Jean Baudrillard: differenze tra le versioni

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*Se l'umano non si definisce più in termini di libertà ma in termini di [[Gene|geni]], svanisce la definizione dell'uomo e anche dell'umanesimo. (da ''L'illusione della fine'')
*Se tutti gli [[enigma|enigmi]] sono risolti, le stelle si spengono. Se tutto il segreto è restituito al visibile, e più che al visibile, all'evidenza oscena, se ogni illusione è restituita alla trasparenza, allora il cielo diventa indifferente alla terra. (da ''Le strategie fatali'', Feltrinelli, Milano 1984)
 
{{Int|Da ''[http://web.archive.org/web/20030710054637/http://www.quintostato.it/archives/000362.html Baudrillard vs. Matrix]''|Dall'intervista di Aude Lancelin ''[http://web.archive.org/web/20030623234218/http://www.nouvelobs.com/dossiers/p2015/a201937.html Baudrillard décode «Matrix»]'', ''Le Nouvel Observateur'', 19 giugno 2003; tradotto da Beatrice Fulimeni in ''QuintoStato.it'', a cura di ''Nuovi Mondi Media''.}}
*C'è un equivoco di fondo, ed è la ragione per cui ho esitato finora a parlare di [[Matrix]]. Dopo il primo episodio, lo staff dei Wachowski mi aveva contattato per coinvolgermi nei film successivi, ma non c'era neanche da parlarne! [...] Queste persone considerano l'ipotesi del virtuale come un dato di fatto e la trasformano in fantasma visibile. Ma la caratteristica di questo universo, è appunto il fatto che non si possono più utilizzare le categorie del reale per parlarne.
*[...] ci sono già stati altri film che trattavano questa crescente indistinzione fra reale e virtuale. [[The Truman Show|Truman Show]], [[Minority Report]] o anche [[Mulholland Drive]], il capolavoro di [[David Lynch]]. [[Matrix]] vale soprattutto come sintesi parossistica di tutto questo. Ma il dispositivo qui è più rozzo e non suscita veramente il turbamento. O i personaggi sono nella Matrice, cioè nella digitalizzazione delle cose. O sono radicalmente al di fuori, cioè a Zion, la città di coloro che resistono. In effetti, sarebbe interessante mostrare ciò che accade sul punto di giuntura dei due mondi. Ma quello che è soprattutto imbarazzante in questo film, è che il nuovo problema posto dalla simulazione qui è confuso con quello, molto classico, dell'illusione, che si trovava già in Platone. Il vero equivoco è qui. Il mondo visto come illusione radicale è un problema che si è posto a tutte le grandi culture e che da esse è stato risolto con l'arte e la simbolizzazione. Quello che noialtri abbiamo inventato per sopportare questa sofferenza, è un reale simulato, un universo virtuale da dove è espurgato tutto ciò che c'è di pericoloso, di negativo, e che soppianta ormai il reale, fino a diventarne la soluzione finale. Ora, Matrix è assolutamente all'interno di questo meccanismo! Tutto quanto appartiene all'ordine del sogno, dell'utopia, della fantasia, qui è dato vedere, "realizzato". Siamo nella trasparenza integrale. Matrix, è un po' il film sulla Matrice che avrebbe potuto fabbricare la Matrice.
*Quello che è sorprendente in [[Matrix Reloaded|Matrix 2]], è che non c'è un barlume d'ironia che permetta allo spettatore di cogliere il lato nascosto di questo gigantesco effetto speciale. Mai una sequenza che abbia quel "punctum" di cui parla Barthes, quel congegno che colpisce e che vi mette di fronte a una vera immagine. È questo del resto ciò che fa del film un sintomo istruttivo, e il feticcio stesso di questo universo delle tecnologie dello schermo, dove non c'è più distinzione tra il reale e l'immaginario. Matrix è a tal proposito un oggetto stravagante, candido e perverso insieme, in cui non c'è niente né al di qua né al di là. Lo pseudo-Freud che parla alla fine del film, lo dice: a un certo punto, si è dovuto riprogrammare la Matrice per integrare le anomalie nell'equazione. E voi, gli oppositori, ne fate parte. [...] [[Matrix]] dà l'immagine di un'onnipotenza monopolistica della situazione attuale, e collabora dunque alla sua rifrazione. In fondo, la sua diffusione su scala mondiale fa parte del film stesso. Qui, bisogna riprendere [[Marshall McLuhan|McLuhan]]: il medium è il messaggio. Il messaggio di Matrix è la sua stessa diffusione, per contaminazione proliferante e incontrollabile.
 
==''Cool memories''==
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==''Simulacri e impostura''==
*La ''[[seduzione]]'' è qualcosa che sottrae al discorso il suo senso e lo svia dalla sua verità. (''Seduzione e impostura'', p. 32)
*Se abbiamo potuto prendere, come più bella allegoria della simulazione, la favola di [[Jorge Luis Borges|Borges]] in cui i cartografi dell'Impero disegnano una carta così dettagliata che finisce per coprire con la massima precisione il territorio [...] ebbene, per noi questa favola è sorpassata, ha ormai soltanto il fascino discreto dei simulacri del secondo ordine. [...] Il territorio non precede più la carta, né le sopravvive. Ormai è la carta che precede il territorio – {{maiuscoletto|precessione dei simulacri}} – che lo genera; e, se si dovesse riprendere la favola, oggi sono piuttosto i brandelli del territorio che imputridiscono lentamente sull'estensione della carta. Qui e là sono vestigia del reale che sussistono, e non della carta, nei deserti che non sono più quelli dell'Impero, ma il nostro. ''Il deserto del reale stesso''.<ref>Nel film ''[[Matrix]]'' (1999) è presente un riferimento a questo libro e in particolare a questa frase. {{cfr}} «Benvenuto nella tua desertica nuova realtà.»</ref> (''La processione dei simulacri'', pp. 45-46)
*Tutta la fede e la buona fede occidentale si sono impegnate in questa scommessa della rappresentazione: che un segno possa rimandare alla profondità del senso, che un segno possa ''scambiarsi'' con del senso, e che qualcosa funga da garanzia a questo scambio – [[Dio]], naturalmente. Ma se Dio stesso può essere simulato, e cioè ridursi ai segni che ne fanno fede? Allora tutto il sistema perde la sua legge di gravitazione, a sua volta non è più che un gigantesco [[simulacro]] – non irreale, ma simulacro, vale a dire che non si scambia più con il reale, ma si scambia in sé, in un circuito ininterrotto a cui non appartengono affatto né la «referenza» né la circonferenza. (''La processione dei simulacri'', p. 51)
*[...] [[Scandalo Watergate|Watergate]] è riuscito soprattutto a imporre l'idea che Watergate era uno scandalo – in questo senso, è stata un'operazione d'intossicazione prodigiosa. Una buona e nuova dose di morale politica iniettata su scala mondiale. (''La processione dei simulacri'', p. 61)