Banana Yoshimoto: differenze tra le versioni

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*Non riuscivo a distinguere bene quelle cose che di solito l'occhio registra senza difficoltà: i pali della corrente, le luci, le automobili in sosta, il cielo nero. C'era una strana bellezza nelle loro distorsioni surreali. Sembravano assalire gli occhi da ogni parte. Non potevo trattenere l'energia che abbandonava il mio corpo a una velocità incredibile. Si perdeva nell'oscurità con un sibilo.
*Voglio assolutamente continuare a sentire che un giorno morirò. Altrimenti non mi accorgo che vivo.
*Io e Yuichi a volte siamo salitosaliti sino in cima ad una scala sottile, nelle tenebre più nere, e da lì abbiamo spiato il calderone dell'inferno. Guardavamo quel mare di fuoco incandescente ribollire, con il fumo che ci colpiva il viso quasi fino a farci perdere i sensi. Per ognuno dei due l'altro era sicuramente la persona più vicina al mondo, l'amico insostituibile. Tuttavia, non ci tenevamo per mano. La nostra natura ci spinge a reggerci in piedi da soli, per quanto disperati possiamo essere. Però quando vedo il suo profilo inquieto illuminato dal fuoco abbagliante, penso: Ma sì, forse proprio questa è l'unica cosa vera.
*I ricordi veramente belli continuano a vivere e a splendere per sempre, pulsando dolorosamente insieme al tempo che passa.
*Con tutta me stessa avrei voluto fermarmi: smettere di camminare, smettere di vivere. Il pensiero che ci sarebbe stato un domani, e poi un dopodomani, e poi una settimana, non mi era mai sembrato tanto insopportabile. Continuare a vivere nei giorni a venire con quella sensazione di sconforto totale mi ripugnava. Mi era ingrata anche la mia stessa figura che percorreva le strade come quelle di qualsiasi altro passante notturno senza rivelare lo scompiglio che aveva dentro.