Walt Whitman: differenze tra le versioni

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*A paragone con la famosa epica greca, e altre minori dopo di quella, i supporti spinali della [[Bibbia]] sono semplici e magri. Tutta la sua storia, le biografie, le narrazioni, ecc., sono come perle su un filo, a indicare l'eterno bandolo della volontà e del potere Deifico. Tuttavia, con solo quella profondissima fede come impulso, e quella volontà Deifica come visibile, o invisibile, tema, essa spesso trascende i capolavori dell'Ellade, e invero ogni capolavoro. Le metafore audaci oltre il credibile, l'anima libera da ogni legge, stravagante agli occhi nostri, il fuoco dell'amore e dell'amicizia, il bacio fervido – povera di argomentazione e logica, ma insuperata in proverbi, nell'estasi religiosa, nei suggerimenti della mortalità comune e della morte, i grandi livellatori dell'uomo – lo spirito ogni cosa, le cerimonie e le forme delle chiese nulla – la fede illimitata, e la sua immensa sensuosità immensamente spirituale – una incredibile, onni-abbracciante non-mondanità e illetterata rozzezza che sa di rugiada (agli antipodi dall'assorbimento commerciale del secolo diciannovesimo e le sue morbose raffinatezze) – niente dubbi che spaccano il capello, non bronci malsani e sospiri, non «Amleto», non «Adonais», non «Thanatopsis», non «In Memoriam».<ref>Whitman si riferisce ai lavori di [[William Shakespeare]], [[Percy Bysshe Shelley]], [[William Cullen Bryant]] e [[Alfred Tennyson]].</ref><ref group="fonte">Da ''La Bibbia come poesia''; in ''Giorni rappresentativi e altre prose'', pp. 529-530.</ref>
*Ai giovani letterati voglio dare tre bei consigli: Primo, non scrivete poesia; secondo idem; terzo idem.<ref group="fonte" name=signal>Da un'intervista rilasciata a ''The Signal'', febbraio 1888; citato in Emanuele Buzzi, ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2005/agosto/20/Whitman_ragazzi_non_scrivete_poesia_co_9_050820018.shtml Whitman: ragazzi, non scrivete poesia]'', ''Corriere della Sera'', 20 agosto 2005, p. 31.</ref>
*[[Calamo aromatico|Calamus]] è parola assai usata da noi e designa tanto una pianta che il suo rizoma aromatico, con uno stocco alto tre piedi, cresce in tutti gli Stati settentrionali e centrali. Il senso simbolico, mistico che esso ha nel mio libro deriva probabilmente da questo fatto, che il Calamus presenta uno stello erboso, grosso e robusto, ed è impregnato di un aroma soave, gradito, pungente.<ref group="fonte">Da una lettera a un corrispondente inglese; citato in ''Foglie d'erba'', nota a p. 726.</ref>
*[[Ralph Waldo Emerson|Emerson]], a mio avviso, non eccelle tanto come poeta o artista o maestro, per quanto valido in tutti questi campi. Egli dà il meglio come critico, o diagnostico. Non lo dominano né passione né fantasia, non distorsioni o debolezze, non una causa né un impulso specifico. Lo domina un freddo e esangue intellettualismo.<ref group="fonte">Da ''I libri di Emerson (le ombre di essi)''; in ''Giorni rappresentativi e altre prose'', pp. 523-524.</ref>
*[[Guerra di secessione americana|Guerra di Secessione]]? No, fatemela chiamare guerra dell'Unione. Seppure, comunque la si chiami, ci è ancora troppo vicina – troppo immensa, sì da oscurarci – i suoi rami ancora informi (ma certi) e protesi troppo lontano nel futuro – quelli più significativi e più poderosi ancora da nascere. Una grande letteratura dovrà tuttavia sorgere da quell'èra di quattro anni, quelle scene – un'èra in cui sono compressi secoli di passione nazionale, quadri di prima grandezza, tempeste di vita e di morte – una miniera inesauribile per le storie, il dramma, il romanzo e anche la filosofia dei popoli a venire – invero la vertebra della poesia e dell'arte (e anche del carattere personale) per tutta la futura America – di molto più grandiosa, a mio parere, se affidata a mani capaci, dall'assedio di Troia per [[Omero]] o delle guerre con la Francia per {{sic|[[William Shakespeare|Shakspere]]}}.<ref group="fonte">Da ''Morte di Abramo Lincoln''; in ''Giorni rappresentativi e altre prose'', p. 700.</ref>
