La dolce vita: differenze tra le versioni

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*È incentivo al male, al delitto, al vizio [...] è tempo, che quel "basta", finalmente gridato dagli spettatori, si indirizzi ai pubblici poteri cui compete e la sanità e il rispetto del buon nome di un popolo civile.<ref>In occasione dell'uscita del film di [[Federico Fellini]] nel 1960, su ''L'Osservatore Romano'' vennero pubblicati due articoli (''Basta!'' e ''La sconcia vita''), che attaccavano pesantemente il film. Molte fonti attribuiscono i due articoli a Scalfaro.</ref> ''(attribuita a [[Oscar Luigi Scalfaro]])''
*E poi, doveva succedere, il film ormai pronto diventò una cosa di tutti. Deflagrò come una bomba nel febbraio '60 e il giorno dopo qualcuno si accorse che l'Italia non era più la stessa. Certo non l'aveva cambiata ''La dolce vita'', ma ne era stato l'annuncio vistoso: il segnale di un decennio di mutazioni che si sarebbero succedute a rotta di collo. Sbarcati dalla gran nave felliniana, a noi girava un po' la testa; e così, nel rimpianto di quelle notti luminose e illuminanti, ci preparammo ad annoiare i nipotini raccontando: io c'ero... ([[Tullio Kezich]])
[[Immagine:Cinecittà - Costume from La Dolce Vita (5798147423).jpg|thumb|Il costume indossato da [[Anita Ekberg]] nel corso del film]]
*E pensare che a Fellini piaceva moltissimo come camminavo. Dentro la [[Fontana di Trevi]], durante le riprese, feci su e giù una notte intera, senza mai inciampare. Marcello invece aveva freddo e così vuotò una bottiglia di whisky. Cadde tre volte. E per tre volte furono costretti ad asciugarlo. Alla fine gli fecero indossare gli stivaloni da pesca sotto i pantaloni. [...] Però non era un gran film. Quel film esiste per quella scena pazzesca. E in quella scena c'eravamo io e Marcello. Più io, in verità, che lui. Ero bellissima. Lo so. ([[Anita Ekberg]])
*È uno strano film, il più difficile che ho immaginato finora. ''La dolce vita'' andrebbe proiettato tutto insieme, in una sola enorme inquadratura. Non pretende di denunciare, né di tirare le somme, né di perorare l'una o l'altra causa. Mette il termometro a un mondo malato, che evidentemente ha la febbre. Ma se il mercurio segna quaranta gradi all'inizio del film, ne segna quaranta anche alla fine. Tutto è immutato. ''La dolce vita'' continua. I personaggi dell'affresco continuano a muoversi, a spogliarsi, ad azzannarsi, a ballare, a bere, come se aspettassero qualcosa. Che cosa aspettano? E chi lo sa? Un miracolo, forse. Oppure la guerra, i dischi volanti, i marziani. ([[Federico Fellini]])
*Eminenza, non è un film facile. Per certi versi è un film inquietante, ma nuovo per lo stile e le suggestioni. È imprevedibile l'impatto che avrà sulla gente, ma il pubblico andrà a vederlo in massa. ([[Angelo Arpa]])
*Essere stati su ''La dolce vita'' è come aver fatto il militare insieme. ([[Marcello Mastroianni]])
*Fellini con ''La dolce vita'' che doveva intitolarsi ''La grande confusione'', guardò Roma dolcemente appoggiato a una balaustra e vide un'Italia che viveva sulla spinta del rilancio dopo la guerra. ([[Toni Servillo]])
*Ho visto ''La dolce vita'' a 14 anni, nel 1960, a New York City: un film epico, il miglior film con tematiche d'attualità che abbia mai visto. Mi ha colpito l'uso del bianco e del nero e che fosse girato nell'arco di sette giorni, durante i quali un giornalista vaga senza meta nell'Inferno di [[Dante Alighieri|Dante]]. L'ho trovato molto profondo e anche assai realistico: parlava di una persona che avevo l'impressione di poter incontrare dovunque, anche a New York. ([[Oliver Stone]])
