Renzo Arbore: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Renzo Arbore==
*[[Alfredo Cerruti|Alfredo]] ha cominciato come autista di [[Gino Paoli]], poi è arrivato alle vette di questa casa discografica. [...] Siccome ha una fantasia formidabile Alfredo, un umorismo curiosissimo eccetera, ho detto se ti stabilisci a Roma fatti vivo che facciamo una cosa insieme. E così l'abbiamo messo dentro il clan di [[Indietro tutta]]. (dalla<ref>Dalla trasmissione televisiva ''Chi erano veramente gli Squallor'', ''Chiambretti night'', Italia 1, 7 aprile 2010).</ref>
*Ci sono concerti che si fanno per motivi commerciali e altri perché toccano il cuore.<ref>Citato in ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1996/maggio/24/Arbore_tarantella_Piazza_Rossa_co_0_9605245977.shtml Arbore, tarantella in Piazza Rossa]'', ''Corriere della sera'', 24 maggio 1996</ref>
*[[Riccardo Cocciante|Cocciante]] ha inciso un brano intitolato «Quando finisce un amore», una composizione che con slancio e verità parla di quei momenti in cui si soffre per amore, quei momenti in cui viene l'inappetenza, il male alla bocca dello stomaco, l'insofferenza per tutto e tutti, l'impazienza che squilli il telefono con la speranza che sia il «lui» o la «lei» che sono il nostro unico interesse. È una canzone «giusta» che probabilmente non arriverà al grosso successo commerciale, ma che dimostra una felice vena nuova di Cocciante.<ref name=Mon>Da ''Zona disco'', Il Monello, n. 31, Casa Editrice Universo, 1974.</ref>
*Diciamoci la verità: la televisione ha due tipi di pubblico. Il mio criterio di distinzione è fra chi legge i giornali e chi, magari non per sua colpa, non li legge. Purtroppo vedo anche negli occhi di molti conduttori il vuoto pneumatico di chi i giornali li sfoglia solo dal parrucchiere.<ref>Citato in Daniela Pasti, ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/09/12/arbore-mai-piu-usa-getta.html Arbore, mai più usa e getta]'', ''la Repubblica'', 12 settembre 1993.</ref>
*[[Dik Dik]], un gruppo che conserva una sua dignità e la simpatia del pubblico.<ref name=Mon/>
*Divenuta in pochi anni una vedette, senza fortunatamente essere diventata diva. [[Mia Martini]] si è inserita tra le "grandi" della nostra canzone, avendo lottato con tenacia per arrivare, con passione per non tradire la musica che le piace. <ref name=Mon/>
*È proprio questo atteggiamento che mi colpì quando sentii le prime "cose" di un ragazzotto di Crotone che, con uno strano cappello, si divertiva a prendere in giro con le sue proprie canzoni con delle belle canzoni. Sembra un pensiero un po' scombussolato ma spero renda l'idea di quello che mi sembrò facesse 'sto ragazzotto di Crotone "intitolato" [[Rino Gaetano]]. Così cominciai a "batterlo" (linguaggio radiofonico d'epoca...) e a parlarne nelle rubrichette giornalistiche sui settimanali della stessa epoca. Mi entusiasmava ancora una volta che Gaetano inventasse "l'altra canzone", la canzone della canzone, che inseguisse le rime che per prime gli venivano in mente... (e perciò le più ispirate...). Che cantasse il tutto con facilità e leggerezza; perfino che Gaetano a qualcuno non piacesse; questo mi entusiasmava.<ref>Dal [https://skydrive.live.com/?cid=8304688d9d5ba48c&id=8304688D9D5BA48C!2409#cid=8304688D9D5BA48C&id=8304688D9D5BA48C!2420 libretto] della raccolta ''E cantavo le canzoni'', RCA Italiana, 27 luglio 2010.</ref>
*Io mi ricordo un'aria per me bella, perché [[Chieti]] era un presepe con le luci basse, con le stradine, con la sistemazione della città che è una sistemazione bellissima, con le sue valli, con i belvedere, e quindi si girava in questa città. Certo, c'era la guerra, c'era la luce che era scarsissima, anche nelle case. Noi bambini eravamo deputati a mangiare poco e a fare il burro con il latte. E poi improvvisamente, proprio in questa città, io vidi arrivare la libertà ed è un ricordo che conservo gelosamente.<ref>Dall'intervista sul periodo in cui visse a Chieti durante la seconda guerra mondiale; citato in Max Franceschelli, ''La Guerra in Casa'', Editrice Chieti, 2007.</ref>
