Diritti animali, obblighi umani: differenze tra le versioni

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*La mancanza di informazione o di interesse caratterizza anche il nostro più intimo contatto con gli animali, il fatto cioè che li mangiamo. Mangiare la [[carne]] di un altro animale è a tal punto parte della nostra vita di tutti i giorni, almeno nei paesi sviluppati, che molte persone non fanno una precisa associazione tra la carne che mangiano e l'animale da cui proviene. (''Introduzione'', p. 9)<ref>L'introduzione è scritta da [[Tom Regan]] e tradotta da Cinzia Picchioni.</ref>
*[...] per la maggior parte gli [[sperimentazione animale|animali da laboratorio]] sono costretti a condurre una vita contraria alla loro natura, e le vite di questi animali, come quelle degli animali allevati per il macello, sono in molti casi vite di privazione e di sofferenza.<br />Se questi fatti riguardassero solo pochi animali, il problema di come sono trattati potrebbe essere considerato una questione di poco conto. In realtà un enorme numero di animali è confinato nei laboratori. [...] In breve, l'uso degli animali nella ricerca è tanto abituale nella comunità scientifica quanto l'uso della carne animale come cibo. (''Introduzione'', p. 10)
*Il primo fra gli animali a subire il passaggio dalle condizioni relativamente naturali delle fattorie tradizionali a quelle stressanti del moderno allevamento intensivo è stata la [[gallina]]. Le galline hanno la sfortuna di servire agli umani in doppio modo: per la propria carne e per le [[uovo|uova]]. Oggigiorno esistono tecniche standardizzate di produzione su larga scala per ottenere tutti e due questi prodotti. (''Gli allevamenti intensivi'', p. 32)<ref>Il saggio ''Gli allevamenti intensivi'' è scritto da [[Peter Singer]] e ripropone alcune pagine di ''[[Peter Singer#Liberazione animale|Liberazione animale]]'' (1975) attinte nella traduzione italiana dall'edizione LAV del 1986 ({{cfr|m}} p. 248).</ref>
*Alla fine della seconda guerra mondiale il [[pollo]] usato per l'alimentazione era ancora piuttosto raro. Proveniva per lo più da piccoli allevatori indipendenti oppure era costituito dai polli maschi nati nei raggruppamenti di galline da cova e poi scartati. Oggi i ''[[broiler|broilers]]'', come sono comunemente chiamati i polli alla griglia, vengono letteralmente prodotti da quel milione di impianti di tipo industriale altamente meccanizzati, dalle grosse corporazioni [...]. Tappa essenziale della trasformazione del pollo da animale da cortile in articolo confezionato fu il momento in cui venne rinchiuso. Un produttore di polli ricava oggigiorno un carico di 10.000, 50.000 o anche più pulcini di un giorno di vita dalle stazioni di covatura artificiale e li mette direttamente dentro un lungo capannone privo di finestre, generalmente a terra, sebbene alcuni produttori usino strati di gabbie allo scopo di contenere, in un capannone di ugual misura, un numero di volatili maggiore. All'interno del capannone, ogni aspetto dell'ambiente in cui gli uccelli vivono viene tenuto sotto controllo, allo scopo di farli crescere più in fretta e con meno mangime. (''Gli allevamenti intensivi'', p. 32)
*Il beccarsi le penne e il cannibalismo sono «vizi» nel linguaggio del produttore di polli. Eppure, non si tratta di vizi naturali, ma del risultato dello stress e dell'affollamento cui il moderno produttore sottopone i propri animali. I polli sono animali dal forte istinto sociale e quando vivono in cortile sviluppano una gerarchia talvolta chiamata «ordine di beccamento». (''Gli allevamenti intensivi'', p. 33)