Gautama Buddha: differenze tra le versioni

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*È meglio impedire a una [[animale|bestia]] di soffrire, piuttosto che restare seduto a contemplare i mali dell'universo, pregando in compagnia dei sacerdoti.<ref>Citato in [[Mario Canciani]], ''Gli animali e le religioni'', in Stefano Apuzzo e Monica D'Ambrosio, ''Anche gli animali vanno in paradiso: Storie di cani e gatti oltre la vita'', Edizioni Mediterranee, Roma, 2007, [http://books.google.it/books?id=DXyiBn9lPKIC&pg=PA20 p. 20]. ISBN 88-272-1417-8</ref>
*È normale per voi, o Kalama, avere dubbi e perplessità. Il dubbio si è generato in voi perché si tratta di argomenti controversi. Ora, ascoltate, o Kalama. Non fatevi guidare da dicerie, tradizioni o dal sentito dire. Non fatevi guidare dall'autorità delle sacre scritture né solo dalla logica o dall'inferenza né dalla considerazione delle apparenze né dal piacere della speculazione né dalla verosimiglianza né dalla considerazione "Il monaco è il nostro maestro". Ma, o Kalama, quando capite da voi stessi: "Queste cose non sono salutari (akusala), ma sono sbagliate e cattive, bandite dai saggi", allora abbandonatele... e quando capite da voi stessi: "Queste cose sono salutari (kusala) e buone, portano beneficio e felicità" allora accettatele e seguitele.<ref>Da ''Kalama Sutta'', traduzione di Maria Angela Falà; citato in [http://www.buddhadharma.it/wdpr/?p=67 buddhadharma.it].</ref>
*Essi fanno distinzioni dove c'è solo vacuità. Persi nelle proiezioni, diventano prigionieri degli attori e delle azioni della loro stessa mente.<ref>Da ''Il Laṅkāvatāra Sūtra'', traduzione e commento di Red Pine, Ubaldini Editore, 2013, p. 28.</ref>
*Le creature senza piedi hanno il mio amore, e così lo hanno quelle a due piedi e anche quelle a molti piedi. Possano tutte le creature, tutte le cose che hanno vita, tutti gli esseri di qualunque specie, non avere mai nulla che possa danneggiarle. Possa non accadere loro mai nulla di male.<ref>Citato in Franco Libero Manco, ''Biocentrismo. L'alba della nuova civiltà'', Nuova Impronta Edizioni, Roma, 1999, p. 31.</ref>
*Mahāmati, quando tutte le false proiezioni che offuscano la vera coscienza cessano, cessano tutte le forme di coscienza sensoriale. Questo, Mahāmati, è quel che si intende per ''cessazione delle caratteristiche''. [...] Mahāmati, i seguaci di altri sentieri sostengono che quando ha fine la percezione di un mondo esterno, cessa anche la continuità della coscienza. Ma se cessasse la continuità della coscienza, avrebbe termine quella continuità senza inizio.<ref>Da ''Il Laṅkāvatāra Sūtra'', p. 52.</ref>
*Mangiare la [[carne]] spegne il seme della grande compassione.<ref>Da ''Mahaparinirvana-sutra'', a cura di Carlo Puini, Carabba, Lanciano, 2008; citato in Tuttle, p. 157.</ref>
*Noi siamo quello che [[Pensiero|pensiamo]].<ref>Citato in Claudio Scalco, Gianluca Gambirasio, ''Atteggiamenti mentali e azioni per il successo'', FrancoAngeli, Milano, 2012, [http://books.google.it/books?id=iZIFKO3mFHEC&pg=PA28#v=onepage&q&f=false p. 28]. Citato anche in [[Osho Rajneesh|Osho]], ''La mente che mente: Commenti al Dhammapada di Gautama il Buddha'', Feltrinelli, 2006, [http://books.google.it/books?id=MOB0L2dvQJAC&pg=PA6#v=onepage&q&f=false p. 6]: «Siamo ciò che pensiamo...».</ref>
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*Buddha, ''Dhammapada'', in ''Aforismi e discorsi'', a cura di Pio Filippani-Ronconi, Tascabili Economici Newton, Roma, 1994. ISBN 88-7983-439-8
*Michael Jordan, ''Buddha'', traduzione di Gian Maria Annovi, Atlante, Monteveglio, 2003. ISBN 88-7455-004-9
*''Il Laṅkāvatāra Sūtra'', traduzione e commento di Red Pine, Ubaldini Editore, 2013. ISBN 978-88-340-1642-8
*[[Amedeo Rotondi]], ''Saggezza dell'Oriente. Massime, sentenze, aforismi, pensieri, proverbi'', Astrolabio, Roma, 1981.
*[[Daisetsu Teitarō Suzuki|D.T. Suzuki]], ''Saggi sul Buddhismo Zen'', vol. 1, Edizioni mediterranee, Roma, 1992. ISBN 88-272-0147-5