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*''Questo vi è in me – non so che sia – ma so che vi è. || Contorto e sudato – poi il mio corpo si placa, riposa, | e dormo – dormo a lungo. || Non so che sia – è senza nome – è una parola non detta, | non si trova in alcun dizionario o favella, in simbolo alcuno. || Qualcosa che oscilla su più della terra su cui io oscillo, | la [[Creazione (teologia)|creazione]] è l'amica che con il suo abbraccio ad esso mi desta. | Potrei forse dire di più. Abbozzi! Io peroro i miei fratelli, le mie sorelle. | Vedete, fratelli e sorelle? | Non è né caos né morte – è forma, unione, piano – è la vita eterna – è la Felicità.'' (50, p. 110)
*''Forse che mi [[contraddizione|contraddico]]? | Benissimo, allora vuol dire che mi contraddico, | (sono vasto, contengo moltitudini.)'' (51, p. 110)
*''Anch'io non sono affatto domato, anch'io sono intraducibile, | e lancio il mio [[gridare|grido]] barbarico sopra i tetti del mondo.''<ref>La poesia viene citata nel film ''[[L'attimo fuggente]]'' (1989). Il professor Keating (interpretato da [[Robin Williams]]), infatti, dice: «"''E risuona il mio barbarico yawp sopra i tetti del mondo!''" Firmato Walt Whitman. Di nuovo lo zio Walt. Per quelli che non lo sapessero uno yawp è un ululato rauco, un grido.»</ref> (52, p. 111)
*''Mi lascio in eredità alla terra, per rinascere dall'erba che amo, | se ancora mi vuoi, cercami sotto la suola delle scarpe.'' (52, p. 111)
*''Se subito non mi trovi non scoraggiarti, | se non mi trovi in un posto cercami in un altro, | in qualche posto mi sono fermato e t'attendo.'' (52, p. 112)
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*''Il corpo d'una [[donna]] all'incanto, | anche lei non è solo lei, ma la bulicante madre di madri, | ed è feconda di quelli che cresceranno e saranno i compagni delle madri.'' (''Canto il corpo elettrico'', 8, p. 125)
*''Il [[sessualità|sesso]] tutto comprende, i corpi, le anime, | significati, prove, purezze, delicatezze, risultati, promulgazioni, | canti, comandi, salute, orgoglio, il mistero materno, il latte del seme, | ogni speranza, beneficienza, dono, tutte le passioni, gli amori, le bellezze e delizie della terra, | tutti i governi, i giudici, gli dèi, le persone del mondo che hanno sèguito, | tutto questo si trova nel sesso come parte di esso, giustificazione di esso.'' (''Una donna m'attende'', pp. 127-128)
*''Spontaneo me, Natura, | il giorno amante, il sole che ascende, l'amico con cui sono felice, | il braccio del mio amico, che sbadatamente mi posa sull'omero, il pendio della collina inalbato dai fiori del sorbo, | lo stesso nel tardo autunno, toni rossi, gialli, lionati, purpurei, verde chiaro, verde scuro, | la ricca trapunta dell'erba, animali e uccelli, la sponda riservata allo stato naturale, le primitive mele, i ciottoli, | ammirevoli frammenti goccianti, la negligente lista di uno dopo l'altro, quando mi capita di chiamarli a me o di pensarci, | le vere poesie, (ciò che chiamiamo poesie essendo immagini appena,) | le poesie dell'intimità notturna, di uomini come me, | questa poesia pendula, timida e celata che sempre porto con me, che tutti gli uomini portano con sé'' [...].<ref>Parte di questa poesia viene letta da Noah Calhoun (interpretato da [[Ryan Gosling]]) nel film ''[[Le pagine della nostra vita]]'' (2004).</ref> (''Spontaneità'', pp. 129-130)
