Manara Valgimigli: differenze tra le versioni
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==Citazioni di Manara Valgimigli==
*Fervore di sangue che si dilata in respiri profondi, contemplazione, desiderio e possesso di cose belle, da una notte stellata a una veste candida; gioia e pienezza di vita che si discioglie in canto; questa è la poesia di [[Saffo]]. Cosa miracolosa, disse [[Strabone]]. Parole immacolate. I nessi logici sono ridotti al minimo; assottigliati fino scomparire; cose trasferite nelle parole; e parole essenziali, imbevute di colore, aerate di canto.<ref>Citato in Francesco Pedrina, ''Musa Greca, {{small|Antologia di poeti e prosatori greci con profili degli autori e pagine critiche organicamente scelte per un disegno storico-estetico''}}, Casa Editrice Luigi Trevisini, Milano
*Il [[Vincenzo Monti|Monti]] non traduce, ma interpreta: che è pur l'unico modo di tradurre. Subito egli coglie di un episodio, di un personaggio, di un'azione, l'accento fondamentale; e a quello volge e piega il suo interpretare, che è il suo tradurre, e intona il suo canto. Non ha deviazioni o urti o arresti, come chi sia preoccupato di altro e ad altro intenda: come chi, per esempio, si affatichi su l'analisi verbale del testo, o si adoperi di seguir certo stile e di provocare e ottenere effetti voluti. Egli ha dentro una sua musica: e quella ode e a quella obbedisce.<ref>Da Omero, ''Iliade'', nella traduzione di Vincenzo Monti, commentata ad uso delle scuole medie inferiori da Manara Valgimigli, nuova ristampa, Firenze, Le Monnier, 1941, pp. XV-XX; in
▲*Fervore di sangue che si dilata in respiri profondi, contemplazione, desiderio e possesso di cose belle, da una notte stellata a una veste candida; gioia e pienezza di vita che si discioglie in canto; questa è la poesia di [[Saffo]]. Cosa miracolosa, disse [[Strabone]]. Parole immacolate. I nessi logici sono ridotti al minimo; assottigliati fino scomparire; cose trasferite nelle parole; e parole essenziali, imbevute di colore, aerate di canto.<ref>Citato in Francesco Pedrina, ''Musa Greca, {{small|Antologia di poeti e prosatori greci con profili degli autori e pagine critiche organicamente scelte per un disegno storico-estetico''}}, Casa Editrice Luigi Trevisini, Milano <sup>5</sup>, p. 291.</ref>
*{{NDR|Su [[Francesco De Sanctis]]}} Quell'occhio acutissimo che tutto guardò, come soleva dire, da entro, la cosa più intima e più singolare dell'espressione poetica, che è la parola, non la guardò; gli rimase esterna; non fece esperienza del lavoro proprio dell'arte; e insomma il senso storico della lingua e della tecnica poetica non l'occupò mai troppo, né lo preoccupò. Il quale fu una conquista del Carducci. Le pagine del [[Giosuè Carducci|Carducci]], per esempio, su la lingua e su la tecnica del ''Giorno'' di [[Giuseppe Parini|Parini]], il De Sanctis né le scrisse, né avrebbe potuto scriverle.<ref>In ''Pan'', fascicolo di aprile del 1935; citato in [[Luigi Russo|Luigi Russo]], ''La oritica letteraria (Carducci critico
==Note==
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