Roger Peyrefitte: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Roger Peyrefitte==
*In Francia sono il più conosciuto difensore dei diritti gay. È un fatto. Spesso mi chiamano "Il Papa dell'omosessualità". Questo perché sono l'autore di ''Le chiavi di San Pietro'' e ''I cavalieri di Malta'', i libri più importanti, scritti da un contemporaneo, sulla Chiesa Cattolica. (da ''Gay Sunshine Journal'', 1979)
*{{NDR|Sull'[[Arco di Traiano (Benevento)|Arco di Traiano]]}} L’arcoL'arco è il più meraviglioso d’Italiad'Italia e importa poco se uno dei suoi bassorilievi rappresenti la conquista della Dacia o della Mesopotania, la deduzione di una colonia di veterani o la composizione di una questione ereditaria, e un altro rappresenti i provvedimenti di Traiano nei riguardi del commercio o un’incoronazioneun'incoronazione trionfale. (da ''Dal Vesuvio all'Etna'', traduzione italiana a cura di Sestilio Montanelli, Leonardo da Vinci, Bari, 1954)
*L'[[Italia]] è il solo paese dove si gusta ancora la gioia di vivere. Ci fa credere nella gioia di vivere, anche quando lei stessa non ci crede. (da prefazione a ''Dal Vesuvio all'Etna'', traduzione di Francesca Lombardi, Ediprint, Siracusa 1991)
*Nessuna isola erge sull'orizzonte della nostra civiltà una fronte più radiosa della [[Sicilia]]. Essa punta verso tre continenti e ne sintetizza le caratteristiche. Tre volte, nel corso dei secoli, fu il più fulgido centro del mondo mediterraneo. (da ''Du Vèsuve à l'Etna'', traduzione di S. Montanelli, Leonardo da Vinci, Bari, 1954; citato in Rina La Mesa, ''Viaggiatori stranieri in Sicilia'', Cappelli, 1961)
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===Citazioni===
*Cominciò a suonare il ''Chiaro di luna'' di [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]] e il suo braccialetto, urtando la tastiera, aggiungeva alla melodia una nota gracile e un riflesso dorato e io, che le ero vicino, sentivo quella musica salire verso di me. Mi chinai, le dissi: «State suonando il pezzo che preferisco ad ogni altro al mondo». Si fermò, poi di colpo rovesciò indietro la testa ed io vidi due lagrime scendere lungo le sue guance. Carezzai leggermente i suoi capelli, appoggiai la testa contro la sua, la sentii tremare e allora, facendomi coraggio, le baciai la bocca. Non mi rese il bacio, ma le sue labbra restaron socchiuse come se lo respirassero. (p. 41)
 
{{NDR|Roger Peyrefitte, ''Eccentrici amori'' (''Lex Amours Singulières''), traduzione di Maria Lilith, Longanesi & C. 1958.}}
 
==''Giovani prede''==
===[[Incipit]]===
Mi trovavo alle prese col lutto più crudele, quando ricevetti da un giovane belga una lettera, che mi restituì il gusto della vita:<br>Signore,<br>sei mesi fa, quando avevo ancora quattordici anni, sottrassi alla biblioteca di mio fratello un libro, il cui titolo mi sembrò curioso. ''Les amitiés particulaiéres''. Non potevo sapere lo sconvolgimento che mi avrebbe prodotto. Voglio dirvelo oggi e ringraziarvene.<br>Questo libro, signore, contiene assai più di tutti i miei sogni: la scottante verità. Come è vero Georges, il quale cerca l'amicizia e la trova, perfino più bella di quanto sperasse, e che tuttavia son veri Lucien e il piccolo Alexandre. Ma di ciò bisogna che vi parli fra poco.
 
{{NDR|Roger Peyrefitte, ''Giovani prede'' (''Jeunes Proies''), traduzione di Carlo Orsolini, Longanesi & C., Milano 1967.}}
 
==''La fine delle ambasciate''==
===[[Incipit]]===
Crapote premette le lenti contro la finestra dell'ufficio per vedere Ribbentrop uscire dalla stazione degli Invalidi.<br>«Ecco l'uomo da far fuori!» esclamò.<br>«Accontentiamoci di aver fatto fuori, qui, uno dei diplomatici», disse Giorgio de Sarre.<br>Comunque dal disordine che l'accolse, il ministro degli esteri del ''Reich'' poté capire molte cose della Francia: sballottato dai giornalisti, preso d'assalto dai fotografi, mentre i funzionari che avrebbero dovuto seguire il suo bagaglio erano sfilati prima di lui. Così ebbe inizio quella storica giornata di dicembre 1938, in cui doveva essere firmato un patto di amicizia tra la Germania di Hitler e la repubblica francese. L'assassinio di un segretario dell'ambasciata tedesca a Parigi, avvenuto soltanto un mese prima, non aveva per nulla intiepidito il desiderio dei nostri vicini di firmare questo patto, ma le prevenzioni del ''Quai d'Orsay'' avevano finito col diminuirne l'importanza.
 
{{NDR|Roger Peyrefitte, ''La fine delle ambasciate'' (''La Fin des Ambassades ''), traduzione di Antoni Fini, Longanesi & C., Milano 1968.}}
 
==''Dal Vesuvio all'Etna''==
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*[[San Paolino di Nola]] era francese d'origine. È anche uno dei pochi santi che abbiamo avuto l'onore di fornire all'Italia. (p. 117)
*{{NDR|[[San Paolino di Nola]]}} Pochi hanno fatto più di lui per la Chiesa: si deve a lui, infatti, l'invenzione delle [[campana|campane]]. (p. 117)
 
{{NDR|Roger Peyrefitte, ''Dal Vesuvio all'Etna'', ''Du Vèsuve à l'Etna'', traduzione di Francesca Lombardi, introduzione di Emanuele Giliberti, prefazione di Roger Peyrefitte, Ediprint, Siracusa 1991}}
 
==Bibliografia==
*Roger Peyrefitte, ''Eccentrici amori'' (''Lex Amours Singulières''), traduzione di Maria Lilith, Longanesi & C., 1958.
*Roger Peyrefitte, ''Giovani prede'' (''Jeunes Proies''), traduzione di Carlo Orsolini, Longanesi & C., Milano, 1967.
*Roger Peyrefitte, ''La fine delle ambasciate'' (''La Fin des Ambassades ''), traduzione di Antoni Fini, Longanesi & C., Milano, 1968.
*Roger Peyrefitte, ''Dal Vesuvio all'Etna'', (''Du Vèsuve à l'Etna''), traduzione di Francesca Lombardi, introduzione di Emanuele Giliberti, prefazione di Roger Peyrefitte, Ediprint, Siracusa, 1991.
 
==Altri progetti==
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[[Categoria{{DEFAULTSORT:Scrittori francesi|Peyrefitte, Roger]]}}
[[Categoria:Scrittori francesi]]