Sándor Weöres: differenze tra le versioni

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Inserisco citazioni.
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*''Non [[vivere]] è più facile. Il morso del serpente | lo teme chi ha le vene calde. | Non c'è istante per noi vergine di trapasso, | la morte è il lacciocollo dei viventi. || [...] Morire non è facile. Più facile è non vivere.'' (da ''Non vivere è più facile'', p. 201)
*''[...] Ma ora | che l'[[invecchiamento|invecchiare]] mi scrolla le membra | e brinda con le mie ossa dentro la pelle, | vorrei alzarmi di scatto e correre via | a sorseggiare i piaceri perduti, | a gioire, a pentirmi della gioia e sentirne pena, | a morire invalido per il piacere tardivo, | nella puzza, nel sudiciume, nella vergogna, abbandonato | come un cane idrofobo sul letamaio. | Ma anche questo, come tutto, è un sogno. | Se non mi sono destato sinora, lo so, | russerò ormai sino alla morte. Forse | l'agonia mi soppeserà da sveglio, | col metro di ogni mancanza. Forse, | mi sveglierò nel silenzio, oltre il sogno.'' (da ''Alla fine della vita'', pp. 221-222)
 
===Citato in ''Storia della letteratura ungherese''===
*Non [[rinuncia|rinunciare]] a nulla: perché chi a qualcosa rinuncia, in essa si dissecca. Ma non diventare neanche schiavo dei tuoi desideri. Trascinarsi con passioni represse è altrettanto amaro che stritolarsi tra passioni sfrenate. Se favorisci i tuoi desideri: si accoppiano e figliano. Se li uccidi: ritornano come fantasmi. Se li domi: li puoi costringere nel giogo, e potrai utilizzare i draghi per arare e seminare, come la stessa potenza perfetta. (da ''Teljiesség felé, Verso la compiutezza'', Ruzicska, capitolo LX, p. 742)
*In fondo non ci sono [[qualità]] buone e cattive. Le tue qualità curate sono buone, le qualità viziate o trascurate sono cattive. (da ''Teljiesség felé, Verso la compiutezza'', Ruzicska, capitolo LX, p. 742)
*«Ciò che [[dare|dai]] a me, lo dai a tutti{{sic|,}}» proclama la potenza terrena. «Ciò che dai a tutti, lo dai a me», proclama la potenza celeste. (da ''Teljiesség felé, Verso la compitezza'', Ruzicska, capitolo LX, p. 742)
 
==Note==
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==Bibliografia==
*''Poeti ungheresi del '900'', a cura di Umberto Albini, ERI, Torino, 1976
*[[Paolo Ruzicska]], ''Storia della letteratura ungherese'', Nuova Accademia Editrice, Milano, 1963.
 
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