*''Dall'oceano ondoso, la folla, gentilmente a me giunse una goccia, | e sussurrò, "Ti amo, tra poco muoio, | un lungo cammino ho percorso per guardarti appena, toccarti, | perché non potevo morire finché non t'avessi guardato, | per timore di perderti poi." || Ora che ci siamo incontrati, ci siamo guardati, siamo salvi, | ritorna in pace all'oceano, amore, | anch'io sono parte di quell'oceano, amore, non siamo così separati, | considera il grande globo, la coesione di tutto, la perfezione di tutto! | In quanto a me, a te, l'irresistibile mare ci sèpara, | e se per un'ora ci allontana, non potrà allontanarci per sempre; | non essere impaziente – un breve istante – sappi che io saluto l'aria, l'oceano, la terra, | ogni giorno al tramonto, per amor tuo, mio amore.'' (''Dall'oceano ondoso la folla'', p. 133)
*[...] ''siamo mari che si confondono, siamo due di quelle onde gioconde, che a vicenda si accavallano e spruzzano, | siamo cosa è l'atmosfera, trasparente, ricettiva, pervia e impervia, | siamo neve, pioggia, freddo, tenebra, siamo ognuno il prodotto e l'influenza del globo, | abbiamo girato e girato finché siamo tornati a casa, noi due, | e abbiamo dato fondo a tutto, eccetto la libertà, a tutto, tranne la nostra gioia.'' (''Quanto a lungo ci lasciammo ingannare'', pp. 134-135)
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*''Chiunque tu sia, ora colloco la mia mano su di te, che sia tu la mia poesia, | sussurro, accostando le labbra agli orecchi tuoi, | ho amato molte donne e molti uomini, ma non amo nessuno più di te. | Oh, sono stato negligente e sciocco, | da lungo tempo avrei dovuto accostarmi a te, non avrei dovuto ciarlare d'altro se non di te, né cantare se non di te.'' (''A te'', p. 302)
*''I pittori hanno dipinto i loro gruppi affollati e la figura centrale, | dal capo della figura centrale effondendo un nimbo di luce dorata, | ma io dipingo miriadi di capi, e nessuno senza il suo nimbo di luce dorata, | per virtù della mano mia dal cervello di ogni uomo, ogni donna, il nimbo s'effonde e fluisce per sempre fulgente.'' (''A te'', p. 303)
*''Tu ancora ignori chi sei, tutta la vita hai sonnecchiato sopra te stessa, | le tue palpebre è come se fossero rimaste quasi sempre chiuse, | ciò che hai fatto ti viene ricompensato con [[scherno|derisioni]], | (i tuoi risparmi, sapere, preghiere, se non ti vengono ricompensati con derisioni, in che modo ti vengono ricompensati?) || Le derisioni non sono te, | sotto quelle, entro quelle, confusamente io t'intravedo |'' [...].<ref>Questi versi vengono recitati nel film ''[[Fratelli in erba]]'' (2009) da Janet (interpretata da [[Keri Russell]]). {{Cfr}} «''Ciò che sei non l'hai mai saputo, sei stato come assopito durante tutta la vita, | le tue palpebre sono rimaste socchiuse tutto il tempo, | ciò che hai fatto già torna in guisa di sberleffi, | gli sberleffi non sono te, | sotto di loro e dentro di loro, ti scorgo in agguato.''» Da notare che il titolo originale del film ''Leaves of Grass'' è lo stesso della famosa raccolta di poesie di Whitman.</ref> (''A te'', p. 303)
*''Non v'è dote alcuna in uomo o in donna che in te non riscontro, | non esiste virtù o bellezza in uomo o in donna, che non esista anche in te, con uguale eccellenza, | non v'è coraggio, tenacia in altri, che non sia uguale anche in te, | non v'è piacere in serbo per altri, che ugual piacere non sia in serbo anche per te.'' (''A te'', p. 304)