*Non sono in molti a ricordarlo ma tra grandi padri del jazz c'è un siciliano, Nick La Rocca. È una bellissima occasione per raccontare una storia che spesso viene dimenticata, quella di una comunità di coloni siciliani che hanno contribuito in maniera determinante alla nascita del jazz e al suo successo, personaggi come La Rocca, ma anche Louis Prima, Leon Roppolo, e negli anni seguenti Eddy Lang (il cui vero nome era Salvatore Massaro), Joe Venuti, Tony Scott e moltissimi altri. Ed è una storia bella e avvincente che ho raccontato in un documentario che ho realizzato con Riccardo Di Blasi, ''Da Palermo a New Orleans'' e che presenterò durante le giornate di questo festival a Trapani.<ref>Citato in ''[http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2011/08/17/news/il_siciliano_padre_del_jazz-20543383/]'', ''E Arbore celebra La Rocca Il siciliano padre del jazz]'', ''Repubblica.it'', 17 agosto 2011.</ref>
*Era per me doveroso portare alla luce la storia del jazz che affonda proprio qui in Sicilia le sue radici primordiali; Nick la Rocca fu uno dei pochi ad ottenere un considerevole successo ma sono decine e decine i nomi dei musicisti tutti siciliani che ne scrissero la storia.<ref>Citato in ''[http://www.siciliainformazioni.com/64318/palermo-renzo-arbore-racconta-le-radici-del-jazz]'', ''Renzo Arbore racconta le radici del jazz]'', ''SiciliaInformazioni.com'', 15 dicembre 2013.</ref>
*Felicità è sapere che stai vivendo in serenità, che non hai debiti, che non hai problemi. È una condizione fortunata ma rarissima. Credo che questa sia la felicità. Quando la gente è serena dovrebbe dire: ecco, sono felice.<ref>Citato in [[Gianni Bisiach]], ''Inchiesta sulla felicità'', Rizzoli, 1987</ref>
*Flauto d'oro, in arte [[Severino Gazzelloni]], una delle nostre glorie nazionali insieme con gli spaghetti, la pizza napoletana e [[Rodolfo Valentino]].<ref>Citato in ''Tanti quasi troppi'', ''Zona disco'', ''Il Monello'', n. 17, 1975, Casa Editrice Universo.</ref>
*[[Rino Gaetano|Gaetano]] ha scritto alcune delle canzoni della memoria del nostro Paese. Sono importanti le canzoni della memoria, pensate, non so, ''Zazà'', ''I papaveri alti alti'' sono canzoni della memoria che non hanno avuto un successo di vendita o chissà di che, però non vivono soltanto lo spazio di una moda, di un periodo, sono quelle che poi rimangano nella memoria collettiva, vengono tramandate per via orale.<ref>Dal programma televisivo ''Vite Straordinarie'', ''Rete 4'', 1 maggio 2010. (''[http://www.youtube.com/watch?v=PA4MplctgfI LinkVideo] Youtubedisponibile Partesu 1]'')Youtube.com''</ref>
*{{NDR|[[Riccardo Cocciante]]}} Lanciò con una certa fortuna una bella canzone intitolata «Poesia» ed è una speranza per la nostra musica leggera.<ref name=Mon/>
*Non sembra vero, ma il primo disco [[jazz]] inciso è opera proprio di italiani, in particolare siciliani. Grazie a loro e al melting pot, [[New Orleans]] è diventata la patria del jazz mondiale. (citato<ref>Citato in ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/02/12/arbore-vi-racconto-come-rinasce-la-mia.html Arbore: Vi racconto come rinasce la mia amata New Orleans]'', ''Repubblica.it'', 12 febbraio 2006, ''la repubblica.it'')</ref>
*{{NDR|[[Mina (cantante)|Mina]]}} ha più anima della [[Barbra Streisand|Streisand]], più fantasia della [[Bette Midler|Midler]], più gusto e preparazione della [[Liza Minnelli|Minnelli]].<ref>Dall'intervista di Maria Simonetti, ''Miti della musica: Mina secondo Arbore'', ''L'espresso'', 26 settembre 1996.</ref>
*Purtroppo negli occhi di molti conduttori vedo il vuoto pneumatico di chi i giornali li sfoglia solo dal parrucchiere. {{c|Fonte?}}
*{{NDR|[[Mina (cantante)|Mina]]}} ha più anima della [[Barbra Streisand|Streisand]], più fantasia della [[Bette Midler|Midler]], più gusto e preparazione della [[Liza Minnelli|Minnelli]].<ref>Dall'intervista di Maria Simonetti, ''Miti della musica: Mina secondo Arbore'', ''L'espresso'', 26 settembre 1996</ref>
