name="Baccarini"(p. />177)
*L'accusa di «sentimentalismo» è spesso diretta contro coloro che si adoperano per i diritti degli animali. Orbene, il sentimentalismo, se pur si può attribuire alla parola un qualunque significato, deve voler dire una ineguaglianza, un disequilibrio del sentimento, un'incoerenza che porta gli uomini ad attaccare un'ingiustizia, mentre ne ignorano o ne accettano un'altra là dove una riforma è ugualmente auspicabile. Che questa pecca si osservi di frequente tra i filantropi da una parte e gli «amici degli animali» dall'altra, e soprattutto fra quegli acuti «uomini di mondo» che si preoccupano solo di se stessi, non mi curo di controbattere; quello che voglio mettere in evidenza è che la sola vera salvaguardia contro il sentimentalismo è assumere una posizione coerente riguardo ai diritti degli uomini e degli animali inferiori e coltivare un ampio senso di giustizia universale (non di pietà) per tutti gli esseri viventi. In questo, e solo in questo, si deve ricercare il vero equilibrio del carattere. (p. 178)
 
==''L'etica vegetariana''==
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==Bibliografia==
*Henry S. Salt, ''Henry David Thoreau'' (''The Life of Henry David Thoreau''), traduzione di Gianluca Testani, Castelvecchi, Roma, 2015. ISBN 978-88-6944-154-7
*Henry S. Salt, ''I diritti degli animali'' (''Animals' Rights''), traduzione di Cinzia Picchioni, in Tom Regan, Peter Singer, ''[[Diritti animali, obblighi umani]]'', Gruppo Abele, Torino, 1987, pp. 175-179. ISBN 88-7670-097-8
*Henry S. Salt, ''L'etica vegetariana'' (''The Humanities of Diet''), traduzione di Claudio Mapelli, Castelvecchi, Roma, 2015. ISBN 978-88-6944-141-7