Yehuda Ha-Levi: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Yehuda Ha-Levi==
*''Pur ieri beveva la [[terra]], | con sete di giovane ardore, | la pioggia d'autunno: una sposa | che trepida attende l'amore. | Ma or che, d'aiole dorate | fiorita la candida vesta, | per lei primavera è venuta, | somiglia a una sposa ridesta | che rida sui pinti tappeti, | che goda dei lini preziosi, | che al collo ammirando rinnovi | di gemme i monili vezzosi. | La gonna distende vivace | di occhi gemmanti variata: | qui rossi, là verdi, là gialli | la bocca le suggono ambrata. | Da dove i colori e la luce | commisti ha rapiti e i tepori? | Scintillano gocce di stelle, | raggianti, cangianti fulgori, | Scendiamo col vin nel verziere! | Ei brilla nel calice schietto, | in mano riluce e scintilla, | rifulge e fiammeggia nel petto. | È il sole che sprizza dai vetri! | L'acchiappino svelti i bicchieri! | Del bosco pei freschi meandri | perdiamoci e i verdi sentieri! | Andiam! ci {{sic|beamo}}! ridenti | la terra c'impregna gioiosa | di freschi profumi, di gocce | di pioggia, la più rugiadosa. | Le lacrime della rugiada | l'allegran di pianto glorioso, | son veli di perle lucenti | che adornano un petto vezzoso.''<ref>Canto dedicato all'amico Ischaq ben Yalton. {{cfr}} ''Storia della letteratura ebraica biblica e postbiblica'', p. 302.</ref><ref>Citato (in modo più esteso) in Antonio Belli, ''Storia della letteratura ebraica biblica e postbiblica'', Nuova Accademia Editrice, Milano, 1961<sup>3</sup>, pp. 302-303.</ref>
 
==Note==