Marco Malvaldi: differenze tra le versioni

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*«Successe la solita 'osa che succede sempre in [[Italia]]». «La [[sinistra]] ha perso le elezioni?» (p. 214)
*Quando voi fa' la [[rivoluzione]], l'urtima 'osa che devi fa' è mettetti contro l'[[esercito]]. (p. 215)
*I [[Bambino|bimbi]] de' sordi 'un se ne fanno nulla. (p. 231)
 
==''Il gioco delle tre carte''==
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*Si sa, spesso i discorsi inutili sono principalmente quelli delle altre persone. (p. 25)
*C'è questo monastero, Belém, dove fanno dei pasticcini che si trovano solo lì.''[[Pastéis de Belém]]''. Me ne mangerei un vagone. Se andassi due mesi a Lisbona, partirei [[Michelle Hunziker]] e tornerei [[Platinette]]. (Alice, p. 27)
*Come diceva Celentano? Chi non [[Lavoro|lavora]] non fa l'amore, ma chi lavora prima o poi lo piglia in culo. (Pilade, p. 39)
*– [...] Lo sai che casino succederebbe se non ci fosse nessuno che difende i diritti dei lavoratori? Si finirebbe come la Cina.<br/>– Ne sono convinto. [...] Purtroppo non sento mai parlare di doveri dei lavoratori. Il che, forse, spiega il fatto che stiamo finendo come l'Italia. (p. 40)
*Ognuno di noi ha le sue priorità, nella vita.<br/>Prima di una certa età, la maggior parte dei [[Uomo (genere)|maschi]] preferisce una partita di calcio praticamente a qualsiasi cosa, escluso il sesso; dopo una certa età, «escluso il sesso» diventa un dato di fatto, non più un'assegnazione di massima importanza. Andando ancora oltre, e avvicinandoci alla data di scadenza, anche la partita piano piano vede sfumare il suo fascino, e ognuno di noi la sostituisce con cosa meglio crede: nipotini, tombola, bocce, omicidi. (p. 40)
*Ormai ci si sono abituati, e non c'è niente di più difficile da estirpare di un'[[abitudine]]. (p. 56)
*Cerrrrrrto che puoi {{NDR|suggerire}}. Io poi sono libero di fare come pare a me, ma mai perdere l'occasione di ascoltare la tua [[fidanzata]]. Una [[Regole dai libri|regola]] che Massimo aveva pervicacemente ignorato nel corso di lunghi anni di solitudine, quando gli mancava qualcuno con cui andare a letto, e di cui stava imparando l'importanza solo negli ultimi tempi, adesso che c'era una persona accanto a cui svegliarsi. (p. 57)
*Altra cosa necessaria, se davvero volete arrivare a Sintra, è fare attenzione agli automobilisti [[Portogallo|portoghesi]], i quali sono fermamente convinti che in autostrada si possa sorpassare indifferentemente sia a destra che a sinistra, che la distanza di sicurezza che voi intendete come espressa in metri sia in realtà da intendersi in centimetri e che il clacson abbia la proprietà di far smaterializzare il veicolo con cui stiamo per collidere. Nel corso della sua esistenza, Massimo si era chiesto oziosamente un paio di volte per quale motivo c'erano stati così pochi piloti di Formula 1 portoghesi, appena due in tutta la storia: nel corso della vacanza, il motivo era emerso in tutta la sua pericolosa obiettività. (p. 60)
*Ognuno di noi si costruisce, nella vita, delle [[Regole dai libri|regole]] non scritte: imperativi categorici che ci impediscono di prendere in considerazione dei comportamenti che, oltre a essere perfettamente legali, non farebbero del male a nessuno.<br/>Se aveste chiesto a Massimo, vi avrebbe detto che la prima Regola Non Scritta di Alice era: se non lo faccio io, è da rifare. E se non ci sono io, vedi al punto precedente. (p. 61)
*– Come il giocatore della [[Juventus Football Club|Juve]]?<br/>– Scusa, Alice – si intromise Massimo. – Va bene che siamo al bar, ma anche alle volgarità c'è un limite. Certe parole qui preferirei che tu non le dicessi. (p. 85)
