Almerico Meomartini: differenze tra le versioni

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Alcune vetuste città e gloriose contrade, travolte nell'oblivione per l'ingiurie del tempo e degli uomini, ritornano oggi ad acquistare l'antica importanza. Questo miracolo lo vanno operando le ferrovie, giacché esse si svolgono generalmente per quei luoghi che le grandi vie dell'impero romano solcarono. E [[Benevento]], la famosa città sannita, la fedele alleata di Roma, la capitale dei gloriosi ducato e principato logobardi, è tra quelle.
===Citazioni===
*{{NDR|Sull'[[Arco di Traiano (Benevento)|Arco di Traiano]]}} Anche Roma invidia questo monumento aureo. L'arco di Tito, quello di Settimio Severo, l'altro di Costantino non possono reggere al confronto.(p. 13)
*{{NDR|Sull'[[Arco di Traiano (Benevento)|Arco di Traiano]]}} A parte la fortuna che lo conservò quasi intatto all'ammirazione dei posteri, questo monumento ha pregi architettonici e scultorei singolarissimi. (p. 14)
*Ma [[Benevento]] ha sempre nuovi orizzonti ad ogni curva di strada campestre; per cui le passeggiate sono amenissime, massimamente nell'ora dei tramonti, spesso incantevoli. La nebbia di qualche mattino fa triste impressione al forestiero sollecito di tornare alla ferrovia; ma, se egli attendesse le ore prossime al meriggio, sarebbe confortato, d'inverno, quando altrove è vano sperarlo, da uno splendore di luce vividissima. (p. 45)
*Spingendosi di là dal ponte, sulla sponda sinistra, si segue, alla mezzacosta del colle S. Felice o S. Pietro da Fuori, il cammino dell'Appia; e lungh'esso vedonsi avanzi di costruzioni romane, miste alle moderne. [...] Questa parte della campagna beneventana è splendida nell'ora presso i tramonti, quando il sole discende dietro le montagne che da occidente fan corona alla valle, e spande in raggi innumeri i suoi riflessi d'oro. L'astro maggiore torna sempre a riscaldare dei suoi raggi qesta contrada, ma la città che v'è sepolta non si ridesta né si ridesterà mai più. (p. 75-76)