*''Io nulla impongo come [[dovere|doveri]], | ciò che altri offrono come doveri, io come impulsi vitali, | (dovrei offrire come doveri i battiti del cuore?)'' (''Io e i miei'', p. 307)
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*''Della [[proprietà]] — come se persona adatta a possedere le cose, non potesse, a suo piacere, appropriarsi tutto e incorporare tutto in se stesso o se stessa; |'' [...]. (''Pensieri'', p. 349)
*''Quando udii il dotto [[astronomia|astronomo]], | quando le prove e le cifre mi vennero incolonnate dinanzi, | quando mi mostrarono le carte e i diagrammi, da addizionare, dividere, calcolare, | quando, seduto nell'anfiteatro, udii l'astronomo parlare, e venire a lungo applaudito, | come improvvisamente, inesplicabilmente mi sentii stanco, disgustato, | finché, alzatomi, fuori scivolando me ne uscii tutto solo, | nella mistica umida aria notturna e, di tratto in tratto, | alzavo gli occhi a contemplare in silenzio le stelle.''<ref>Questa poesia viene recitata dal personaggio Gale Boetticher, della serie televisiva ''[[Breaking Bad]]'' e precisamente nell'episodio ''Al tramonto'', il sesto della [[Breaking Bad (terza stagione)|terza stagione]]. {{Cfr}} «''Quando ascoltai l'astronomo erudito, | quando le prove e i numeri furono messi in colonna dinanzi a me, | quando le carte e i diagrammi mi furono mostrati per aggiungerli, dividerli e misurarli, | quando, seduto, udii l'astronomo e la sua conferenza tra gli applausi della sala, | quanto presto, inspiegabilmente divenni stanco e sofferente, | finché, scivolando via, non mi misi a vagare da solo, | nella misteriosa e umida aria notturna e, di tanto in tanto, | levai lo sguardo nel perfetto silenzio verso le stelle.''» Il protagonista della serie, Walter White possiede una copia di ''Leaves of Grass'', regalatagli dallo stesso Gale.</ref> (''Quando udii il dotto astronomo'', pp. 349-350)
*''Ahimè, ahi [[vita]]! domande come queste mi perseguono, | d'infiniti cortei d'infedeli, città gremite di stolti, | io che sempre rimprovero me stesso, (perché chi più stolto di me, chi di me più infedele?) | d'occhi che invano anelano la luce, scopi meschini, lotta rinnovata ognora, | dagli infelici risultati di tutto, le sordide folle anfananti, che in giro mi vedo, | degli anni inutili e vacui degli altri, e io che m'intreccio con gli altri, | la domanda, ahimè, che così triste mi persegue, – Che v'è di buono in tutto questo, o Vita, ahimè? | RISPOSTA | Che tu sei qui – che esistono la vita e l'individuo, | che il potente spettacolo continua, e che tu puoi contribuirvi con un tuo verso.''<ref>La poesia viene citata nel film ''[[L'attimo fuggente]]'' (1989). Il professor Keating (interpretato da [[Robin Williams]]), infatti, dice: «Citando Walt Whitman, "''O me o vita, domande come queste mi perseguitano. Infiniti cortei di infedeli. Città gremite di stolti. Che v'è di nuovo in tutto questo, o me o vita? Risposta. Che tu sei qui, che la vita esiste, e l'identità, che il potente spettacolo continua e che tu puoi contribuire con un verso. Che il potente spettacolo continua e che tu puoi contribuire con un verso.''" Quale sarà il tuo verso?» Questo ed altri passaggi del monologo del professor Keating sono stati poi utilizzati dalla ''[[w:Apple|Apple]]'' per uno spot commerciale nel 2014. A pronunciare le battute è lo stesso [[Robin Williams]] nello spot in lingua originale ed il doppiatore del professore nel film, [[Carlo Valli]], nello spot in lingua italiana.</ref><ref>La breve poesia viene citata anche da [[Roberto Benigni]] al termine del suo spettacolo ''I Dieci Comandamenti'', andato in onda su Rai 1, il 16 dicembre 2014. {{Cfr}} ''[http://spettacoliecultura.ilmessaggero.it/televisione/benigni-dieci-comandamenti-talmud-poesia-whitman/1070801.shtml Benigni e i Dieci comandamenti, il passo del Talmud e la poesia di Walt Whitman citati durante lo show]'', ''Messaggero.it'', 17 dicembre 2014.</ref> (''Ahimè! Ahi vita!'', p. 350)