*[...] Il lavoro d'[[Investigazione|indagine]] non è tutto intuizioni lampanti, come nei gialli. E non è un gioco di carte, come mi raccontavi te quando mi parlavi della prima volta che ti sei trovato dentro un caso. [...] Volevo dirti che è proprio il modello che è sbagliato. Un lavoro d'indagine vero, sul campo, è molto più simile alla [[battaglia navale]]. All'inizio spari alla cieca, e non cogli niente, ma è fondamentale che tu ti ricordi dove hai sparato, perché anche il fatto che lì tu non abbia trovato nulla è una informazione. [...] A un certo punto, quando prendi qualcosa senza affondarlo, capisci che devi continuare a sparare nei quadratini adiacenti, ma con criterio. Se ne becchi due di fila, sai che il terzo colpo lo devi sparare sulla stessa linea. Davanti o dietro, non lo sai, ma sai che è solo questione di tempo. Ecco, il nostro lavoro è così. (Alice, p. 107)
*'Un si va più ar cinema, tanto c'è le serie televisive coll'attori dei fìrm, che son meglio del cinema. 'Un si va più alla partita, tanto te la guardi in accadì con tre telecronache diverse, telecronista neutrale, telecronista tifoso e telecronista in ingrese. Ci manca solo ir telecronista finocchio che commenta quanto sono bòni i giocatori e poi la copertura è completa. E allo stadio e ar cinema 'un ci va più nessuno. Ma stiamo tranquilli, tanto c'è Feisbuk. (Ampelio, p. 119)
*Uno dei contrasti più spettacolari di un [[ristorante]] è la differenza tra la sala e la cucina.<br/>Più la sala è calma, elegante, raffinata ed accogliente, più la cucina è incasinata, rumorosa, ansiosa ed isterica; per ottenere la tartare di scampi su crostino di pane guttiau con olio profumato all'aglio di Caraglio, che in un ristorante stellato vi giunge su un piatto di porcellana, veleggiando tra le mani di un cameriere di aspetto apollineo come se vi fosse stata deposta con tutto l'amore del mondo, di media sono necessarie sei bestemmie, due scottature, la sostituzione di un piatto sbreccato e la reiterata insinuazione da parte del maître che lo chef de partie porti un cognome opinabile.<br/>Se volete sapere com'è la cucina, quindi, guardate la sala e pensate al contrario. (p. 140)
*Sono vecchio. Mi scordo le cose. Sai, la mia età comporta dei problemi grossi per lavorare in un ristorante: la perdita della [[memoria a breve termine]] e, cosa ben più grave, la perdita della memoria a breve termine. (Aldo, p. 145)
*[...] Ricordati che farti fare quello che non vuoi fare e per di più contento di farlo è una specialità delle [[donna|donne]]. Di tutte, non solo della tua fidanzata. (Aldo, p. 148)
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===Citazioni===
*L'unica cosa piacevole di un giorno di metà agosto, alle due di pomeriggio precise, quando uno respira aria liquida e tenta di non pensare che alla cena mancano ancora sei o sette ore, è andare con qualche amico al bar a prendere qualcosa. (p. 19)
*{{NDR|Parlando della [[discoteca]]}} Quello che non capisco è cosa ci trova la gente! Ti rinchiudano in uno stanzone con la musica a tutto bòrdone, tutti pìgiati l'uno coll'altro, invece di balla' devi dimenarti come se t'avessero messo la sabbia nelle mutande, e alla fine esci tutto rincoglionito. E per fatti tratta' così ti fanno anche paga'! Dimmi te se è regolare... [...] Ma dìo, se voi senti' tutto che rimbomba prenditi a mattonate sur cranio, almeno è gratis... (p. 24)
*Io personalmente detesto i posti dove se ordini un vino non perfettamente in linea con quello che hai preso da mangiare o se tenti di uscire dai crismi della Gastronomia con la g maiuscola ti trattano da pellaio e ti dicono «Ma nooo, perché ti vuoi sciupare così la sella di coniglio disossato con il flan di fagiolini e anacardi? Se mi dai retta...» o anche peggio. Conosco posti dove non ci sono vie di mezzo, o sei un intenditore e allora il padrone ti adora e tutte le volte ti fa fare un'entrata che nemmeno Wanda Osiris, oppure sei un fetecchione che di vini non ci capisce una mazza e allora ti fanno capire nemmeno troppo velatamente che uno come te dovrebbe stare a casa sua e non andare lì a rompere tanto, che c'è gente che aspetta. I tuoi quattrini gli vanno bene, tu no. (p. 26)
