Abhinavagupta: differenze tra le versioni
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====Capitolo XI====
*Gli organi della vista, dell'udito, del gusto e dell'olfatto risiedono in modo sottile nella terra e negli altri elementi che appartengono a livelli di realtà inferiori, e il più elevato non va al di là dello stadio dell'illusione (''māyātattva''), mentre il [[tatto (senso)|tatto]] risiede al livello superiore dell'energia, in quanto sensazione sottile ineffabile a cui lo ''yogin'' aspira senza sosta; questo contatto sfocia infatti in una coscienza identica al puro firmamento, che brilla di luce propria.<ref>Citato in Lilian Silburn 1997, p. 192.</ref> (29-33)
*Tutto quello che [[esistenza|esiste]] si manifesta in realtà come un'immagine riflessa nell'interno del Supremo Signore, stabile, non come qualcosa a lui esterna. (2013, 93)
*La percezione (''pratīti'') soltanto è perciò così creatrice e sostenitrice, la quale si identifica a sua volta con Śiva. Da essa provengono gli esseri, in essa sono fondati. Essa è perciò la potenza sostenitrice di tutto. (2013, 107)
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