Adriano Tilgher: differenze tra le versioni

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===[[Incipit]]===
Che l'arte sia, a suo modo, aromnizzazione, organizzazione, sintesi, e cioè creazione e attività, è un punto sul quale è oggi raggiunto l'accordo. Ma quanti hanno pensato a fondo e interiormente realizzato tutto ciò che la definizione omai, a furia di essere ripetuta, trita e banale, arte=creazione, attività contiene? Ben pochi di sicuro. Se arte è attività e creazione, cioè produzione di sintesi non preesistente all'atto della sua produzione, segue che tanto v'ha d'arte in un'operache d'arte vuol essere detta, quanto di originalità o novità: ciò che in essa v'ha di nuovo, di non originale, di vecchio, d'imitato o ispirato, consciamente o inconsciamente, da altre opere d'arte, corrisponde a momenti non di creazione ma di recezione, non di attività ma di passività, e perciò non è arte.
 
===Citazioni===
*Dà forma artistica alla [[Vita]] del tuo tempo, al tuo [[presente]]; vivi come presente in atto ed esprimilo artisticamente; sperimenta la Vita come presente, come informe, come [[problema]] e trovane la soluzione; vivi e risolvi i problemi del tuo tempo. (pp. 12-13)
*Ciò che fa [[artista]] l'artista non è lo sperimentare in sé i problemi come tali, ma il risolverli artisticamente. (p. 14)
*Più un'[[opera d'arte]] è profonda originale intensa, e più nella parola liberatrice e chiarificatrice che essa pronuncia tendono a risolversi ed annullarsi idealmente le opere d'arte sue contemporanee di profondità e ampiezza minori. (p. 20)
*Quali cose umane non sono esposte al pericolo della degenerazione? I [[CriticaCritico|critici]] dei critici vi porranno riparo. (p. 34)
*Il valore dell'opera d'arte è tutto e solo nella sua forma, nella sua espressione, nel suo stile, e cioè nella peculiarità intensità profondità vastità della sintesi che la costituisce. (p. 34)
*Niente diviene vecchio se non ciò che nacque vecchio. Ciò che nacque nuovo in eterno resta tale. (p. 34)