*Capita, talvolta, quando sei [[bambino]] piccolo, che i bimbi più grandi ti dicano di andare con loro a giocare: da soli, senza che le mamme ce li costringano. È come essere ammessi a un rito, qualsiasi puttanata facciate ti diverti tantissimo, e ti resta una giornata da ricordare. (pp. 28-29)
*Si consolava pensando che quando andava all'università, a Pisa, un suo amico siciliano, del quale tutto si poteva dire tranne che facesse distinzioni razziste, in un momento di ebrietas aveva tracciato «l'identikit del perfetto [[idiota]]»: e tra le altre caratteristiche fondamentali, che Massimo non ricordava, doveva essere [[ingegnere]], [[Juventus Football Club|juventino]] e [[Calabria|calabrese]]. (p. 36)
*[[Caffè]], ora. Meno male che c'è il caffè. Ma chi sarà stato il ganzo che ha inventato il caffè? Dev'essere cugino di quel genio che ha inventato il [[letto]]. Premio Nobel a tutti e due, altro che Dario Fo. A loro, e a quello che ha inventato la Nutella. In chiesa, al posto della statua di San Gaspare. Perlomeno si vedrebbe un po' più di devozione sincera. (p. 53)
*L'importante, quando si [[Pettegolezzo|spettegola]], è mantenere l'impianto formale. Il divulgatore deve richiedere la massima segretezza, e gli astanti accordargliela; dopo, è chiaro che faranno galoppare la notizia ovunque ci riescano. È solo questione di tempo. Se uno dice «tenetela per voi il più possibile» non intende «ditela a meno persone possibile» ma «resistete un minimo di tempo prima di esplodere, così le tracce che portano a me saranno più difficili da seguire». (p. 59)
*Altra [[Regole dai libri|regola]] fondamentale, nel farsi gli affari di persone mai viste né conosciute, è la documentazione delle proprie asserzioni con precisi riferimenti a persone, o ancor meglio a parenti di persone, la cui competenza in materia sia assicurata da qualsivoglia analogia con la persona in questione; ciò conferisce anche al più ardito sproloquio la struttura rassicurante di un sillogismo. (p. 80)
*- Salve a tutti, belli e brutti. Che state guardando alla tele?<br/>- Un programma di [[astrologia]] e [[divinazione]] [...]<br/>- Ganzo [...] Tu pensa che ai miei tempi si diceva pigliarlo nel culo, ora invece si dice astrologia e divinazione. (p. 111)
*''Quel che resta del giorno'', di Kazuo Ishiguro, bel libro ma leggetelo in un periodo in cui siete allegri altrimenti vi gettate sotto un tram. (p. 120)
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*C'era un tempo, ormai lontano, in cui la «[[La Gazzetta dello Sport|Gazzetta]]» di luglio e agosto considerava il [[Calcio (sport)|calcio]] solo per cortesia, nelle pagine centrali, contrassegnate da un emblema in alto con un pallone sotto l'ombrellone e la scritta «Calcio d'estate». Il resto del giornale era atletica, nuoto, ciclismo, pugilato. E calciomercato, certo, ma solo per casi clamorosi. Oggi, invece, il calcio monopolizza: a partire dalle prime pagine su ipotesi non confermate di possibili trasferimenti di mercenari strapagati da un club a un altro. (p. 116)
*A livello di soddisfazione personale, il top era rappresentato dai grandi tapponi di montagna del [[ciclismo|Giro o del Tour]]: un divano, una birra ghiacciata, un panino fragrante e ben imbottito con cui rifocillarsi assistendo allo spettacolo di un nutrito gruppo di tizi che si facevano un culo epico arrampicandosi in bicicletta alle tre di pomeriggio lungo salite ripide ma assolate, sudando come mufloni nel caldo impietoso di luglio. (p. 132)
*– L'[[ignoranza]] aiuta a prendere la decisione giusta? – ridacchiò Ampelio. – Cos'è, il nuovo [[Motti dai libri|slogan]] della [[Lega Nord|Lega]]? (p. 193)
 
==[[Incipit]] di ''Odore di chiuso''==