Tito Livio: differenze tra le versioni

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*Non hai mai letto di quel tale di Cadice, che, mosso dalla rinomanza e dalla reputazione di Tito Livio, venne dall'ultimo confin della terra per vederlo?<!--Numquamne legisti, Gaditanum quendam Titi Livi nomine gloriaque commotum ad visendum eum ab ultimo terrarum orbe venisse, statimque ut viderat abisse?--> ([[Plinio il Giovane]])
*Non vi è prova che egli considerasse la storia dei re più autentica di quanto la ritenesse Cicerone. Ma doveva narrarla. Abbandonando la leggenda, egli si tuffa nel romanzesco, senza avere la capacità di farne emergere i fatti certi. E sebbene nei libri seguenti Livio si muova su basi più sicure (e la guerra annibalica gli sia congeniale), egli è tradito dalla specifica ignoranza della politica e della vita militare, dalla mancanza di principî critici, e, soprattutto, dall'incapacità di dare forma e struttura al materiale.<br />Forse il meglio è andato perso. ([[Ronald Syme]])
*{{NDR|Sulle letture adatte ai giovani}} Nulla dico di Tito Livio: il suo turno verrà; ma è politico, è oratorio, è tutto ciò che meno si addice a quest'età. ([[Jean-Jacques Rousseau]])
*Se Livio non vede che Roma è perché egli è del tutto legato agli schemi della storiografia romana che, in contrasto con quella greca, ha un interesse esclusivo e profondo per le vicende del proprio popolo e che dalle sue origini fino al suo declinare non è e non vuole essere se non la storia del popolo e dello Stato romano. ([[Gaetano De Sanctis]])
*Se ne sta pigiata in queste strette pergamene l'enorme opera di Livio, quella che, a contenerla tutta intera, non basta la mia biblioteca. ([[Marco Valerio Marziale|Marziale]])