*''Napoli Signora'' è la Napoli nobilissima, quella dei grandi poeti, degli intellettuali, delle riviste, la Napoli borghese, messa da parte e di cui nessuno parla come invece accade per la Napoli popolare.<ref>Citato in ''[http://www.cinemaitaliano.info/news/25935/arbore-la-capria-e-napoli-in-un-docufilm.html Arbore, La Capria e Napoli in un docufilm su Rai Storia]'', ''Cinemaitaliano.info'', 27 settembre 2014.</ref>
*L'anticristo della canzone. Una bomba. L'innovatore. L'uomo a cui la musica italiana deve di più. [...] [[Domenico Modugno|Mimmo]] è stato la Personalità Importante della nostra canzone, fece capire agli italiani degli anni '50 che ci poteva essere un'altra musica oltre a quella classica. [...] Lui cominciò. Da Mimmo venne tutto il resto. Fu l'uomo della rivoluzione, con lui saltarono gli schemi e gli altri non poterono far altro che adeguarsi. [...] Mimmo rappresentava il sentimento più alto dell'uomo del Sud. [...] Oddio, poi ci sono state alcune personalità interessanti, ma nessuno come Mimmo. Mai più! E non vedo in giro eredi.<ref>Dall'intervista di Laura Carassai, ''Anticristo della melodia. Arbore: gli bocciai «Meraviglioso»'', ''La Stampa'', 8 agosto 1994, p. 5</ref>
*Pochi sanno che il 26 febbraio 1917, un musicista italiano di New Orleans incideva il primo disco al mondo nella storia del jazz. Era siciliano e si chiamava Nick La Rocca, con lui nella Original Dixieland Jazz band, la prima jazz band della storia, c'era un altro siciliano, Tony Sbarbaro, e dopo di loro ne sono arrivati tantissimi altri. È una realtà straordinaria che molti non conoscono, il contributo italiano al jazz è stato importantissimo e con questo racconto vogliamo portarlo di nuovo all'attenzione di tutti. Se dovessi dare una percentuale direi che scorre sangue italiano almeno nel 25% del jazz delle origini e degli anni successivi.<ref>Citato in ''[http://www.repubblica.it/spettacoli/tv-radio/2013/12/14/news/su_raidue_arbore_e_il_jazz_italiano-73576118/]'', ''Renzo Arbore:"Il jazz parla anche italiano"]'', ''Repubblica.it'', 14 dicembre 2013.</ref>
*[[Rino Gaetano]] scrive delle canzoni con un linguaggio particolare, colto, curato; una specie di poesia realistica in alcuni casi, simbolica in altri. A me piace di più quando urla «Tu, forse non essenzialmente tu», una canzone abbastanza disperata, aiutata da una bella melodia. <ref name=Mon/>
*Quando mi arrivò il disco di Rino Gaetano, io fui contentissimo perché trovai uno che era fuori ordinanza come me. In realtà erano anni in cui i cantautori erano impegnati, se non eri "impegnato" – una parola maledetta, maledettamente di moda – eri fuori dal giro e invece arrivò Rino Gaetano con queste sue canzoni apparentemente disimpegnate.<ref>Dal programma televisivo ''Vite Straordinarie'', ''Rete 4'', 1 maggio 2010. (''[http://www.youtube.com/watch?v=nayNROaDBHM&NR=1 LinkVideo] Youtubedisponibile Partesu 3]'')Youtube.com''.</ref>
 
{{Intestazione|IntervistaDall'intervista, ''[http://www.wuz.it/archivio/cafeletterario.it/interviste/arbore.html De Amicis, la musica e l'America: le letture di Renzo Arbore]'', ''Wuz.it'', 5 settembre 1997.}}
*Il [[disco]] è ancora considerato un oggetto di svago, "superfluo". Il disco ha spesso, invece, la stessa nobiltà di un [[libro]].
*Mi piacciono i libri che narrano il "come eravamo", che raccontano gli anni nei quali ero un bambino povero come tutti gli italiani.
*Trovo che la [[cultura]] italiana si sia sempre data la zappa sui piedi.
 
{{Intestazione|IntervistaDall'intervista di Franco Bagnasco, ''Ma quant'è furba la tv di oggi...'', ''TV Sorrisi e Canzoni'', n. 52, 2010.}}
*Il talk show lo inventai io, non Costanzo: era il 1969, "Speciale per voi". Ho fatto il primo programma nostalgia: "Cari amici vicini e lontani". Mi presero per pazzo. Quanti ne vede oggi nei palinsesti?
*Ma lo sa che cosa mi dà più fastidio della tv di oggi? Tra gossip, dibattiti a chi alza più la voce, dolore, è sempre una televisione contro qualcosa o qualcuno. La mia era una tv pro. E tricolore.