*''Quanto tu fai e dici è per l'America un miraggio pendulo, | tu ignori la Natura – la politica della Natura, non ne hai mai appreso la grande ampiezza, rettitudine, imparzialità, | e non hai visto ancora che solo cose siffatte s'addicono agli Stati, | e che tutto ciò che è inferiore, o presto o tardi, dovrà svanire dagli Stati.''<ref>Questa poesia «pare» dedicata a [[James Buchanan]], 15º presidente degli Stati Uniti. {{Cfr}} Note, p. 728.</ref> (''A un Presidente'', p. 351)
*''Errando col pensiero per l'Universo, vidi il poco che è [[Bene e male|Buono]] procedere con moto costante verso l'immortalità, | e il vasto tutto che è [[Bene e male|Male]] correre a fondersi, perdersi, dileguare.'' (''Errando col pensiero'', p. 353)
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*''Nell'aiola davanti la porta d'antica fattoria, accanto allo steccato verniciato di bianco, | s'aderge il fusto slanciato del [[lillà|lilla]], con le sue foglie a forma di cuore, d'un verde intenso, | con più di un aguzzo corimbo che delicato spunta, con il denso profumo che amo, | ogni foglia un miracolo – e da quel fusto presso la porta, | con i suoi fiori d'un colore soave, e foglie a forma di cuore d'un verde intenso, | un rametto con i suoi fiori spicco.'' (''Quando i lilla per l'ultima volta'', 3, p. 413-414)
*''Nei remoti meandri del padule, | celato un timido uccello gorgheggia il suo canto. || Solitario il [[tordo (uccello)|tordo]], | l'eremita che vive in disparte, e che fugge le case, | canta a se stesso un canto. || Canto di gola che sanguina, | canto di vita che sgorga dalla morte (perché ben so, caro fratello, | che se tu non potessi cantare certamente moriresti.)'' (''Quando i lilla per l'ultima volta'', 4, p. 414)
*''O Capitano! o mio Capitano!''<ref name=lincoln>Dedicata ad [[Abramo Lincoln]], 16º Presidente degli Stati Uniti d'America.</ref><ref>La frase «O capitano, mio capitano» viene citata nel film ''[[L'attimo fuggente]]'' (1989). Il professor Keating (interpretato da [[Robin Williams]]), infatti, nelle fasi iniziali del film dice: «"O Capitano, mio Capitano!" Chi conosce questo verso? Nessuno. Non lo sapete? È una poesia di Walt Whitman, che parla di Abramo Lincoln. Ecco, in questa classe potete chiamarmi professor Keating o se siete un po' più audaci, "O Capitano, mio Capitano".» La frase viene poi ripresa anche in un episodio di ''[[How I Met Your Mother]]'' e in uno di ''[[Suits (terza stagione)|Suits]]''.</ref>'' sorgi, odi le campane, | sorgi, per te è issata la bandiera, per te squillano le trombe, | per te i fiori e ghirlande legate con i nastri – per te le nere rive, | perché te invoca la ondosa folla, volgendo il volto ansiosi; | ecco, o Capitano, o diletto padre, | con il braccio ti sostengo il capo, | non è che un sogno che, sopra il ponte, | sei caduto, freddo, morto.'' (''O Capitano! o mio Capitano!'', p. 423)
[[Immagine:Walt Whitman - Brady-Handy restored.png|thumb|La foto di Walt Whitman appesa sulla parete dell'aula dove Keating tiene le sue lezioni, nel film ''[[L'attimo fuggente]]'' (1989)]]
*''Questa polvere fu già un uomo,''<ref name=lincoln/>'' | dolce, semplice, giusto e risoluto, sotto la cui cauta mano, | contro il più turpe delitto che la storia ricordi in ogni terra, ogni tempo, | fu salvata l'Unione degli Stati.'' (''Questa polvere fu già un uomo'', p. 425)
