Giuseppe Ungaretti: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Giuseppe Ungaretti==
*La [[parola]] è impotente, la parola non riuscirà mai a dare il segreto che è in noi, mai. Lo avvicina. (da ''Incontro con... Giuseppe Ungaretti'', a cura di Ettore Della Giovanna, Rai, 1961<ref>Visibile su ''[http://www.youtube.com/watch?v=LSyeMUhPH64&feature=related YouTube]''.</ref>)
*''[[Maria]]! Maria! Maria! Maria! Maria! Maria! | Dolce è la sera e vive le stelle brillano | nel mare, e un vento smuove i rami secolari | degli eucalipti. Tutto è pace e un pastore | sale con le capre, mi saluta e sorride. | Chora in alto, nel suo monastero antico, | con le sue bianche case, isola e sigilla | un segreto che porto per sempre nel cuore. | Il vento ora tace. Sono solo, è vero, | così doveva essere, mi dico. D'improvviso, | un [[lampo]] squarcia il cielo. Nel silenzio | della cupa grotta dell'Apocalisse, odo un dialogo, | rivivo una domanda di Giovanni alla madre di Dio''. (da ''Salire costa''; citato in Elio Fiore, ''In purissimo azzurro'', Garzanti, 1986)
*Né vi sorprenda che [[Canosa di Puglia|Canosa]] occupando i tre quarti d'un colle apparisca, straordinario giuoco di bussolotti, sull'incurvarsi di una strada storica. E se non una città di fatalità omeriche e designata a fiorire prima forse che fosse nato Omero, quale poteva ambire d'essere scelta fra quelle che avrebbero legato ufficialmente Roma al mare? È una collina come un'onda gonfia più che non dovrebbe consentire la calma che le si stende ai piedi. Ma la Valle dell'Ofanto dalla quale esce Canosa è tutt'altro che calma, se "calma" non fosse vocabolo capace come uno di quegli inganni messi in opera da Annibale e proprio da queste parti che convincevano il nemico a schierarsi anche contro il vento, il polverone e il sole.<ref>Da ''Appunti per una poesia di viaggio da Foggia a Venosa / Il piano delle fosse'', ''Gazzetta del Popolo'', Torino, 22 agosto 1934.</ref>
*Volontà di vivere nonostante tutto, stringendo i pugni, nonostante la morte. (da ''Il naufragio e l'Assoluto'')
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==''L'allegria''==
*''Di che reggimento siete | [[fratelli]]? | Parola tremante | nella notte. | Foglia appena nata | Nell'aria spasimante | involontaria rivolta | dell'uomo presente alla sua | fragilità | Fratelli''. (''Fratelli'', Mariano, 15 luglio 1916; p. 39)
*''La [[vita e morte|morte]] | si sconta | [[vita e morte|vivendo]].'' (''Sono una creatura'', Valloncello di Cima Quattro, 5 agosto 1916; p. 41)
*''Quando trovo | in questo mio silenzio | una parola | scavata è nella mia vita | come un abisso''. (''Commiato'', Locvizza, 2 ottobre 1916; p. 58)
*''Lasciatemi così | come una | cosa | posata | in un | angolo | e dimenticata.'' (''Natale'', Napoli, 26 dicembre 1916; p. 62)
*''M'illumino | d'immenso.'' (''Mattina'', Santa Maria La Longa, 26 gennaio 1917; p. 65)
*''Si sta come | d'[[autunno]] | sugli alberi | le [[foglia|foglie]].'' (''Soldati'', Bosco di Courton, luglio 1918; p. 87)
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==Citazioni su Giuseppe Ungaretti==
*Alcuni imitatori di Ungaretti, esasperando il suo modo di scrivere in manierismo, crearono il vero ermetismo, un modo di poetare quindi, non originale, che degenerò in una indecifrabile e gratuita oscurità. ([[Umberto Marvardi]])
*Il poeta Giuseppe Ungaretti, nomade per temperamento, sente improvvisamente il bisogno di abbandonare la casa e la città dove abita, ma subito si vede costretto a tornare per l'angosciosa paura che a casa, alle persone che gli sono care, sia accaduta qualche disgrazia. ([[Sergio Saviane]])
*Prima che il ''Crotone'' mi venga consegnato, arrivato sulla mezzanotte con una macchina da [[Catanzaro]] Lido, fa il suo ingresso all'Ariston, Ungaretti. Messinetti è il primo ad avvistare il poeta mentre entra in teatro, e dice con voce a stormo:<br/>— Abbiamo in sala il poeta Giuseppe Ungaretti!<br/>A questo annunzio platea e galleria rizzatesi in piedi prorompono in un galoppo di cavalleria inciso con le mani, mentre Ungaretti, pallido, rollante, si fa strada tra la gente, guadagnando il palcoscenico come una bàttima scandita dai marosi. Saluta tutti con un sorriso sbalordito, siede sempre un po' pallido, ringrazia la sala agitando a più riprese la mano, poi dice a se stesso più che agli altri:<br/>— Mai mi era successa una cosa cosí…così... Dei contadini…contadini... Degli operai…operai... ([[Leonida Rèpaci]])
*Ungaretti fu nominato professore di ruolo di ''Storia della Letteratura italiana moderna e contemporanea'' nel 1942. Credo che allora quella di Ungaretti fosse l'unica cattedra di ruolo di questo insegnamento in Italia. [...] La nascita di questa cattedra era stata contrassegnata da un'etichetta, per la verità, un po' sciagurata; era infatti stato nominato professore di ruolo ''per chiara fama'' in base ad una legge che risaliva al Risorgimento. [...] Del resto, pochi potevano vantare una fama ''chiara'' come quella di Ungaretti. Di questo tutti noi, che ruotavamo attorno alla sua cattedra, eravamo convinti. Eppure [...] presto molte nubi, più o meno cupe, si addensarono sulla cattedra di Ungaretti a Roma. ([[Luigi Silori]])