Cecilio Stazio: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
+2 |
+1; raggruppo |
||
Riga 2:
==Citazioni==
*E
▲*E già avevi concepito il disegno di piangere in un pietoso canto l’eruzione del [[Vesuvio]] e di ripagare coi tuoi lamenti i danni subiti dalla tua patria allorché il Padre svelse dal suolo il monte, lo sollevò sino alle stelle e lo riversò per larga estensione sulle misere città. (''Silvae'', V, 3, 205-208)<ref name=classiche>Citato in ''[http://www.arborsapientiae.com/allegati_articoli/3_nbp_3_fonti_classiche.pdf Fonti classiche per Pompei, Ercolano, Stabia ed il Vesuvio]'', ''NOVA BIBLIOTHECA POMPEIANA'', 2012.</ref>
*L'[[uomo]] è un [[dio]] per gli altri uomini, qualora [[conoscenza|conosca]] il proprio [[dovere]]. (1996)
:''Homo homini deus est, si suum officium sciat.''
*Non a tal punto il cratere del Vesuvio e la tempesta di fuoco del terribile vulcano privò dei suoi abitanti le atterrite città: esse stanno in piedi e sono fiorenti di popolazione. (''Silvae'', III, 5, 72-75)<ref name=classiche/>▼
*[[Vivere|Vivi]] come puoi, se non puoi come vuoi.
:''Vivas ut possis, quando non quis ut velis.'' (v. 250 Guardì; 1996)
*Spesso anche sotto un sordido mantello si nasconde la [[saggezza]].
:''Saepe est etiam sub palliǒlo sordido sapientia.'' (v. 250 Guardì; 1996)
===''Silvae''===
▲*Non a tal punto il cratere del Vesuvio e la tempesta di fuoco del terribile vulcano privò dei suoi abitanti le atterrite città: esse stanno in piedi e sono fiorenti di popolazione. (
*Oh, mirabile senso di fiducia! Crederà mai la futura generazione degli uomini, quando di nuovo verdeggeranno le messi, quando ormai si copriranno di verdi erbe questi luoghi ora deserti, che sotto i loro piedi giacciono sepolte città e popolazioni e che antichissime campagne sono state da per tutto inghiottite dal mare? (IV, 4, 78-86)<ref name=classiche/>
*E già avevi concepito il disegno di piangere in un pietoso canto l’eruzione del [[Vesuvio]] e di ripagare coi tuoi lamenti i danni subiti dalla tua patria allorché il Padre svelse dal suolo il monte, lo sollevò sino alle stelle e lo riversò per larga estensione sulle misere città. (V, 3, 205-208)<ref name=classiche/>
==Bibliografia==
|