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*''Un dopo l'altro i grandi attori si ritirano, | da quel dramma sublime sull'eterno teatro della [[storia]],'' [...]. (''Morte del generale Grant'', p. 638)
*''Che precipiti flutti umani in te, di giorno e di notte! | Quali passioni, vincite, perdite, ardori solcano le acque tue! | Quali gorghi di male, di felicità e dolore, ti ostacolano! | Quanti curiosi sguardi inquisitori – lampi d'affetto! | Ghigno d'invidia, scherno, disprezzo, occhiate di speranza e desiderio! | Tu porta – tu arena – tu con le tue file e con i tuoi gruppi che stendono a miriadi! | (Potessero le tue pietre, le sponde, le facciate narrare le loro incredibili storie; | le tue lussuriose vetrine, gli alberghi immensi – i tuoi marciapiedi spaziosi;) | tu con i piedi che senza tregua scivolano, saltellano, strascicano! | Tu come il mondo stesso multicolore – come la vita infinita, bulicante ed ironica! | Tu mascherata, vasta, indicibile mostra e lezione!'' (''[[Broadway]]'', p. 641)
*''Nulla mai viene veramente perduto, o può venir perduto, | non nascita, identità, forma – oggetto veruno del mondo, | non vita, non forza, né cosa alcuna visibile; | le apparenze non debbono ingannare, sfera mutata non deve confonderti il cervello. Vasti sono il Tempo e lo Spazio – vasti i campi della Natura. | Il corpo torbido, vecchio, freddo – ceneri che sono rimaste dai fuochi d'un tempo, | la luce offuscata degli occhi tornerà a splendere'' [...].<ref>Parte di questa poesia viene recitata da Duke (interpretato da [[James Garner]]) nel film ''[[Le pagine della nostra vita]]'' (2004): «''Niente è mai perduto o può essere perduto. Il corpo lento, vecchio, freddo, ceneri rimaste dai fuochi del tempo, tornerà a splendere ancora.''»</ref> (''Continuità'', p. 643)
*''I due antichi, semplici problemi ognora intrecciati, | assillanti, elusivi, presenti, delusi, impugnati, | da ogni successiva generazione insoluti, trasmessi, | oggi alla nostra – e noi faremo lo stesso.'' (''[[Vita e morte]]'', p. 648)
*''E chi sei tu? chiesi all'acquata, che dolcemente pioveva, | ed essa, strano a dirsi, mi diede questa risposta, che ora traduco: | della Terra sono il Poema, rispose dunque l'acquata, | eterna mi sollevo impalpabile dalla terra e dal mare insondabile, | su verso il cielo, donde, in forma vaga, totalmente mutata eppure sempre la stessa, | discendendo a lavare le aridità, i detriti, gli strati di polvere del mondo, | e quanto in essi, senza il mio ausilio, sarebbe seme latente, non nato; | perenne di giorno, di notte, restituisco la vita all'origine mia, la abbellisco e purifico;'' [...]. (''La voce della [[pioggia]]'', p. 648)
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[[Immagine:Emerson's Letter to Whitman.jpg|thumb|La lettera di Emerson a Whitman]]
*Come argomento per ''Foglie d'erba'', in quanto poema, abbandonai i temi convenzionali, che nel mio libro infatti non appaiono: via i soliti ornamenti tradizionali, le raffinate trame di amore o guerra, i nobili personaggi eccezionali del Vecchio Mondo; nulla, potrei dire, per il solo fine della bellezza – nessuna leggenda, mito, romanza, eufemismo, rima. Ma la più vasta media dell'umanità, e le sue personalità nel secolo decimonono, che sta ormai declinando, specialmente in ognuno degli infiniti esempi e delle occupazioni pratiche, che si riscontrano oggi negli Stati Uniti.<ref group="fonte" name=novembre>Da ''Sguardo retrospettivo al cammino percorso'', prefazione di ''Fronde di Novembre'', 1888; in ''Foglie d'erba'', 1993, pp. 706-722.</ref> (Walt Whitman)
