Genesi: differenze tra le versioni

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Mauro Lanari (discussione | contributi)
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*Allora Dio, nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro. Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli creando aveva fatto. (2, 2 – 3)
*Allora il Signore Dio plasmò l'[[Uomo (genere)|uomo]] con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente. Poi il Signore Dio piantò un [[Giardino dell'Eden|giardino di Eden]], a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male. Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi. [...] Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: "Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti". (2, 7 – 17)
*Poi il Signore Dio disse: "Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile". Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all'uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l'uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo [[nome]]. Così l'uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l'uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una [[donna]] e la condusse all'uomo. Allora l'uomo disse: "''Questa volta essa | è carne dalla mia carne | e osso dalle mie ossa | perché dall'uomo è stata tolta''". Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua [[moglie]] e i due saranno una sola carne. (2, 18 – 2524)
*Ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non ne provavano [[vergogna]]. (2, 25)
*Il [[serpente]] era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. [...] il serpente disse alla donna: "Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male". Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere [[nudità|nudi]]; intrecciarono foglie di [[fico]] e se ne fecero cinture. Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l'uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. (3, 1 – 8)
*Alla donna {{NDR|Dio}} disse: "''Moltiplicherò | i tuoi dolori e le tue gravidanze, | con dolore partorirai figli. | Verso tuo [[marito]] sarà il tuo istinto, | ma egli ti dominerà''". All'uomo disse: "[...] ''Con il [[sudore]] del tuo volto mangerai il pane; | finché tornerai alla terra, | perché da essa sei stato tratto: | [[polvere]] tu sei e in polvere tornerai!''". (3, 16 – 19)