Francesco Petrarca: differenze tra le versioni

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*''Un bel [[morte|morir]] tutta la vita honora''. (''Ben mi credea passar mio tempo omai'')
*''Vertú contra furore | prenderà l'arme, et fia 'l combatter corto: | ché l'antiquo valore | ne gli italici cor' non è anchor morto''. (''Italia mia, benché 'l parlar sia indarno'')<ref>Citato in Niccolò Machiavelli, ''[[Niccolò Machiavelli#Il principe|Il principe]]'': ''Virtù contro a furore | prenderà l'arme; e fia el combatter corto, | ché l'antico valore | nell'italici cor non è ancor morto''.</ref>
 
===Citazioni sul ''Canzoniere''===
*Laura è certamente esistita. È esistita; ed era, alla luce di tutti i giorni, una bionda signora, nelle profondità inaccesse (infantili) dell'anima del poeta, era sua madre; era la ''donna che non si può avere''. E tutta la fascinosa, un po' monotona, storia del {{maiuscoletto|Canzoniere}}, di venti e più anni di corteggiamenti, per non arrivare, per voler non arrivare a nulla, è qui. Se Laura che lo loda, lo rimprovera, lo ammonisce a ben fare, siede in sogno sulla sponda del suo letto, si comporta in tutto e per tutto come una tenera madre col suo amato, e un po' indiscreto bambino, gli si fosse data (ma è questo che il poeta – fingendo desiderarlo – temeva; il {{maiuscoletto|Canzoniere}} è pieno di accenti di gratitudine per quelle che colla sua «virtù», colla sua «castità» gli risparmiava, con la tentazione, il pericolo di fare una brutta figura) sarebbe accaduto al Petrarca quello che accadde al [[Charles Baudelaire|Baudelaire]] con la bella signora Sabatier, e che non gli accadeva con la sua triste mulatta. La figura di Laura assorbì tutta la tenerezza del poeta. La sua sensualità egli la rivolse ad altro (ebbe – si racconta – non infecondi amori ancillari); a donne che, per la diversità delle origini, non potevano richiamare al suo inconscio, sempre vivo e vigile, la presenza – ben altrimenti diletta! – della madre. Ma l'amore, l'amore vero, l'amore intero, vuole una cosa e l'altra; vuole la fusione perfetta della sensualità e della tenerezza: anche per questo è raro. Così non c'è, in tutto il lungo {{maiuscoletto|Canzoniere}}, un verso, uno solo, che possa propriamente dirsi d'amore; molte cose ci sono ma non {{maiuscoletto|la bocca mi baciò tutto tremante}}<ref>{{cfr}} [[Dante Alighieri]], ''Divina commedia'', ''Inferno'', canto V, v. 136: «''La bocca mi basciò tutto tremante''».</ref>, il più bel verso d'amore che sia stato scritto. ([[Umberto Saba]])
 
==''Le Epistole familiari''==