Vitaliano Trevisan: differenze tra le versioni

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'''Vitaliano Trevisan''' (1960 – vivente), scrittore, attore, drammaturgo, regista teatrale, librettista, sceneggiatore e saggista italiano.
 
==Citazioni di Vitalino TRevisan
*L'italiano [...] è troppo leggero, racchiude il pensiero in una bolla che si spinge sempre troppo in alto e, a un certo punto, finisce per scoppiare. Salita verso l'alto, dissi, scoppio, ricaduta sotto forma di una polvere finissima e appiccicosa che si attacca dappertutto, finendo per soffocare spirito e pensiero. Uno cerca delle pietre e non trova che sabbia e polvere, e l'italiano è ottimo per insabbiare qualsiasi cosa, o per alzare opportune cortine fumogene, al riparo delle quali trasformarsi così come si puote e si vuole, a seconda di come tira il vento, esercizio, questo del trasformismo, che sembra essere nato con l'Italia, trovando nella lingua una sponda ideale. (da<ref>Da ''Il ponte – un crollo'', Einaudi, coll. Stile Libero, 2007).</ref>
* Anch'io sono un'ombra, in un certo senso: mi sento così anche rispetto alla scrittura. (da [https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2009/aprile/01/Contro_gli_scrittori_con_eskimo_co_9_090401056.shtml ''Contro gli «scrittori con l'eskimo»''], ''Corriere della sera'', 1 aprile 2009)
*Anch'io Oggisono cun'è una specie di pappa universaleombra, in cuiun il popolo non esiste più nelcerto senso: chemi intendevasento Pasolini, si è contaminato. Ma l'ambiente operaio che frequentavo prima di questa seconda vita di scrittore, è molto immaginifico. Io vivo in una regione in cui la lingua è viva, il dialetto. Non è facile da rendere, il testo è appena sporcato con inserzioni di lingua bassa; ma è stato utile per esempio il rapporto con gli immigrati, checosì apronoanche finestrerispetto nellaalla linguascrittura.<ref (daname=esk>Da [https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2009/aprile/01/Contro_gli_scrittori_con_eskimo_co_9_090401056.shtml ''Contro gli «scrittori con l'eskimo»''], ''Corriere della seraSera'', 1° aprile 2009).</ref>
*Oggi c'è una specie di pappa universale, in cui il popolo non esiste più nel senso che intendeva Pasolini, si è contaminato. Ma l'ambiente operaio che frequentavo prima di questa seconda vita di scrittore, è molto immaginifico. Io vivo in una regione in cui la lingua è viva, il dialetto. Non è facile da rendere, il testo è appena sporcato con inserzioni di lingua bassa; ma è stato utile per esempio il rapporto con gli immigrati, che aprono finestre nella lingua.<ref name=esk/>
* Per quanto riguarda il [[dialetto]]: è vero che nel registro alto perde qualcosa. Mentre se è vivo, come dalle mie parti, è molto vivo in basso, e ha intatte le sue caratteristiche di inventiva. Anche sul contemporaneo, che è in grado di tradurre per immagini in modo efficace. [...] Negli uffici pubblici, per la strada, tra la gente comune, c'è questo dare del tu agli immigrati, che è molto fastidioso, non mi piace. (da<ref>Da [https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2010/gennaio/14/Tutti_parliamo_allo_stesso_modo_co_9_100114025.shtml ''«Tutti parliamo allo stesso modo» L'italiano perde efficacia e vivacità''], ''Corriere della seraSera'', 14 gennaio 2010).</ref>
 
==[[Incipit]] di ''Grotteschi e Arabeschi''==
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