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*Mi sono ben guardato dal parlare di visibilità. [...] Il film è veritiero, ed è perché colpisce orribilmente la vita di molti, che taluni hanno reagito anche sulla stampa: vi si sono visti descritti ed hanno avuto paura di se stessi. Ma tutto questo deporrà per le qualità notevolissime dell'autore, non per la visibilità del film. ([[Giuseppe Siri]])
*Nella mia mente i film si dividono tra quelli fatti prima de ''La dolce vita'' e quelli dopo. ''La dolce vita'' ha rotto l'unità delle regole della narrazione grazie alla sua audacia. Ha cambiato la storia. ([[Martin Scorsese]])
[[File:Flaiano Fellini Ekberg 1960.jpg|thumb|upright=1.4|Flaiano, Fellini e la Ekberg nel 1960]]
*Non mi piacerebbe sentir dire che ho tentato di stupire, che voglio fare il moralista, che sono troppo autobiografico, che ho cercato nuove vie. Non mi piacerebbe sentir dire che il film è pessimista, disperato, satirico, grottesco. E nemmeno che è troppo lungo. ''La dolce vita'', per me, è un film che lascia in letizia, con una gran voglia di nuovi propositi. Un film che dà coraggio, nel senso di saper guardare con occhi nuovi la realtà e non lasciarsi ingannare da miti, superstizioni, ignoranza, bassa cultura, sentimento. Vorrei che dicessero: è un film leale. La base del discorso presuppone un certo tipo di angoscia che non arriva alla coscienza di tutti. L'episodica invece è molto spettacolare, attinta com'è da una cronaca che ha interessato, commosso, irritato, divertito il pubblico... penso che ''La dolce vita'' possa venir accettato come un giornale filmato, un rotocalco in pellicola. Sono anni che i settimanali vanno pubblicando queste vicende. ([[Federico Fellini]])
*Non sempre la materia è decantata. Appartiene, ancora e sovente, alla cronaca. Non lievita, non vibra. Sono dati di fatto. Se gelidamente posti in una loro impeccabile prospettiva, avrebbero potuto avere una loro straordinaria efficacia; così, invece, appaiono qua e là pesti, quasi sfuocati, o ripetuti, ridondanti. C'è infatti una certa monotonia, sia pure assai colorita, di tipi, di scorci, di accenti. Se codesta monotonia fosse stata soltanto apparente, e allora calibrata in un suo ritmo rigoroso, dalla sordina sempre più ossessiva, tutto ciò avrebbe potuto avere un'altra sua non meno straordinaria efficacia. Così, invece, i tipi si stingono talvolta l'uno sull'altro, o si ricalcano. Dovrebbe giustificarli un loro minimo comun denominatore; ma questo è così esplicito che lungo il cammino, per forza di cose si attenua, e si fa risaputo. ([[Mario Gromo]])
*Oltre a rotture e liti in ambienti borghesi, ''La dolce vita'' è anche il film che ha provocato veri e propri scismi nei circoli cattolici. ([[Camilla Cederna]])
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===[[Roger Ebert]]===
[[Immagine:Cinecittà - Costume from La Dolce Vita (5798147423).jpg|thumb|Il costume indossato da [[Anita Ekberg]] nel corso del film]]
*Mi chiederò: qual è il mio film preferito? Oppure stravolgerò leggermente la domanda: qual è il film che rivedrei con più piacere adesso? La risposta non sarebbe "[[Quarto potere]]". [...] Adesso, in questo momento, la prima risposta che mi verrebbe in mente è "La dolce vita" di [[Federico Fellini|Fellini]]. L'avrò visto venticinque volte, forse di più. Per me non invecchia mai. Mai fuori moda, l'età non ha appassito la sua infinita varietà. Mi sono eccitato a tal punto scrivendo questo paragrafo che vorrei inserire il DVD e guardarlo subito. Qualche anno fa mi chiesero perché lo avessi incluso nel mio annuale Ebertfest, perché, a loro avviso, non era stato poi così "trascurato", mentre il festival mette in vetrina film che meriterebbero maggiore attenzione. Dissi che era improbabile che più di qualche decina tra i 1600 spettatori del teatro l'avessero mai visto sul grande schermo da una pellicola 35 mm. Nei momenti più tristi, mi sono chiesto quanti tra gli spettatori non l'avrebbero mai visto altrimenti.
