Hugo von Hofmannsthal: differenze tra le versioni

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==''L'ignoto che appare''==
*«L'âme seule agit sur l'âme»!<ref>Solo l'anima agisce sull'anima.</ref> Questa è una menzogna, peggio, è una banalità.<br />Se possiamo morire del [[corpo]], siamo anche debitori al corpo, ai sensi, del fondamento di tutta la poesia, dal presentimento, dai segni della primavera nella nostra lirica fino al tremante presagio della putrefazione nella tomba. Molto libero cristianesimo con nostalgie conventuali vibra attraverso gli ultimi libri di [[Paul Bourget]]. Preferisco la cristianità umile e proletaria di [[Lev Tolstoj|Tolstoj]]. È più convincente. (da ''Sulla fisiologia dell'amore moderno, «Physiologie de l'amour moderne. Fragment posthumes d'un ouvrage de Claude Larcher, recueillis et publiés par Paul Bourget, son éxécuteur testamentaire»''), p. 14)
*[[Ludwig van Beethoven|Beethoven]] è la retorica della nostra anima, [[Richard Wagner|Wagner]] è la sua sensibilità, [[Robert Schumann|Schumann]] forse il suo pensiero: [[Wolfgang Amadeus Mozart|Mozart]] è di più, è la forma. (Da ''Il centenario di Mozart a Salisburgo'', p. 34)
*Ciò che è divenuto non lo possiamo comprendere; può darci solo la volontà di diventare un giorno anche noi qualcosa di compiuto.<br />Movimento è tutto: ma il luminoso insegnamento di Mozart è morto, morto come lo splendido cristallo lucente. Contro questo non si può lottare. È così.<br />Per questo cose minori ci prendono più nel profondo, cose meno perfette in modo più vivo; e ciò che di lui in noi opera e vive non è quanto ha di meglio, è l'incompiuto, quello che ancora fermenta. [...] Quando uscii dall'adunanza festiva, mi vennero in mente le parole di Zenone: «Fanno male coloro che credono di comprendere il passato. E i grandi uomini del passato noi li onoriamo per ciò che hanno risolto in luce, ma a noi conviene pensare soltanto alle tenebre in cui ci hanno lasciato». E la Scrittura dice: «Ogni luce splende il suo tempo; ricordate quella spenta e accendetene una nuova e andate avanti». (Da ''Il centenario di Mozart a Salisburgo'', pp. 34-35)