Discesa di Cristo agli inferi: differenze tra le versioni

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*Nella discesa del Sabato Santo agli inferi, cui alla [[Adrienne von Speyr|von Speyr]] è dato di partecipare misticamente, Cristo ha incontrato e sconfitto il peccato, la realtà ostile a Dio e all'uomo cacciata dal mondo. Attraversando questa realtà senza vita né alito di spirito nell'estrema notte dell'obbedienza veramente cadaverica, Gesù porta la croce al di là del peccato, del male del mondo. Di qui la conclusione della von Speyr che raggiunge quella di [[Karl Barth|Barth]] e di [[Origene]]: l'ultima realtà non può essere il no dell'uomo, bensì il sì di Dio. E se l'[[inferno]] è talmente reale da provocare dolore e sofferenza (è dunque assurdo parlare di inesistenza) è anche vero che, avendolo Cristo attraversato e sconfitto con la sua morte obbediente, possiamo fondatamente sperare che esso sia vuoto. ([[Elio Guerriero]])
*Prima di [[risurrezione|risorgere]] egli ''è disceso agli inferi'', nel fondo oscuro della storia e della materia, per darle energia e direzione verso la luce, l'amore, la libertà. Se io comincio a pensare che nelle profondità della materia e della mia carne, nelle parti più oscure del mio essere, egli è sceso per illuminare e trasfigurare, per risuscitare amore e bellezza, allora anch'io partecipo alla risurrezione di Cristo che risorge per l'eternità dal fondo del mio essere, energia che ascende, germe di vita, vita germinante. ([[Ermes Ronchi]])
*Tuo Figlio, Padre, dopo essere morto in croce, ha accettato anche di essere inviato all'inferno, nella landa più abbandonata e desolata in cui mai nessun vivente ha posto piede. Egli lo ha fatto per prendere parte più pienamente a tutti i tuoi misteri, per mostrarti che non è mai stanco del tuo servizio e non è mai sazio del suo amore per te. Con questo sovrappiù della discesa all'inferno è andato oltre il di più della croce. ([[Adrienne von Speyr]])
 
==Voci correlate==