Vincenzo Consolo: differenze tra le versioni

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==''La Trezza''==
*E simile a quella del [[Giacomo Leopardi|poeta di Recanati]] {{NDR|nella poesia ''[[Giacomo Leopardi#XXXIV .E2.80.93 La ginestra o il fiore del deserto|La ginestra]]''}} crediamo sia la visione di [[Giovanni Verga]]: di una natura matrigna, avversa e minacciosa, della sua aridità e desolazione, del suo aspetto di tempesta pietrificata, dell'impotenza dell'uomo, del suo fatale, ricorrente scacco, della fragilità sua di formica che il caso ha posto sotto il cratere d'un vulcano, nell'irredimibilità dell'esistenza. (p. 275)
*[[Acitrezza]], La Trezza, 'A Trizza, la treccia, l'intreccio. Forse nessun romanzo moderno è così privo d'intreccio – v'è una ripetizione ossessiva di sciagure come per spietato gioco del caso o per accanimento divino –, nessuna narrazione è così priva di romanzesco come ''[[I Malavoglia]]''. Un poema narrativo, un'epica popolana, un'odissea chiusa, circolare, che dà il senso, nelle formule lessicali, nelle forme sintattiche, nel timbro monocorde, nel tono salmodiante, nei proverbi gravi e immutabili come sentenze giuridiche o versetti di sacre scritture, [[Bibbia]], [[Talmud]], [[Vangelo]] o [[Corano]], dà il senso della mancanza di movimento, dell'assenza di sviluppo, suggerisce l'immagine della fissità: della predestinazione, della condanna, della pena senza rimedio. (p. 281)
 
{{NDR|[[Giovanni Verga]], ''[[I Malavoglia]]'' (1881), introduzione di Carla Riccardi, con un saggio di Vincenzo Consolo, Mondadori, Milano, 1983. ISBN 8804525193}}