Dionisio I di Siracusa: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→‎Diodoro Siculo: cambio traduzione
non accettabile per ora in sezioni tematiche perché la fonte è incompleta
Riga 10:
*Dopo aver conquistato molte e grandi città della [[Sicilia]] messe a sacco dai barbari, non fu in grado, dopo averle colonizzate, di insediare in ciascuna di esse governi fidati di suoi compagni, né di altri [...] e risultò sette volte più inefficace di [[Dario II|Dario]], il quale, facendo affidamento non su fratelli o creature sue, ma solo su persone che avevano partecipato alla sottomissione del Medo eunuco, fece una divisione in sette parti, ciascuna più grande della Sicilia [...] con le leggi che promulgò, infatti, ha fatto sì che l'impero persiano si conservasse fino ad oggi. E inoltre anche gli Ateniesi colonizzarono essi stessi molte città greche che avevano subito l'invasione dei barbari, ma le conquistarono già abitate, e tuttavia mantennero l'impero per settant'anni, per essersi assicurati degli amici in ciascuna delle città. Dionisio invece, che aveva riunito in un solo stato tutta quanta la Sicilia, non fidandosi nella sua saggezza di nessuno, a stento riuscì a salvare se stesso. ([[Platone]])
*Si narra che il tiranno Dionisio, udendo un giorno il suono di una cetra di un suonatore, promise di donargli un talento. Ma il giorno successivo il suonatore, ricordandogli la promessa, ebbe tale risposta: ''ieri mi donasti piacere col suonare e io te ne diedi con lo sperare, così, nell'atto del dilettarmi, ricevesti la tua ricompensa che fu la speranza.'' ([[Plutarco]])
 
*Dicono che Eschine per bisogno venne in Sicilia da Dionisio e che mentre fu negletto da [[Platone]] fu invece presentato a Dionisio da [[Aristippo]], che offrì alcuni dialoghi a Dionisio e dal quale ricevette doni. ([[Diogene Laerzio]])
===[[Diodoro Siculo]]===
*Dionigi [...] ordinò a tutti quelli, che erano atti alle armi, e non usciti oltre il quarantesimo anno, che provveduti di viveri per trenta giorni avessero da recarsi armati alla [[Leontinoi|città de' Leontini]], la quale allora stava in luogo di rocca forte per [[Siracusa]], ed era piena di esuli, e di forestieri d'ogni maniera. Sperava egli, che tutti costoro, come inclinati a novità, gli sarebbero stati di comodo appoggio, massimamente che prevedeva che la massima parte de' Siracusani non sarebbe andata al luogo prefisso. Intanto essendosi la notte attendato alla campagna, finge macchinarsegli insidie; ed eccitatosi da' suoi famigliari tumulto con grande forza di clamore e di strida, va a ripararsi nella rocca, ove accesi molti fuochi, e chiamati i più valorosi tra soldati, passò quella notte. Venuto poi giorno, e congregatasi moltitudine di gente nella città de' Leontini, ragionando con molti argomenti sull'accaduto, indusse la turba ad accordargli la facoltà di scegliersi seicento guardie a piacimento suo.