Simone Weil: differenze tra le versioni

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*E tuttavia nulla al mondo può impedire all'uomo di sentirsi nato per la [[libertà]]. Mai, qualsiasi cosa accada, potrà accettare la servitù; perché egli pensa. (p. 66)
*Una visione chiara del possibile e dell'impossibile, del facile e del difficile, delle fatiche che separano il progetto dalla messa in opera basta a cancellare i desideri insaziabili e i vani timori; da questo e non da altro derivano la [[temperanza]] e il [[coraggio]], virtù senza le quali la vita è solo un vergognoso delirio. (p. 70)
*All'antica e disperante maledizione deldella ''[[Genesi]]'', che faceva apparire il mondo come un luogo di pena e il lavoro come il marchio della schiavitù e dell'abiezione umana, egli {{NDR|[[Francesco Bacone]]}} ha sostituito in un lampo di genio la vera carta dei rapporti dell'uomo con il mondo: «L'uomo comanda alla natura obbedendole». Questa formula così semplice dovrebbe costituire da sola la Bibbia della nostra epoca. Essa è sufficiente a definire il lavoro vero, quello che rende gli uomini liberi, e questo nella misura stessa in cui è un atto di sottomissione cosciente alla necessità. (p. 93)
*Tutte le volte che gli [[oppressione|oppressi]] hanno voluto costituire dei raggruppamenti capaci di esercitare un reale influsso, questi gruppi, si siano essi chiamati partiti o sindacati, hanno riprodotto integralmente nel loro seno tutte le tare del regime che pretendevano di riformare o di abbattere, e cioè l'organizzazione burocratica, il rovesciamento del rapporto tra i mezzi e i fini, il disprezzo dell'individuo, la separazione tra il pensiero e l'azione, il carattere meccanico del pensiero stesso, l'utilizzazione dell'instupidimento e della menzogna come strumenti di propaganda, e così di seguito. (p. 109)