Renato Mucci: differenze tra le versioni

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*Originalità delle idee, e fedeltà alle proprie idee, han fatto di [[Giovanni Gentile]] il più filosofo dei filosofi dell'età nostra, talché, per trovare altro nome che possa stargli a fianco, in quanto a purezza, convien ricorrere a quello di Spinoza.<ref>Da ''Giovanni Gentile: Opera Omnia'', ''La Fiera Letteraria'', anno VI, n. 26, 01 luglio 1951, p. 3.</ref>
*[[Aldo Palazzeschi|Palazzeschi]] vuol solo smaltire tutto l'amaro ch'ha nel sangue [...] e lo smaltisce servendosi di quel mezzo assai consono alla sua natura ch'è [...] l'ironia. Non l'ironia platonica, né l'aristotelica, né quella dei manuali di retorica sorella del sarcasmo, ma, se mai dei romantici tedeschi, consistente in un distacco tra spirito e realtà, tra l'uomo e l'opera, tra l'atto e il fatto; l'ironia che dà luogo ad una tipica figura fenomenologica della cosienza umana: la anima bella. La quale, titubante nel momento in cui dal pensiero si dovrebbe passare all'azione, come se in tale passaggio il pensiero subisse uno scadimento e una contaminazione ad opera dell'azione, ha trovato poche incarnazioni: dallo shakespeariano ''Amleto'' all'ellenico Hölderlin.<ref name=feb>Da ''Il bestiario di Palazzeschi'', ''Il Popolo'', 13 febbraio 1952</ref>
*''[[Marcel Proust#Sodoma e Gomorra|Sodoma e Gomorra]]'' è destinato ad acuire l'interesse e la curiosità del lettore della ''Recherche'' qui giunto, giacché [...] è in questa parte del romanzo che [[Marcel Proust|Proust]], dopo aver narrato l'obbrobrioso incontro del gilettajo Iupien col barone Charlus – incontro che gli rivela anche troppo crudamente le ragioni delle anomalie dell'eccezionale personaggio – dipinge il vasto affresco dei viziosi contro natura. Ma, dalla orrenda rappresentazione di una corruzione generale, da cui non si salvano neppure le ''fanciulle in fiore'', neppure Albertine, la piccola amica del protagonista Marcel, sbocciano le umanissime pagine teorizzanti le ''Intermittenze di cuore'' che, associate alla teoria della ''memoria involontaria'', formano il caposaldo della dottrina psicologica proustiana.<ref>Da ''Storia di un'ardua traduzione: Proust in italiano'', ''La Fiera Letteraria'', anno V, n. 30, 22 luglio 1950, p. 4.</ref>
 
==''Poesie''==