*Considerate da un'altra visuale, ''Foglie d'erba'' sono apertamente il canto del Sesso e dell'Amore fisico, persino dell'Animalità – sebbene sotto queste parole si nascondano significati che abitualmente non si accompagnano con esse, e che si riveleranno a tempo debito; a tutto cerchi di elevarsi una luce, in un'atmosfera diversa.<ref group="fonte" name=novembre/> (Walt Whitman)
*Egregio signore, non ignoro il valore del vostro prezioso dono di ''Foglie d'erba''. Le trovo la più straordinaria manifestazione d'intelligenza e sapienza, che l'America abbia fin ora prodotto. La loro lettura mi ha procurato viva gioia... Mi rallegro con voi per i vostri liberi e audaci pensieri... Nel vostro libro ho trovato cose incomparabili, dette incomparabilmente bene... Vi saluto all'inizio di una gloriosa carriera...<ref>Whitman pubblicò la lettera in apertura della seconda edizione della raccolta nel 1856. Emerson tuttavia non la prese molto bene perché Whitman aveva agito senza chiedergli preventivamente il permesso. Secondo [[Franco Buffoni]], la vera motivazione dell'arrabbiatura di Emerson non va ricercata tanto in questa mera questione formale quanto nel timore delle possibili ripercussioni di una presa di posizione pubblica in favore di un libro che si discostava notevolmente dalla morale dell'epoca.</ref> ([[Ralph Waldo Emerson]])
*''Foglie d'erba'', lo dichiaro (e non potrò mai ripeterlo abbastanza), sono anzitutto il risultato della mia natura personale, delle sue emozioni e altre reazioni - un tentativo, dalla prima all'ultima riga, di trascrivere in assoluta libertà, pienamente, sinceramente, un ''Individuo'', un essere umano (me stesso, nella seconda metà del secolo decimonono, in America). Non ho potuto trovare nella letteratura generale alcuna analoga cronaca individuale, che potesse soddisfarmi. Ma non è su ''Foglie d'erba'', considerate specialmente come un'opera letteraria, o come saggio letterario, che cerco di insistere, o fondo le mie pretese. Nessuno riuscirà mai a intendere le mie poesie, persistendo a considerarle come un'opera letteraria, o un tentativo del genere, come un'opera che miri soprattutto all'arte o alla bellezza formale.<ref group="fonte" name=novembre/> (Walt Whitman)
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*Dall'età di sedici anni ho posseduto un grosso in-ottavo di un migliaio di pagine, stampate fitte (lo posseggo ancora), che conteneva tutte le poesie di [[Walter Scott]]. Per cinquant'anni esso mi è stato miniera inesauribile, tesoro di foraggio poetico (specialmente le sue foreste e interminabili giungle di note) e tale resta tuttora. (p. 715)
*Verso la fine, tra le altre tante cose, avevo anche dato una scorsa alle poesie di [[Edgar Allan Poe|Edgar Poe]], che non mi piacevano, per quanto riconoscessi sempre che, al di là del campo limitato dei loro ritmi (che costituiscono una specie di perpetuo carillon musicale, che va dal si bemolle al sol) erano delle espressioni melodiose e forse insorpassate di certe alcune fasi della morbosità umana. (p. 715)
*Io ritengo che il più prezioso servizio che le poesie, o qualsiasi altro scritto, possano rendere ai lettori, non consiste solo nel soddisfare il loro intelletto, offrire qualcosa di raffinato o interessante, e neppure nel dipingere grandi passioni, uomini o avvenimenti, ma nel riempirli di una virilità vigorosa e pura, di un sentimento religioso, inculcar loro il ''coraggio'', come un bene fondamentale, un'abitudine. (p. 717)
*[...] i canti più intensi e dolci debbono ancora venire cantati. (p. 722)
 
==Citazioni su Walt Whitman==