Anatole France: differenze tra le versioni

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===Citazioni sul libro===
*Dopo l'impeto potente e tempestoso dei ''Contes drôlatiques'', il France sembra placarsi in una ironia leggera, gioconda e tragica insieme nel suo ''Les dieux ont soif'' (''Gli dei hano sete'', oppure ''Gli dei sitibondi''). ([[Lyno Guarnieri]])
 
{{NDR|Anatole France, ''Gli dei hanno sete'' (''Les dieux ont soif''), prefazione di [[Lyno Guarnieri]], traduzione di Anna Maria Guarnieri, Edizioni Geos, [[Roma]] – [[Milano]] 1944.}}
 
==''Il giglio rosso''==
===[[Incipit]]===
====Renato Mucci====
Ella diede un'occhiata furtiva alle poltrone raccolte dinanzi al caminetto, alla tavola da tè, che brillava nell'ombra, e ai grandi fasci pallidi di fiori, che venivan fuori dai vasi di Cina. Affondò la mano nei rami fioriti degli aceri per farne agitare i i globi argentei. Ad un tratto, si guardò da lontano in uno specchio con seria attenzione. Con la vita flessuosa, la gota sulla spalla, seguitava con l'occhio le ondulazioni della sua figura slanciata nella guaina di raso nero intorno alla quale ondeggiava una tunica leggera, disseminata di perle ove tremavano cupi bagliori: L'immagine le riflesse uno sguardo tranquillo, come se quell'amabil donna, da lei osservata, e senza disappunto, vivesse priva di gioia acuta e di tristezza profonda.<br>
{{NDR|Anatole France, ''Il giglio rosso'', traduzione di [[Renato Mucci]], I Nobel Letterari Editrice, Roma 1971.}}
 
====Arturo Salucci====
Ella diede un'occhiata alle poltrone riunite davanti al camino, al tavolinetto da tè, che brillava nell'ombra, e ai grandi mazzi di fiori pallidi che s'innalzavano dai vasi cinesi. Tuffò la mano nei rami fioriti dell'oppio per far tremolare le loro bacche argentate. Ad un tratto, si guardò, da lontano, in uno specchio con intensa attenzione. Diritta e snella di personale, colla guancia china sulla spalla, ella seguiva coll'occhio le ondulazioni della sua forma flessuosa nella guaina di raso nero, intorno alla quale fluttuava una tunica leggera, cosparsa di perle in cui tremolavano delle fiamme cupe. Poi si avvicinò allo specchio, curiosa di veder bene il suo viso di quel giorno. Lo specchio le rifletté uno sguardo tranquillo, come se quella amabile donna, che essa esaminava e che non le dispiaceva, vivesse senza grande gioia e senza profonda tristezza.<br>
{{NDR|Anatole France, ''[http://www.liberliber.it/libri/f/france/index.htm Il Giglio Rosso]'', traduzione di Arturo Salucci, Milano, Bietti Edit. Tip., 1928}}
 
===Citazioni===
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*Un racconto senza [[amore]] è come del sanguinaccio senza mostarda: è cosa insipida.
*Gli [[Spirito|spiriti]] celesti possiedono la facoltà di avvolgersi di una forma apparente che li rende visibili e sensibili. Questa forma è reale, perché è apparente e nel [[mondo]] le sole [[realtà]] sono le apparenze.
 
{{NDR|Anatole France, ''La rivolta degli angeli'', traduzione di Alessandra Baldasseroni, I Classici UNEDI, [[Firenze]] 1973.}}
 
==''Taide''==
===[[Incipit]]===
In quel tempo il deserto era pieno d'anacoreti. Innumerevoli capanne, costruite dai monaci con fronde e fango, si susseguivano lungo le due rive del Nilo, né troppo vicine né troppo lontane, permettendo agli abitanti di vivere isolati e d'aiutarsi in caso di bisogno. Di tanto in tanto qualche chiesa, con in vetta il segno della croce, emergeva fra le capanne; e i monaci vi si recavano i giorni di festa per assistere alla celebrazione dei misteri e partecipare ai sacramenti. C'erano anche, proprio sull'orlo del fiume, case abitate da cenobiti che, chiusi ciascuno nella sua angusta cella, quella comune dimora eleggevano per meglio assaporare la solitudine.<br>Anacoreti e cenobiti vivevano nell'astinenza, prendendo qualche cibo non prima che il sole fosse tramontato, e tutti i loro pasti si riducevano a puro pane con un po' di sale e d'issopo. Alcuni inoltrandosi neldesertonel deserto, cercavano asilo in una caverna o in una tomba e conducevano una vita ancor più singolare.
 
