Carlo Porta: differenze tra le versioni

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*Il Porta è uno di quegli uomini franchi che non offendono nemmeno quando spiattellano la verità sul muso.
*La qualità fondamentale della sua poesia è la vitalità gagliarda e comunicativa. Leggendo quelle pagine, dove ogni cosa è chiamata col suo nome, dove non ci sono attenuazioni od eufemismi eleganti, dove tutte le scene sono ritratte con una simpatia così spregiudicata e con una così franca bonomia che – anche quando la materia è satirica – quello che colpisce non è tanto lo sdegno quanto lo spontaneo accostarsi e immedesimarsi del poeta con il suo tema, si ripensa alla tempra sanguigna, cordiale e rumorosa di [[François Rabelais|Rabelais]].
*Nel [[Giuseppe Parini|Parini]] c'è ancora un po' del rancido tradizionale della satira; nel Porta e nel Belli questo è scomparso affatto: tanto che per essi l'appellativo di «satirico» sembra impreciso. In realtà appartengono entrambi alla grande corrente europea del Verismo, anticipandola il Porta per forza di temperamento e per virtù della spinta veristica che era insita nel Romanticismo, seguendola il [[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]] consapevolmente e con un proposito metodico, se non architettonico, simile a quello di [[Honoré de Balzac|Balzac]], il quale alcuni anni prima aveva iniziato il suo ciclo ''Scènes de la vie privée'' e andava poi allargando fino al disegno di una ''Comédie humaine'' Che il Porta e il Belli appartengano non solo alla letteratura italiana ma a quella europea, è una verità non ancora affermata dalla critica, soltanto perché il pregiudizio della inferiorità della letteratura dialettale grava ancora sulla nostra cultura più che non sembri. Poeti tanto minori di questi sono studiati tanto più largamente in sé e in relazione con le correnti contemporanee.
*Con tanta oscenità quanta se ne trova nelle sue poesie, non si può dire che egli sia un poeta corrotto: perché anche in quest'argomento quelli che dominano sovrani sono il senso della verità e quello della vita. Senza il secondo, il Porta sarebbe stato un piccolo e pesante naturalista: il senso della vita ha alleggerito e purificato quel suo amore della verità. La moralità e la poesia del Porta sono questo suo avvicinarsi sereno e franco alle scene più disparate. <br />Perciò si può parlare di simpatia anche a proposito dei personaggi che sembrano più evidentemente canzonati: fraa Condutt, la Marchesa Travasa, Polpetta de rognon. C'è in essi la simpatia che hanno certi grandi scrittori per i loro personaggi, di qualunque levatura morale essi siano: la simpatia del [[Giovanni Boccaccio|Boccaccio]] per frate Cipolla, per ser Ciappelletto, per la Ciciliana. C'è la spia della gioia con cui certi poeti creano le loro figure, siano esse di candido marmo o di fango: la gioia di sentire la vita – senza aggettivi – e di tradurla in parole.
*Di rado ho provato tanta difficoltà a penetrare nell'anima d'un artista come di fronte al Porta, che è così alla mano, così schietto, così cristallino! I [[poeta|poeti]] più sapienti sono quelli che sembrano dir meno, quelli in cui la rappresentazione non sembra né preceduta né accompagnata dal pensiero.