*Potrei aggiungere che si tratta di uno dei film visivamente più fluidi mai realizzato, un film che si avvicina alla musica nella sua impetuosa passione, non solo perché la partitura di [[Nino Rota]] è tra le migliori che siano mai state realizzate, ma perché i personaggi sembrano muoversi con la musica dentro di loro (gioiosa, lussuriosa, eccitante, dubbiosa, triste). Fellini ha lavorato in Italia in un'epoca di dialoghi doppiati, e qualche volta ha inserito musica ad alto volume mentre filmava le scene. Questo è il motivo per cui sembra che i personaggi seguano ritmi non udibili.
*Quando vidi il film poco dopo la morte di [[Marcello Mastroianni|Mastroianni]], pensai che Fellini e Marcello avessero preso un attimo di scoperta e lo avessero reso immortale.
*Poiché il film ha avuto per me significati sempre differenti nelle diverse fasi della mia vita, eppure ha sempre avuto un significato, e poiché evidentemente anche per Fellini è avvenuto qualcosa del genere, credo che vorrò sempre vedere questo film un'altra volta. Non diventerà mai stantio perché io non ho ancora finito di cambiare.
 
===[[Federico Fellini]]===
[[File:Flaiano Fellini Ekberg 1960.jpg|thumb|upright=1.4|Flaiano, Fellini e la Ekberg nel 1960]]
*È uno strano film, il più difficile che ho immaginato finora. ''La dolce vita'' andrebbe proiettato tutto insieme, in una sola enorme inquadratura. Non pretende di denunciare, né di tirare le somme, né di perorare l'una o l'altra causa. Mette il termometro a un mondo malato, che evidentemente ha la febbre. Ma se il mercurio segna quaranta gradi all'inizio del film, ne segna quaranta anche alla fine. Tutto è immutato. ''La dolce vita'' continua. I personaggi dell'affresco continuano a muoversi, a spogliarsi, ad azzannarsi, a ballare, a bere, come se aspettassero qualcosa. Che cosa aspettano? E chi lo sa? Un miracolo, forse. Oppure la guerra, i dischi volanti, i marziani. ([[Federico Fellini]])
*Non mi piacerebbe sentir dire che ho tentato di stupire, che voglio fare il moralista, che sono troppo autobiografico, che ho cercato nuove vie. Non mi piacerebbe sentir dire che il film è pessimista, disperato, satirico, grottesco. E nemmeno che è troppo lungo. ''La dolce vita'', per me, è un film che lascia in letizia, con una gran voglia di nuovi propositi. Un film che dà coraggio, nel senso di saper guardare con occhi nuovi la realtà e non lasciarsi ingannare da miti, superstizioni, ignoranza, bassa cultura, sentimento. Vorrei che dicessero: è un film leale. La base del discorso presuppone un certo tipo di angoscia che non arriva alla coscienza di tutti. L'episodica invece è molto spettacolare, attinta com'è da una cronaca che ha interessato, commosso, irritato, divertito il pubblico... penso che ''La dolce vita'' possa venir accettato come un giornale filmato, un rotocalco in pellicola. Sono anni che i settimanali vanno pubblicando queste vicende. ([[Federico Fellini]])
*{{NDR|Sulla realizzazione del film}} Poi dissi {{NDR|a Pinelli e Flaiano, gli sceneggiatori}}: inventiamo episodi, non preoccupiamoci per ora della logica e del racconto. Dobbiamo fare una statua, romperla e ricomporne i pezzi. Oppure tentare una scomposizione picassiana. Il cinema è narrativa nel senso ottocentesco: ora tentiamo di fare qualcosa di diverso.
 
===[[Franco Fortini]]===