===Citazioni===
*Taide era nata da genitori liberi e poveri, dediti all'[[idolatria]]. Al tempo ch'ella era bambina, suo padre teneva ad Alessandria, presso la Porta della Luna, una bettola frequentata da marinai. Ricordi non continui ma vivi le rimanevano della prima fanciullezza. Rivedeva suo padre seduto accanto al focolare sulle gambe incrociate, grande, imponente e tranquilotranquillo come uno di quei vecchi faraoni di cui narrano le canzoni cantate dai ciechi nei crocicchi delle strade. Rivedeva anche la scarna e triste [[madre]] errare come una gatta famelica per la casa, ch'essa riempiva con gli scoppi della sua voce e con la luminosità dei suoi occhi di fosforo. Si diceva nel sobborgo ch'essa fosse una maga e che di [[notte]] si mutasse in civetta per raggiungere i suoi amanti. Ma erano menzogne. Taide sapeva, per averla spesso spiata, che sua madre non si dedicava alle arti magiche, ma che, tormentata dall'avarizia, passava tutta la notte a contare il guadagno della giornata.
*Cosa vana è fare e non fare; cosa indifferente vivere o morire.
*Nessuna cosa è in se stessa [[Onestà|onesta]] né turpe, giusta né ingiusta, piacevole né [[Pena|penosa]], buona né cattiva. È l'opinione che dà le qualità alle cose, come il sale dà sapore ai cibi.
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*Se la [[bellezza]] è un'ombra, il desiderio è un lampo. Che follia potrebbe essere desiderare la bellezza? Non è forse invece ragionevole che quel che passa si congiunga a quel che non dura e che il lampo divori l'ombra fuggevole?
*Il vero Dio è nel cuore del [[Saggezza|saggio]].
 
{{NDR|Anatole France, ''Taide'' (''Thais''), traduzione di Francesco Chiesa e Alessandra Baldasseroni, Arnoldo Mondadori Editore (CDE 1973).}}
 
==Citazioni su Anatole France==
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==Bibliografia==
*Anatole France, ''Bergeret a Parigi'', traduzione di U. Dettore, Rizzoli, Milano, 1953.
*Anatole France, ''Storia Contemporanea. Il manichino di vimini'', traduzione di U. Dettore, Rizzoli, Milano, 1953.
*Anatole France, ''[http://www.liberliber.it/libri/f/france/index.htm Il giglio rosso]'', traduzione di Arturo Salucci, BiettiMilano, MilanoBietti, 1928.
*Anatole France, ''Il giglio rosso'', traduzione di Renato Mucci, I Nobel Letterari Editrice, Roma, 1971
*Anatole France, ''Gli dei hanno sete'' (''Les dieux ont soif''), prefazione di [[Lyno Guarnieri]], traduzione di Anna Maria Guarnieri', Edizioni Geos, Roma – Milano, 1944.
*Anatole France, ''La rivolta degli angeli'', traduzione di Alessandra Baldasseroni, I Classici UNEDI, Firenze, 1973.
*Anatole France, ''La carezza del bibliofilo'', traduzione di Marco Dotti, ne ''il manifesto'' dell'11 agosto 2007, p. 12.
*Anatole France, ''Taide'' (''Thais''), traduzione di Francesco Chiesa e Alessandra Baldasseroni, Arnoldo Mondadori Editore (CDE, 1973).
*Anatole France, ''Il procuratore della Giudea'' (''Le procurateur de Judée''), traduzione e nota di [[Leonardo Sciascia]], Sellerio editore, Palermo 1991.