Adrienne von Speyr: differenze tra le versioni

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*Si considera l'[[Amen]] come una chiusa; ma esso dovrebbe essere soltanto una parola di passaggio all'atteggiamento di preghiera che deve continuare nel lavoro; in ogni altro compito. Dicendo «Così sia», pensiamo che ciò che era nella preghiera anche in futuro sarà così, e conserverà lo stesso valore. L'Amen in sé è parola di preghiera e l'orante deve metterci dentro tutta la sua forza, perché proprio questa parola sia viva e vera in tutto quello che fa. Questo è possibile se l'uomo prende in se stesso tutta la forza della parola e se ne lascia influenzare. (p. 6)
*Se io pregassi ora con ardore e facessi subito dopo di nuovo delle cose che non possono esistere davanti alla verità del Signore, allora danneggerei la verità del mio pregare: la frantumerei. Può sembrarmi temerario il pensiero che io posso nella verità aver parte alla verità di Cristo; ma questa temerarietà è esigita, perché Cristo possa assumermi. (p. 9)
*Chi riceve nella confessione l'[[assoluzione (religione)|assoluzione]] del suo peccato, se ne libera veramente. Il peccato non è soltanto compresso, ricacciato in una riserva; esso è rotolato via. E così non può più ostacolare la verità della preghiera. Al posto dell'esperienza di peccato il credente ha ora l'esperienza della grazia dell'assoluzione. (p. 10)
*Così tutto dipende dal fatto che noi preghiamo veramente: che facciamo diventare le cose che diciamo verità per noi e in noi; che la nostra fede sia la verità della nostra vita e non una dispensa per il tempo del bisogno. (p. 11)
*Nella chiesa, ogni credente sa di appartenere alla comunità dei santi, ma anche di essere un peccatore buono a nulla, pieno di errori, coscienti, presentiti, sconosciuti. D'altra parte egli sa che malgrado ciò può e persino, secondo la volontà di Dio, deve restare nella comunità dei santi. (p. 14)
*Una preghiera in cui l'uomo stesso gioca il ruolo principale, può solo essere opaca. (p. 22)
*Ella {{NDR|[[Maria]]}} beve alla sorgente, e la sorgente è un mare inesauribile. [...] Ora all'improvviso è l'oceano con tutto il suo impeto e la sua tempesta e la sua immensità. Non è affidata più a un mare liscio e tranquillo, ma messa in balia, all'improvviso, al centro del pericoloso ondeggiamento di una grazia infinita. (p. 32)