Vincenzo Borghini: differenze tra le versioni

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'''Vincenzo Borghini''' (1515 – 1580), filologo e storico italiano.
 
===Citato in ''[[Walter Binni]] e [[Riccardo Scrivano]], ''Antologia della critica letteraria''===
==Citazioni di Vincenzo Borghini==
*MonsignorIn {{NDR|[[PietroDante BemboAlighieri|BemboDante]]}} fuveggo affezionatissimoessere allagrandissime delicatezzae dellabellissime linguaparti, e questale poesiaprincipali dolcetutte eche minutasi parrichieggon chea nellaun nostragran linguaPoema. fusseChe tuttovi ilsia finepoi equalche ildifettuzzo dilettoo suomancamento, eio innon questolo ioniego: sia dell'uomo o dell'età, non lorileva biasimoa questo punto ch'eglidi lequal concedessesia assaipiù perfetto e migliore, mase ben serve o per iscusa o per qualche altra cosa: come non areiservirebbe giàa volutofare ilche tutto...una Eglifigura presupponedi [[Giotto]] fusse più bella d'una d'[[Andrea del Sarto]], il dire che lnell'ammirazioneetà di Dantecolui sial'arte tuttadella inPittura noinon perera letanto molteinluminata, scienziequanto ella fu poi; servirà bene a dire che sonoGiotto in queltante Poematenebre inchiusefece miracoli, e non ebbe pari; dove questo altro ebbe manco difficultà assai, e iode' nonpari, e forse vode' diresuperiori chequalcuno. Ma io nenon tengacredo pocoche conto,il chepunto sarebbein sciocchezza:Dante maconsista ioqui, dicose bene chequesta ioscusa l'hoci perbisognerà serventiin dialcune quelpoche Poema,voci esolamente nonquanto perattiene principali,alla ecomparazione ammirodel Petrarca. Ma il Poetapunto comevero Poeta,sarà equal sia di maggior lode degno o un Epico o Eroico poema grande, non comeinteramente perfetto, o un filosofopiccolo e comeminuto teologoche sia perfetto: seperché può bene mistare pareche si truovi una quasicosa divinitàpiccola d'ingegnobellissima, l'averpogniam saputocaso euna potutocappellina con bellissima proporzione d'architettura e innestarlericchezza di sortecornici, che ellenondimeno servanonon al{{sic|arà}} bisognoa delfare Poemacon la {{sic|fabrica}} d'un gran tempio con graziapochi ornamenti; e conin leggiadriasimili comparazione sogliono dire i nostri uomini a tanto per tanto, o pur del tanto, come disse il Villani...<ref name=Dichtung>Da ''Pensieri diversi'', in ''Studi sulla Divina Commedia di [[Galileo Galilei|G. Galilei]], V. Borghini e altri'', a cura di O. Gigli, Le Monnier, Firenze, 1855, pp. 306-310.</ref> (in [[Walter Binni]] e [[Riccardo Scrivano]], ppp. 92-93)
*Monsignor [[Pietro Bembo|Bembo]] fu affezionatissimo alla delicatezza della lingua, e questa poesia dolce e minuta par che nella nostra lingua fusse tutto il fine e il diletto suo, e in questo io non lo biasimo punto ch'egli le concedesse assai, ma non arei già voluto il tutto... Egli presuppone che l'ammirazione di Dante sia tutta in noi per le molte scienzie che sono in quel Poema inchiuse; e io non vo' dire che io ne tenga poco conto, che sarebbe sciocchezza: ma io dico bene che io l'ho per serventi di quel Poema, e non per principali, e ammiro il Poeta come Poeta, e non come filosofo e come teologo: se bene mi pare una quasi divinità d'ingegno l'aver saputo e potuto innestarle di sorte che elle servano al bisogno del Poema con grazia e con leggiadria.<ref name=Dichtung/> (pp. 92-93)
*Delle similitudini e immagini è me' tacere che dirne poco, perché in queste {{NDR|[[Dante Alighieri|Dante]]}} non ha avuto mai pari; così nell'appropriarle maravigliosamente a proposito, come nell'esprimere felicemente, e secondo la propria natura loro, le {{sic|imagini}} brevissimamente, quell'altre più largamente, e non però di soperchio.<ref name=Dichtung /> (in [[Walter Binni]] e [[Riccardo Scrivano]], p. 93)
 
==Bibliografia==