Tom Regan: differenze tra le versioni

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==''I diritti animali''==
*Come le credenze, i desideri, le intenzioni e simili, anche l'[[autocoscienza]] non è proprietà esclusiva dell'''homo sapiens''. (p. 116)
*La posizione che fa dei [[mammifero|mammiferi]] non umani degli individui dotati, al pari di noi, di credenze e desideri è ragionevole per diversi motivi. La suffragano il senso comune e il linguaggio ordinario, nonché la teoria dell'evoluzione [...]. (p. 121)
*Le aziende agricole moderne (e in particolare gli [[Allevamento intensivo|allevamenti industriali]]), per esempio, allevano gli animali in condizioni innaturali. Spesso, come nel caso dei suini, vengono stipati in angusti recinti o, come nel caso dei bovini da riproduzione, tenuti in assoluto isolamento. Poiché i soli ambienti noti a questi animali sono quelli artificiali in cui vivono, a volte si è detto che essi non conoscono altri modi di vivere e quindi non possono soffrire per il fatto di dover rinunciare a un ambiente alternativo di cui non sanno nulla. [...] Supponiamo pure, quindi, che gli animali allevati intensivamente non sappiano quello che perdono; ciò non dimostra che le condizioni in cui vivono non li danneggino. Al contrario [...] la non conoscenza di altri modi di vivere fa parte del danno arrecato loro dall'allevamento di tipo industriale. (pp. 145-146)
*Percezione, memoria, desiderio, credenza, autocoscienza, intenzione, senso del futuro, rientrano nei più importanti attributi della vita mentale dei mammiferi non umani normali con almeno un anno di vita. Aggiungiamo a questa lista le categorie, tutt'altro che prive di importanza, dell'emozione (per esempio, paura e odio) e della sensibilità (intesa come capacità di sperimentare piacere e dolore) e incominceremo a farci un'immagine adeguata della vita mentale di questi animali. (p. 124)
*Gli umani sono, come si dice, animali sociali, ma non sono gli unici animali sociali. Quanto più conosciamo gli animali, domestici e non, tanto più ci colpiscono i bisogni e le disposizioni sociali che caratterizzano la loro vita. (p. 146)
*Le aziende agricole moderne (e in particolare gli [[Allevamento intensivo|allevamenti industriali]]), per esempio,[...] allevano gli animali in condizioni innaturali. Spesso, come nel caso dei suini, vengono stipati in angusti recinti o, come nel caso dei bovini da riproduzione, tenuti in assoluto isolamento. Poiché i soli ambienti noti a questi animali sono quelli artificiali in cui vivono, a volte si è detto che essi non conoscono altri modi di vivere e quindi non possono soffrire per il fatto di dover rinunciare a un ambiente alternativo di cui non sanno nulla. [...] Supponiamo pure, quindi, che gli animali allevati intensivamente non sappiano quello che perdono; ciò non dimostra che le condizioni in cui vivono non li danneggino. Al contrario [...] la non conoscenza di altri modi di vivere fa parte del danno arrecato loro dall'allevamento di tipo industriale. (pp. 145-146)
*Gli umani sono, come si dice, animali sociali, ma non sono gli unici animali sociali. Quanto più conosciamo gli [[animale|animali]], domestici e non, tanto più ci colpiscono i bisogni e le disposizioni sociali che caratterizzano la loro vita. (p. 146)
*Perfino creature di modesta levatura biologica come i [[gallo|polli]] presentano una visibile struttura sociale e hanno comportamenti da cui traspaiono bisogni sociali e relativi desideri. (p. 147)
*Le [[mucca|mucche]] da latte, sottoposte all'acuta sofferenza di doversene stare in piedi su pavimenti di cemento o su grate metalliche, oltre al danno evidente costituito dai dolori dovuti alla posizione cui sono costrette, subiscono anche i danni da deprivazione derivanti dalla loro ridottissima attività. (p. 148)