Aldo Palazzeschi: differenze tra le versioni

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citazione
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==''Il piacere della memoria''==
*[...] destinato al secolo che sopraggiungeva, non potevo capire tutte le recondite finezze di [[XIX secolo|quello]] che moriva sospirando. (p. 144)
*{{NDR|Parlando di [[Gabriele D'Annunzio]]}} Nell'estate del 1898 [...] apparve un uomo a cavallo, seguito da un levriero elegante ed agilissimo. Era vestito di bianco e portava il cappello a grande tesa. Non andava che a cavallo inoltrandosi per stradine impervie, inerpicandosi fra i sassi e i dirupi del Crocifissalto e di Bargazzano, fin sulla cima dei monti che sovrastando la collina guardano al Mugello: [...] chiamando ogni tanto il bel levriero, ''Sirio'', per frenarne la nobile impazienza e l'avventuroso ardimento, ma non con voce di padrone autoritaria, calda bensì come quella di un amico. (''Un uomo a cavallo'', p. 545)
*La [[maschio e femmina|donna]] venuta dopo, quella dei giorni nostri, in gara col [[maschio e femmina|maschio]] in ogni competizione e in ogni attività, in ogni privilegio, che del maschio reclama i diritti e le prerogative fino nell'abito, è forse più utile ai fini pratici della vita sociale, ma la sua posizione rispetto all'uomo è divenuta quella di un oggetto di uso comune nella vita quotidiana, non di un oggetto prezioso e raro, che si guarda con ammirazione religiosa. Oggi abbiamo la donna sportiva sorta dal cinematografo: quella era la donna sorta alcuni secoli prima dalla poesia. (''L'umanità è brutta?'', pp. 541-542)