Giuseppe Pontiggia: differenze tra le versioni

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*La contemporaneità non esiste. Non esiste, dopo la Relatività, nella fisica e non esiste, dopo la Storia, nell'arte. Che i classici siano nostri contemporanei è un conforto idealistico e una menzogna pubblicitaria. Questa però non è una conclusione, ma una premessa. L'esperienza dei classici ci dice il contrario. Non sono nostri contemporanei, siamo noi che lo diventiamo di loro. Dimenticarli in nome del futuro sarebbe il fraintendimento più grande. Perché i classici sono la riserva del futuro. (da ''I contemporanei del futuro. Viaggio nei classici'', Mondadori, Milano, 1998)
 
{{Int|''[//www.italialibri.net/arretratis/novita1200.html Disabili… dal punto di vista antropologico]''|''ItaliaLibri'', Milano, 4 dicembre 2000}}
*Il problema dell'handicap lo vivo in maniera diretta da 31 anni da quando è nato mio figlio ma avevo sempre escluso di farne un racconto autobiografico perché non ho interesse per la mia autobiografia perché penso che l'autobiografia, almeno nel mio caso, mi renderebbe schiavo mentre il romanzo mi rende libero.
*Il voyeurismo televisivo ha raggiunto dei vertici impensabili perché la tendenza al guardare nell'intimità degli altri è tipicamente umana. L'uomo ha una forte curiosità per l'intimità altrui anche perché sorprende l'uomo nella sua spontaneità, l'uomo che non sa di essere osservato.
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*Seguire, anche in ogni pagina, in ogni frase, in ogni parola, la verità del linguaggio, penso che determini nel lettore un coinvolgimento che nasce dal proprio rispecchiamento in ciò che dice lo scrittore.
 
{{Int|Dall<nowiki>'</nowiki>''[//www.wuz.it/archivio/cafeletterario.it/interviste/pontiggia_giuseppe.html L'intervista a Giuseppe Pontiggia]''|di Grazia Casagrande, ''LibriAlice'', 27 settembre 2002}}
*Quando uno ha la casa devastata dai ladri e sa che i ladri non saranno puniti, quando ha un parente che è stato investito da una macchina pirata e sa che il colpevole se la caverà con poco o niente, allora la vittima prova un senso di abbandono e di angoscia. Penso che questa società, indebolendo la certezza della pena, tolga alla giustizia una delle sue funzioni più importanti cioè quella di deterrente: molte persone sicure dell'impunità commettono reati.
*Scrivo [[narrativa]] quando sono spinto dalla necessità di raccontare qualcosa che sento importante non solo per me, ma potenzialmente anche per il lettore. Prima di affrontare un romanzo ho bisogno di crederci veramente, invece i racconti possono nascere da uno spunto immediato.